FOGGIA 11/11/2011, CON GLI ANGELI DI VIALE GIOTTO UNITI NEL TRICOLORE
Come tutti gli anni, purtroppo dal 1999, l'11 novembre Foggia commemora la perdita di 67 suoi cari concittadini, "Gli Angeli di Viale Giotto", come li ho affettuosamente rinominati.
Di quel terribile evento ho ricordi nitidi, che ancora oggi lacerano il cuore e interrogano la mente sul perché di cotanta crudele sofferenza. Quella notte, dodici anni fa, 67 dei nostri cari foggiani persero la vita nell'oramai indimenticabile crollo del palazzo Viale Giotto.
Come non dimenticare, è impossibile, e come ogni anno nella ricorrenza, scrivo due righe per mantenere vivo il ricordo per chi merita e per quelli che dovrebbero fornire risposte ancora insolute. Nel frattempo, come sempre e quando posso, mi reco sul luogo e per 5 minuti osservo il Parco della Memoria assorto nei ricordi in un rispettoso silenzio, mentre un suono cupo mi avvolge.
Quest'anno ricorre il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. In numerosissime piazze italiane l'avvenimento garibaldino è stato l’opportunità per la realizzazione di altrettante manifestazioni, unendo il "Glorioso Tricolore" e l'Inno di Mameli a feste o eventi realizzati per l'occasione o a supporto di quelli esistenti, come per esempio sportivi, culturali, artistici, o a qualche fiera che caratterizza il luogo. Un modo semplice ma efficace per consolidare il già cementato senso d'appartenenza alla Patria.
Nel caso specifico, mi piacerebbe, e solo in quest'evento importante della nostra amata Patria, festeggiare l'Unità d'Italia con i nostri 67 Angeli di Viale Giotto, ricordandoli come "I Fratelli e le Sorelle di Viale Giotto". Un modo per renderli partecipi alle nostre attività commemorative, per farli sentire ancor più vicini a noi foggiani, per ricordarli non solo durante il funesto periodo che ce li ha sottratti, così per abbracciarli virtualmente a noi.
"I Fratelli e le Sorelle di Viale Giotto", nello specifico a Foggia, sono ricordati sul luogo del crollo da una piazza verde, con due cippi di granito nero Africa, dove su uno sono scritti alcuni versi del cantautore-poeta Fabrizio de Andrè «… per ogni palpito del suo cuore le rendo un petalo rosso d’amore…», un albero e 67 camelie che, ad oggi, sono state rimosse poiché anch'esse hanno terminato la loro vita, forse per le intemperie atmosferiche, forse per mancanza di "pollici verdi". Ma il ricordo è sempre vivo, presente nei cuori dei foggiani, come una pulsazione sempre viva che s’intensifica a ridosso dell’11 novembre.
Personalmente sono legato a quel ricordo. Li, oltre ai nostri cari concittadini, persi un caro amico, Luigi Zezza.
Ma chi di noi foggiani non ha un legame a quell’evento?
Un parente, un amico, un conoscente che s’incrociava periodicamente al supermercato o in chiesa, un semplice concittadino sconosciuto ma foggiano semmai intravisto e poi ricordato dall’immaginetta durante quel tragico funerale celebrato in Fiera. Che dolore quel giorno.
Ecco perché i 67 “Fratelli e Sorelle di Viale Giotto” non possono essere dimenticati, non si possono dimenticare.
La proposta di erigere un monumento di bronzo in memoria delle vittime del crollo di Viale Giotto, espressa dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia, è l’ulteriore, ma non ultimo, gesto per mantenere viva la fiamma del ricordo che arde in ogni foggiano. Un’energia inesauribile alimentata da noi, loro concittadini, che illuminerà il ricordo ai nostri figli.
Meno di due settimane fa ci ha lasciato a miglior vita Agostino Laquaglia, l'indimenticabile dipendente dell'Amica che nei giorni terribili della tragedia di Viale Giotto rimase alla guida di una delle pale meccaniche che cercavano di ritrovare in vita gli sfortunati “Angeli”. Agostino fu uno degli “eroi trasparenti” di quei terribili giorni rimanendo in servizio e senza sosta, senza nemmeno nutrirsi, dalla notte del venerdì al mattino del lunedì successivo. Ora è li, con loro, ricongiunto eternamente a vegliare su noi tutti.
Da oggi il nostro 11 novembre sarà quello del ricordo dei nostri 67 concittadini più uno; non dimentichiamocelo mai.
