Cannabis terapeutica. Caso Trisciuoglio: farmaco ancora sotto sequestro
Il giorno 27 marzo, io sottoscritto Andrea Trisciuoglio, affetto da Sclerosi Multipla e segretario dell’Associazione “LapianTiamo, sono stato fermato dalle forze dell’ordine che, insospettite dall’odore emanato dalla mia persona ed avendo riscontrato che ero in possesso di due confezioni di Bedrocan (un farmaco a base di THC), pensavano bene di accompagnarmi al comando e sequestrarmi la medicina, in quanto ritenuto una persona potenzialmente pericolosa e dedita allo spaccio di stupefacenti.
Nonostante il Bedrocan sia legalmente riconosciuto e prescritto per patologie particolarmente pesanti, nonostante l’evidenza del mio stato di salute e nonostante la richiesta del mio avvocato per il dissequestro della medicina, a tutt’oggi, dopo circa tre settimane, la vicenda rimane ancora in alto mare in quanto l’accusa nei confronti della mia persona continua a sussistere e il Bedrocan è ancora sotto sequestro.
Le motivazioni addotte per mantenere questo inspiegabile disagio sono quanto meno sconcertanti, dato che il giudice ha spiegato l’impossibilità di restituire la medicina perché contenente “tracce di THC”!!!!
Sorgono quindi spontanei tre quesiti:
Il primo: come è possibile che alcuni apparati delle Istituzioni siano inconsapevoli di terapie che entrano in contrasto con la legge ordinaria, mantenendo nei confronti della sostanza un atteggiamento basato sull’ignoranza e sul pregiudizio?
Il secondo: il ministro Lorenzin è a conoscenza di questa contraddizione che provoca forti disagi per i pazienti?
Ed infine il terzo: il Bedrocan è un farmaco ad alta percentuale di THC e se il giudice avesse ragione, come si spiega che sono rinvenibili solo alcune tracce?
La mia vicenda non è purtroppo isolata e molti pazienti vengono perseguitati nell’ignoranza generale sulle qualità e le proprietà della cannabis, uno stato di cose più volte denunciato attraverso articoli di giornali, servizi televisivi (Le Iene) e conferenze stampa al Senato e alla Camera, che non muta, provocando ulteriori problemi alla nostra non facile vita!
Sulla mia vicenda in questi giorni sono state fatte alcune interpellanze parlamentari, ma sembra che anche queste non producano risultati soddisfacenti in quanto rimango tuttora indagato e privato della medicina, quindi per sensibilizzare i media, la politica e l’opinione pubblica nel giro di pochi giorni sarò costretto, con il supporto di altri pazienti nella mia condizione, a manifestare per i miei diritti e per la mia dignità, con un pacifico ma indignato sit-in davanti al Tribunale di Foggia.
Chiedo quindi ai parlamentari e ai media che hanno dimostrato in passato una apprezzata solidarietà di fare il possibile affinché non perdurino queste incresciose situazioni.
Andrea Trisciuoglio – segretario.lapiantiamo@gmail.com
Nonostante il Bedrocan sia legalmente riconosciuto e prescritto per patologie particolarmente pesanti, nonostante l’evidenza del mio stato di salute e nonostante la richiesta del mio avvocato per il dissequestro della medicina, a tutt’oggi, dopo circa tre settimane, la vicenda rimane ancora in alto mare in quanto l’accusa nei confronti della mia persona continua a sussistere e il Bedrocan è ancora sotto sequestro.
Le motivazioni addotte per mantenere questo inspiegabile disagio sono quanto meno sconcertanti, dato che il giudice ha spiegato l’impossibilità di restituire la medicina perché contenente “tracce di THC”!!!!
Sorgono quindi spontanei tre quesiti:
Il primo: come è possibile che alcuni apparati delle Istituzioni siano inconsapevoli di terapie che entrano in contrasto con la legge ordinaria, mantenendo nei confronti della sostanza un atteggiamento basato sull’ignoranza e sul pregiudizio?
Il secondo: il ministro Lorenzin è a conoscenza di questa contraddizione che provoca forti disagi per i pazienti?
Ed infine il terzo: il Bedrocan è un farmaco ad alta percentuale di THC e se il giudice avesse ragione, come si spiega che sono rinvenibili solo alcune tracce?
La mia vicenda non è purtroppo isolata e molti pazienti vengono perseguitati nell’ignoranza generale sulle qualità e le proprietà della cannabis, uno stato di cose più volte denunciato attraverso articoli di giornali, servizi televisivi (Le Iene) e conferenze stampa al Senato e alla Camera, che non muta, provocando ulteriori problemi alla nostra non facile vita!
Sulla mia vicenda in questi giorni sono state fatte alcune interpellanze parlamentari, ma sembra che anche queste non producano risultati soddisfacenti in quanto rimango tuttora indagato e privato della medicina, quindi per sensibilizzare i media, la politica e l’opinione pubblica nel giro di pochi giorni sarò costretto, con il supporto di altri pazienti nella mia condizione, a manifestare per i miei diritti e per la mia dignità, con un pacifico ma indignato sit-in davanti al Tribunale di Foggia.
Chiedo quindi ai parlamentari e ai media che hanno dimostrato in passato una apprezzata solidarietà di fare il possibile affinché non perdurino queste incresciose situazioni.
Andrea Trisciuoglio – segretario.lapiantiamo@gmail.com
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