lunedì 18 giugno 2018

Foggia, caso SEU. Morta la bimba di 13 mesi. Indagini a tappeto

di Nico Baratta


Continuano serrate le indagini degli inquirenti in merito al caso della bambina di Lucera affetta da SEU –Sindrome Emolitica-Ureica-, prima ricoverata presso l’Ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari, poi purtroppo deceduta.

Dopo la diramazione di un comunicato stampa n° 36/2018 dell’ASL di Foggia, che annunciava l’insediamento dell’Unità di Crisi, composta di specialisti medici competenti, dove in sostanza si annunciava l’avvio delle indagini mediche, sugli spostamenti della bambina e sugli alimenti ingeriti, quest’ultimi al vaglio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Foggia, oggi sono sorte nuove indiscrezioni. Gli inquirenti delle FF.OO. stanno procedendo con controlli serrati su tutto il territorio segnalato dalla famiglia della piccolina, battendo a tappeto ogni centimetro delle aziende alimentari delle zone sopra dette in base all’alimento assunto nelle due settimane precedenti.

Per la cronaca la notizia della SEU era stata diramata il 14 giugno, e subitamente sono iniziati controlli, poi centuplicati dopo il decesso della bimba.

Al centro delle indagini gli inquirenti stanno controllando aziende locali, in particolare caseifici e di allevamento. Un dato importante sorto dopo le ultime dichiarazioni fornite dai familiari della piccola per gli alimenti che ha ingerito. Ma le indagini stanno proseguendo controllando anche le acque marine dei luoghi frequentati dalla famiglia della piccola deceduta.

Tuttavia, dalla giornata di ieri, proseguendo a oggi, in rete sono comparsi diversi post, perlopiù pubblicati sui social. In particolare hanno destato scalpore due messaggi vocali di una donna che indicava un’azienda come colpevole dell’infezione da SEU, accusando i titolari di forniture alimentari non regolari. Un messaggio subito preso al vaglio degli inquirenti per risalire alla fonte. Come pure hanno destato attenzione anche alcuni post, dove si afferma che chi l’ha pubblicato è parte dell’equipe d’indagine, dove s’invitano le persone alla cautela nel diffondere notizie false. Difatti, nei messaggi vocali viene citato un nome di un’azienda della provincia di Foggia, nome fantomatico poiché non esiste. Parrebbe che chi ha diffuso ciò ha voluto diramare il nome dell’alimento che avrebbe cagionato la morte della bambina, ma guardandosi bene dal diffondere il nome dell’azienda, in modo da non essere accusata di diffamazione nei riguardi dell’azienda stessa. Ciononostante in rete c’è stato un tam-tam che ha impensierito non poco gli utenti, perciò procurando un allarme sull’alimento. Ovviamente non si riporterà nulla di quello diramato arbitrariamente sui social.
Le indagini, ed è bene dirlo, non puntano il dito solo sull’infezione dovuta all’ingerimento di un determinato alimento, nel caso prodotti caseari. Un particolare importante che va detto e che gli operatori alimentari del settore stanno “gridando” a gran voce per non eliminarne il consumo, e perciò svalutare le aziende, i produttori e tutta la filiera. A tal riguardo, sempre attraverso messaggi social (nel caso WhatsApp), ma è da prendere con le pinze, sembrerebbe che è già partita un’azione legale nei riguardi di chi ha diramato notizie ritenute false, perciò diffamatorie.

L’invito fatto dall’ASL e dagli inquirenti, è di mantenere la calma, di attenersi alle basilari regole di sicurezza alimentare per i bambini nei loro primi anni di vita e degli anziani e di chi ha patologie che abbassano il livello di guardia delle difese immunitarie. Cautela e, ancor più importante, non diramare notizie al di fuori di quelle ufficializzate, secondo i canali preposti, dall’Unità di Crisi.

Per tutte le info sulla SEU, si può consultare “EpiCentro”, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica, cliccando a questo link: http://www.epicentro.iss.it/problemi/seu/seu.asp 

Da parte della redazione sentite condoglianze alla famiglia della piccola bimba 


[foto AGI]

©NicoBaratta all rights reserved - Tutti i diritti sono riservati

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