Siponto. Sterrato Ozita, altro che viale [VIDEO]
di Nico Baratta
Che la crisi dei comuni si evidenzi anche con il degrado urbano, oltre che con l’aumentare delle tasse e mancanza dei servizi (a volte primari), è un dato di fatto. Come lo è lo stato delle strade di moltissime città e paesi dell’orami adombrato Belpaese.
Siponto, un tempo ridente centro balneare della provincia di Foggia, è diventato quel triste lido da cui tutti oggi evitano di andarci. Molti foggiani hanno abitazioni da quelle parti, di cui pochi continuano a riempire durante i tre mesi estivi e molti affittandole a chi vuol spendere meno in confronto ad altre località.
Trent’anni fa non era così. Siponto, in provincia di Foggia e sempre sotto la gestione del Comune di Manfredonia, era un centro balneare sempre pieno di villeggianti, con un servizio molto frequente di treni e pullman che comunicavano con Foggia, con spiagge e mare pulito, lidi lussureggianti sempre sold-out, con colonie convenzionate e ogni sera era una festa. Trent’anni fa quando col treno, stracolmo, arrivavi a Siponto eri accolto dal canto delle cicale e dal vocio dei ragazzi della colonia, da una partita di calcio del fu campo di fianco la stazione, dalla fontanella sempre zampillante, dal bar con la fila, in attesa di percorrere le vie, pieni di piccoli ciottoli dai molti colori e sempre pulite, profumate, che ti portavano al mare. E mentre le percorrevi facevi a gara con i tuoi parenti e amici per trovare il ciottolo più colorato, liscio e tondeggiante. Poi, quando arrivavi alla piazzetta con la fontanella col daino, con acqua zampillante, eri felice perché intravedevi il mare, il lido, il fiumetto dal perenne gracidio.
Oggi sembra imbronciata, una tristezza che permane da anni e che non cambierà se non si apportano sostanziali politiche urbanistiche, economiche, turistiche.
E questa tristezza è anche evidenziata dal dimenticatoio istituzionale che l’amministra giacché se ha piste ciclabili trasformate in parcheggi auto, luoghi di intrattenimento abbandonati al degrado e molte strade dissestate, le responsabilità sono ben definite.
Viale Ozita, il viale che dal lungomare comunica del centro urbano all’uscita di Siponto ne è una prova tangibilissima. Chiamarlo tratturo offenderebbe quelli storici in terra battuta ma percorribili e sicuri. Lo chiameremo sterrato. Un viale, Ozita, fatto di buche, dossi, avvallamenti, crepe, tombini pericolosi, dove la natura cerca, giustamente, di farsi strada attraverso le radici dei secolari pini presenti lungo il tratto. Una situazione che permane da anni, non diversa da altre strade locali, che mai è stata affrontata per sistemarla, per lo meno renderla sicura sia alla veicolazione dei mezzi che per quella pedonale. Viale Ozita, un viale ad oggi chiuso al traffico pubblico giacché è corredato da un cartello di divieto di transito eccetto i residenti. Un viale che mette in comunicazione il centro sipontino con la SS89, per Foggia e per il Gargano, che anche i residenti si rifiutano di percorrere per la sua alta pericolosità.
L’appello è rivolto al Comune di pertinenza, quello di Manfredonia, affinché sistemi al più presto quel viale, senza chiuderlo completamente, altrimenti sarebbe una sua sconfitta per la gestione del bene pubblico.
Sindaco, si può fare!
Ad Maiora!
Ubicazione:
Viale Ozita, 71043 Manfredonia FG, Italia
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