Oggi la Giornata della Terra. WWF: salvare le foreste
Una giornata per l’ambiente, per la salvaguardia del Pianeta, per la celebrazione della Terra e per la promozione della sua salvaguardia: è oggi la Giornata delle Terra, Earth Day, la più grande manifestazione ambientale del pianeta. E ci saranno eventi, campagne di comunicazione, concerti, spazi di approfondimento educativo e formativo. Fra le iniziative si segnala una campagna contro la fame e la disuguaglianza nell’accesso al cibo. In occasione della Giornata, il WWF punta il dito contro la deforestazione.
La Giornata è occasione per ribadire la necessità di lottare contro fame e malnutrizione. Per farlo è stata lanciata la campagna “Una sola famiglia umana, cibo per tutti è compito nostro”: i promotori nazionali si sono dati appuntamento a Roma, al Circo Massimo per una giornata all’insegna del diritto al cibo e della sana alimentazione.
Difendere la Terra significa difendere le sue foreste: a ricordarlo è una campagna del WWF che punta il dito contro uno dei fattori principali di distruzione dell’ambiente, la deforestazione. I numeri dell’associazione ambientalista sono impressionanti e restituiscono un fenomeno che ha conseguenze devastanti: col venir giù delle foreste vengono meno le barriere naturali contro i disastri ambientali e contro la povertà, si perde la capacità di generare risorse naturali, si alimentano traffici di prodotti che derivano spesso da processi di deforestazione illegali. Dice il WWF: “Abbiamo già perso quasi il 40% della superficie forestale originaria del Pianeta e la gran parte negli ultimissimi decenni. Oggi solo il 31% della superficie del pianeta è ricoperto da foreste, e ne perdiamo ogni anno 13 milioni di ettari: la deforestazione è la principale minaccia per la vita dell’uomo sulla terra. Secondo il World Resource Institute perdiamo 50 campi da calcio di foreste ogni minuto”. In occasione della Giornata della Terra prende dunque il via una Campagna per salvare le foreste del pianeta e una raccolta fondi http://www.wwf.it/foreste che culminerà domenica 24 maggio con la Giornata delle Oasi.
Dal 2000 ad oggi sono stati tagliati circa 230 milioni di ettari di foresta originale e se non si interviene, ne scompariranno altrettanti entro il 2050. I paesi più colpiti dalla deforestazione sono Brasile, Australia, Indonesia, Nigeria, Repubblica di Tanzania, Zimbabwe, Repubblica democratica del Congo, Myanmar, Bolivia e Venezuela. E, aggiunge il WWF, “la deforestazione inoltre è un vero e proprio crimine contro l’umanità: i crimini forestali, anche se difficilmente quantificabili, secondo l’UNEP alimentano un mercato intorno ai 30-100 miliardi di dollari l’anno. Tra le maggiori cause, la crescente domanda a livello mondiale di prodotti dell’agricoltura, di polpa e carta, di legname per le infrastrutture. Prodotti comunemente diffusi e di uso crescente come soia, olio di palma, carne, pelli da trasformare, sono oggi forse la causa primaria dei processi di deforestazione nel mondo – prosegue l’associazione – e l’Unione Europea è tra i maggiori consumatori mondiali di prodotti derivati da processi di deforestazione illegali e buona parte di quei prodotti li troviamo sulle nostre tavole, nei nostri mercati”.
La riduzione delle foreste – solo il 15% delle foreste rimaste sono in buono stato – riduce la capacità di protezione dei sistemi naturali e aumenta il rischio della popolazione alle catastrofi naturali: circa il 40% delle terre emerse del pianeta è minacciato dalla desertificazione e le stime dicono che ogni anno circa 12 milioni di ettari di terra fertile viene trasformata in deserto. La deforestazione è anche il ‘motore’ di un circolo perverso: la scomparsa di foreste contribuisce ad aggravare il cambiamento climatico che produce un aumento degli eventi estremi, come l’ intensità e l’aumento di frequenza delle precipitazioni. Accade così, ricorda il WWF, che nel 2013 i disastri ambientali hanno causato 22 milioni di profughi e 22.600 morti. Il segretariato dell’ISRD (International Strategy for Disaster Reduction) ha calcolato che dal 2000 al 2012 sono stati coinvolti 2,9 miliardi di persone e ci sono state 1,1 milioni di vittime.
