Bisogna andare a votare, e …bene!
L'Editoriale di Nico Baratta
Tutto è stato definito. Ora tocca agli elettori, gli arbitri tanto per intenderci. Chi confermerà la sua preferenza, chi la cambierà, chi preferirà restarsene a casa o starsene in compagnia dei propri cari, semmai in riva al mare, in campagna o tra le fresche frasche del sottobosco dauno o garganico.
L’invito è che gli aventi diritto, tutti, andassero a votare. È un diritto da esercitare in nome della democrazia, un dovere per il futuro della nostra città.
Bisogna andare a votare, e …bene!
Votare significa scegliere chi ci deve rappresentare e nel caso amministrare. Dev’essere una scelta libera, coscienziosa, meditata, responsabile, ricordandoci sempre che la nostra libertà è stata conquistata –e non riconquistata…- col sangue versato durante la Seconda Guerra Mondiale dove, oltre i soldati, i partigiani hanno contribuito fattivamente in prima persona.
L’8 giugno è prossimo e nella città di Foggia si moltiplicano a dismisura i manifesti elettorali con slogan spesso scopiazzati da altri. Non è un bel vedere e un buon leggere.
Ma bisogna andare a votare, e …bene!
Il futuro della nostra cara amata città di Foggia dipende da noi, cittadini e elettori, giudici. Deve basarsi su programmi, progetti e compartecipazione, non su slogan e promesse “fatue”, con sodalizi tra partiti un tempo avversari. Foggia non può più attendere. Tuttavia l’inciso è sempre lo stesso: unire le forze per vincere, le stesse che son state antagoniste durante la prima fase elettorale, quella dove non son state risparmiate critiche e veleni. In fondo a molti, purtroppo, interessa di più la riconferma, la poltrona, la carica. Ci sono forze e forze: quelle convergenti e quelle divergenti. Le prime naturalmente si ritrovano pur con tossine da smaltire; le seconde, pur di vincere, maldestramente e contrattualmente s’intendono. C’è qualcosa che non va. O Va?
Però bisogna andare a votare, e …bene!
In politica, oramai, nulla è scontato, figuriamoci se soffermarsi su etica e correttezza. A Foggia chi fino a ieri ha sbandierato lo stendardo dell’apartiticità oggi ha formalizzato l’intesa con i partiti, sottoscrivendola perfino. Se questo è il biglietto da visita…
Cosa diversa è il ritrovarsi, l’indirizzo al voto, anche se “qualcuno” vorrebbe formalizzarlo per meri fini personalistici. Con ciò, lo ribadisco, sono sempre più convinto che per rendere più credibile il politico, piuttosto che la politica, sarebbe “cosa buona e giusta” –direbbe “Illo”- che ad ogni competizione elettorale, ove si prospettano ballottaggi, le coalizioni e il loro candidato sindaco, nel caso specifico e specie se si tratta di liste civiche perciò non politiche, sottoscrivessero un “patto etico” di non apparentamento, di non intesa, così da competere unicamente da sole.
Tuttavia bisogna andare a votare, e …bene!
Si governa meglio con le mani libere e non legate da patti, da quei laccioli partitici che mirano alla poltrona, al comando, al controllo del territorio. “Qualcuno” dovrebbe capirlo, anzi intenderlo e convergere per il bene comune e non privato e personale.
Mancano poche ore al voto. Siamo giunti al fotofinish e come in tutte le competizioni gli ultimi metri son quelli dove gli atleti danno il meglio di loro. Chi lo fa con un guizzo, chi con le forze residue, chi cerca di star dietro sfruttando la scia pur di arrivare. Il fotofinish di questa campagna elettorale ha avuto due protagonisti al ballottaggio per la carica di sindaco di Foggia. Due candidati che non si sono risparmiati, anzi si sono beccati. Chi l’ha fatto in modo elegante, chi non e con allusioni a comandi canini: si vergogni questa (chiamiamola) persona. In politica ci sta tutto un fotofinish dai toni accesi, spesso incandescenti, ma non rissosi. Ciò, purtroppo, è avvenuto e l’immagine ne perde e con essa i consensi. Ma chi ne perde di più è la città e i suoi concittadini.
Ciononostante bisogna andare a votare, e …bene!
L’8 giugno, che per i cattolici è il giorno del Ringraziamento, quello di Pentecoste, Foggia eleggerà il suo nuovo Sindaco. Gli elettori, noi cittadini arbitri di questa importante partita -forse l’ultima spendibile per ridare un volto nuovo alla città a misura di cittadino- decideremo il futuro della nostra cara amata Foggia. Una città che vorremmo diventasse sorridente, felice, vivibile, legale e onesta. Facciamolo bene, con coscienza, per i nostri figli, per l’onestà, #perunafoggiamigliore.
Bisogna andare a votare, e …bene!
Ad Maiora!
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