L’augurio è che il 150° anniversario dell’Unità d’Italia faccia da supporto a chi dovrebbe ricordare e dare una risposta e altri volti alle cause che determinarono il crollo dello stabile, semmai con azioni più concrete a ristabilire la verità. Come pure dev’essere lo sprone a chi ha il potere per farlo di restituire agli eredi ciò che di materiale “I Fratelli e le Sorelle di Viale Giotto” hanno perso durante quella notte, alle ore 3.12 durante i più terribili 19 secondi dell’ultimo periodo foggiano. Non è nulla in confronto alla vita, ma è pur sempre un gesto dovuto.
Un palazzo si sbriciolò: non lasciamo sbriciolare anche il loro ricordo.
Quest'anno ricorre il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. In numerosissime piazze italiane l'avvenimento garibaldino è stato l’opportunità per la realizzazione di altrettante manifestazioni, unendo il "Glorioso Tricolore" e l'Inno di Mameli a feste o eventi realizzati per l'occasione o a supporto di quelli esistenti, come per esempio sportivi, culturali, artistici, o a qualche fiera che caratterizza il luogo. Un modo semplice ma efficace per consolidare il già cementato senso d'appartenenza alla Patria.
Nel caso specifico, mi piacerebbe, e solo in quest'evento importante della nostra amata Patria, festeggiare l'Unità d'Italia con i nostri 67 Angeli di Viale Giotto, ricordandoli come "I Fratelli e le Sorelle di Viale Giotto". Un modo per renderli partecipi alle nostre attività commemorative, per farli sentire ancor più vicini a noi foggiani, per ricordarli non solo durante il funesto periodo che ce li ha sottratti, così per abbracciarli virtualmente a noi.
"I Fratelli e le Sorelle di Viale Giotto", nello specifico a Foggia, sono ricordati sul luogo del crollo da una piazza verde, con due cippi di granito nero Africa, dove su uno sono scritti alcuni versi del cantautore-poeta Fabrizio de Andrè «… per ogni palpito del suo cuore le rendo un petalo rosso d’amore…», un albero e 67 camelie che, ad oggi, sono state rimosse poiché anch'esse hanno terminato la loro vita, forse per le intemperie atmosferiche, forse per mancanza di "pollici verdi". Ma il ricordo è sempre vivo, presente nei cuori dei foggiani, come una pulsazione sempre viva che s’intensifica a ridosso dell’11 novembre.
Personalmente sono legato a quel ricordo. Li, oltre ai nostri cari concittadini, persi un caro amico, Luigi Zezza.
Ma chi di noi foggiani non ha un legame a quell’evento?
Un parente, un amico, un conoscente che s’incrociava periodicamente al supermercato o in chiesa, un semplice concittadino sconosciuto ma foggiano semmai intravisto e poi ricordato dall’immaginetta durante quel tragico funerale celebrato in Fiera. Che dolore quel giorno.
Ecco perché i 67 “Fratelli e Sorelle di Viale Giotto” non possono essere dimenticati, non si possono dimenticare.
La proposta di erigere un monumento di bronzo in memoria delle vittime del crollo di Viale Giotto, espressa dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia, è l’ulteriore, ma non ultimo, gesto per mantenere viva la fiamma del ricordo che arde in ogni foggiano. Un’energia inesauribile alimentata da noi, loro concittadini, che illuminerà il ricordo ai nostri figli.
Meno di due settimane fa ci ha lasciato a miglior vita Agostino Laquaglia, l'indimenticabile dipendente dell'Amica che nei giorni terribili della tragedia di Viale Giotto rimase alla guida di una delle pale meccaniche che cercavano di ritrovare in vita gli sfortunati “Angeli”. Agostino fu uno degli “eroi trasparenti” di quei terribili giorni rimanendo in servizio e senza sosta, senza nemmeno nutrirsi, dalla notte del venerdì al mattino del lunedì successivo. Ora è li, con loro, ricongiunto eternamente a vegliare su noi tutti.
Da oggi il nostro 11 novembre sarà quello del ricordo dei nostri 67 concittadini più uno; non dimentichiamocelo mai.
L’augurio è che il 150° anniversario dell’Unità d’Italia faccia da supporto a chi dovrebbe ricordare e dare una risposta e altri volti alle cause che determinarono il crollo dello stabile, semmai con azioni più concrete a ristabilire la verità. Come pure dev’essere lo sprone a chi ha il potere per farlo di restituire agli eredi ciò che di materiale “I Fratelli e le Sorelle di Viale Giotto” hanno perso durante quella notte, alle ore 3.12 durante i più terribili 19 secondi dell’ultimo periodo foggiano. Non è nulla in confronto alla vita, ma è pur sempre un gesto dovuto.
Un palazzo si sbriciolò: non lasciamo sbriciolare anche il loro ricordo.
Ad Maiora
Nico Baratta
Nico Baratta
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