giovedì 30 agosto 2012

Il Governo "regala" le Isole Tremiti alle lobby petrolifere

La Petroceltic International plc potrà perforare i fondali marini a poche miglia dall'Area Marina Protetta delle Isole Tremiti, nel Parco Nazionale del Gargano, alla ricerca di petrolio. L'azienda petrolifera irlandese, con sede a Dublino e un ufficio di rappresentanza a Roma, ha ottenuto dal Ministero per l'Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare l'autorizzazione ad effettuare le prospezioni geosismiche alla ricerca dell'oro nero. La decisione, non del tutto inaspettata, arriva a cavallo di ferragosto.
Come da consolidata tradizione da Prima Repubblica, la politica italiana anche di matrice "tecnica" continua a decidere le sorti di un popolo ormai alla mercè di affaristi e politici senza scrupoli, sempre in prossimità di feste e ricorrenze sacre per l'italiano medio. Nonostante la società civile non solo di Puglia, ma anche di Basilicata, Abruzzo, Molise e Sicilia abbia espresso due volte il suo "no" alla ricerca petrolifera in Adriatico, in due grandi manifestazioni che si sono tenute a Termoli e Monopoli, il Ministro Corrado Clini ha ben pensato di autorizzare l'ennesimo scempio perpetrato ai danni di quell'ambiente che dovrebbe tutelare e difendere. Eppure, il disastro ambientale della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nelle acque del Golfo del Messico, il 20 aprile 2010, dovrebbe aver insegnato qualcosa. Le conseguenze su fauna, flora ed economia locale sono state drammatiche per l'intero ecosistema. In un mare chiuso come quello Adriatico, dove si affacciano popoli e nazioni diverse, una catastrofe come quella americana sarebbe paragonabile ad un girone infernale dantesco. “Apprendo oggi da comunicazione ufficiale che alla vigilia di ferragosto il Ministro dell'Ambiente ha autorizzato le prospezioni richieste da Petroceltic nei pressi delle Isole Tremiti. Riteniamo che si tratti di una offesa alla dignità della nostra Regione e degli altri enti locali che si erano espressi negativamente rispetto alla prospettiva di vedere il nostro mare violentato dalla corsa all'oro nero. E' una ulteriore conferma della sensazione di marginalizzazione della Puglia. Speravamo che questo atteggiamento, in considerazione dell'attenzione e della collaborazione avviate sulla vicenda Taranto, fosse ormai consegnato al passato. Ma evidentemente non è così”. Così l'assessore alla Qualità dell'Ambiente, Lorenzo Nicastro, commenta la notizia, comunicata dal Ministero, di parere positivo alle prospezioni. “La nostra regione, la cui economia è fortemente legata al mare, al turismo ed ai prodotti enogastronomici, subisce oggi una minaccia che speravamo scongiurata: nonostante il corale 'no' gridato a gran voce lo scorso 21 gennaio a Monopoli da istituzioni e cittadini pugliesi, il rischio di un 'embargo' sulle nostre coste ad opera delle multinazionali del petrolio prende sempre più corpo. Il parere del Ministero conferma la direzione ostinata del Governo nazionale – prosegue Nicastro – verso lo sfruttamento massivo delle fonti energetiche fossili e, riteniamo, crea un pericoloso precedente per il destino del nostro mare. Ci sono numerose altre richieste di prospezioni geosismiche che giacciono in attesa di essere autorizzate dal Ministero. Se fino ad ora nutrivamo qualche speranza di ravvedimento nelle scelte di politica energetica nazionale che servisse a scongiurare la corsa al petrolio nel basso Adriatico, adesso abbiamo l'amara certezza che anche le altre richieste di prospezione, verosimilmente, saranno autorizzate. In prospettiva si concretizza uno scenario allarmante per il nostro mare e per la vocazione turistica della nostra regione”. “Fin da ora dico che non ci daremo per vinti e che – conclude l'assessore – oltre a ricorrere in tutte le sedi giurisdizionali, proseguiremo con le modalità civili proprie dei pugliesi a manifestare il nostro dissenso e la nostra protesta nella battaglia per affermare il diritto della Puglia a progettare un futuro diverso rispetto a quello che altri pensano di disegnare. Invito i pugliesi tutti, oltre che i rappresentanti delle istituzioni e coloro che siedono in parlamento eletti nella nostra regione, ad aiutarci a sostenere questa battaglia”. Sul piede di guerra la "Rete No Triv" che ha annunciato battaglia contro l'ennesima farsa messa in piedi da un Governo e una politica ormai relegate alla preistoria della democrazia.

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