www.helpconsumatori.it
La Giornata è occasione per ribadire la necessità di lottare contro fame e malnutrizione. Per farlo è stata lanciata la campagna “Una sola famiglia umana, cibo per tutti è compito nostro”: i promotori nazionali si sono dati appuntamento a Roma, al Circo Massimo per una giornata all’insegna del diritto al cibo e della sana alimentazione.
Difendere la Terra significa difendere le sue foreste: a ricordarlo è una campagna del WWF che punta il dito contro uno dei fattori principali di distruzione dell’ambiente, la deforestazione. I numeri dell’associazione ambientalista sono impressionanti e restituiscono un fenomeno che ha conseguenze devastanti: col venir giù delle foreste vengono meno le barriere naturali contro i disastri ambientali e contro la povertà, si perde la capacità di generare risorse naturali, si alimentano traffici di prodotti che derivano spesso da processi di deforestazione illegali. Dice il WWF: “Abbiamo già perso quasi il 40% della superficie forestale originaria del Pianeta e la gran parte negli ultimissimi decenni. Oggi solo il 31% della superficie del pianeta è ricoperto da foreste, e ne perdiamo ogni anno 13 milioni di ettari: la deforestazione è la principale minaccia per la vita dell’uomo sulla terra. Secondo il World Resource Institute perdiamo 50 campi da calcio di foreste ogni minuto”. In occasione della Giornata della Terra prende dunque il via una Campagna per salvare le foreste del pianeta e una raccolta fondi http://www.wwf.it/foreste che culminerà domenica 24 maggio con la Giornata delle Oasi.
Dal 2000 ad oggi sono stati tagliati circa 230 milioni di ettari di foresta originale e se non si interviene, ne scompariranno altrettanti entro il 2050. I paesi più colpiti dalla deforestazione sono Brasile, Australia, Indonesia, Nigeria, Repubblica di Tanzania, Zimbabwe, Repubblica democratica del Congo, Myanmar, Bolivia e Venezuela. E, aggiunge il WWF, “la deforestazione inoltre è un vero e proprio crimine contro l’umanità: i crimini forestali, anche se difficilmente quantificabili, secondo l’UNEP alimentano un mercato intorno ai 30-100 miliardi di dollari l’anno. Tra le maggiori cause, la crescente domanda a livello mondiale di prodotti dell’agricoltura, di polpa e carta, di legname per le infrastrutture. Prodotti comunemente diffusi e di uso crescente come soia, olio di palma, carne, pelli da trasformare, sono oggi forse la causa primaria dei processi di deforestazione nel mondo – prosegue l’associazione – e l’Unione Europea è tra i maggiori consumatori mondiali di prodotti derivati da processi di deforestazione illegali e buona parte di quei prodotti li troviamo sulle nostre tavole, nei nostri mercati”.
La riduzione delle foreste – solo il 15% delle foreste rimaste sono in buono stato – riduce la capacità di protezione dei sistemi naturali e aumenta il rischio della popolazione alle catastrofi naturali: circa il 40% delle terre emerse del pianeta è minacciato dalla desertificazione e le stime dicono che ogni anno circa 12 milioni di ettari di terra fertile viene trasformata in deserto. La deforestazione è anche il ‘motore’ di un circolo perverso: la scomparsa di foreste contribuisce ad aggravare il cambiamento climatico che produce un aumento degli eventi estremi, come l’ intensità e l’aumento di frequenza delle precipitazioni. Accade così, ricorda il WWF, che nel 2013 i disastri ambientali hanno causato 22 milioni di profughi e 22.600 morti. Il segretariato dell’ISRD (International Strategy for Disaster Reduction) ha calcolato che dal 2000 al 2012 sono stati coinvolti 2,9 miliardi di persone e ci sono state 1,1 milioni di vittime.
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