L'imbecillità di pochi condanna l'intelligenza di molti
di Nico Baratta
Degrado urbano non è solo un luogo comune che accomuna molti comuni italiani. Scusate il gioco di parole, ma l'accostamento di sostantivi, aggettivi e verbi simili, fa ben comprendere il senso del concetto.
È vero, le difficoltà economiche comunali inducono gli amministratori a far scelte piuttosto di altre. Ma qui il problema è un altro. È l'imbecillità di pochi che condanna l'intelligenza di molti. Di quelli che vorrebbero una città vivibile, sana, sicura, a misura di tutti, senza barriere e con tanto verde e colori, dove il sorriso di un bambino o un bicchier d'acqua ad un'anziana signora ti affranca per tutta la giornata.
A Foggia, come tante altre città di un Belpaese che sta svilendo nel suo estetismo culturale per politiche tranchant, prevale il grigiore, non solo dei palazzi ma del comun vivere e rispetto altrui, delle regole e del bene pubblico, dove ormai il cittadino cammina a testa china, anche per non cadere. In queste ore su facebook si è aperta un'altra discussione, la solita ma significativa per il rispetto del bene comune. Una panchina, come altre, vandalizzata dal balordo di turno, che barbaramente l’ha privata di alcune travi in legno, non potrà più ospitare il cittadino stanco.

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