Scacco alla mafia garganica. “Stirpe Criminale” l’operazione messa a segno dallo SCO, Polizia di Foggia, Manfredonia e Bari [NOMI e VIDEO]
Perchè continuarlo a chiamare "clan dei montanari" quando questo è stato smembrato da anni. Oggi è mafia garganica (ndr.)
Agenti della Polizia di Stato del Servizio Centrale Operativo, delle
Squadre Mobili di Foggia, Bari e del Commissariato di P.S. di
Manfredonia (nella foto il "gruppo Gargano"), nella notte del 03 dicembre u.s., a Manfredonia hanno
eseguito ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, nei confronti di PACILLI Francesco Pio, classe 96’, CAPUTO Libero, classe 77’, CAPUTO Matteo, classe 98’, PACILLO Salvatore, classe 63’, PACILLO Ciro, classe 97’, CONOSCITORE Valentino,
classe 72’, alcuni contigui alla criminalità organizzata garganica del
gruppo mafioso dei Montanari, ritenuti a vario titoli partecipi
dell’organizzazione criminale operante a Manfredonia e capeggiata dal
PACILLI Francesco Pio, figlio del noto PACILLI Giuseppe, detto “Peppe u
muuntaner”, elemento di spicco della sanguinosa organizzazione mafiosa
nota come “clan LI BERGOLIS”, catturato dalla Squadra Mobile di Foggia
nel maggio 2011 a seguito di un periodo di latitanza di anni due e
condannato per i reati di cui all’art. 416 bis, c.p.
Inoltre, con il medesimo provvedimento cautelare il G.I.P. ha disposto
la misura degli arresti domiciliari a carico di GUERRA Antonio, classe
80’, e la misura dell’obbligo di dimora a Manfredonia nei confronti di
QUITADAMO Raffaele, classe 96’, sodali intranei alla medesima
organizzazione criminale, dediti, a vario titolo, all’approvvigionamento
ed alla gestione dello spaccio al dettaglio dello stupefacente nella
città di Manfredonia.
Il provvedimento cautelare del G.I.P. presso il Tribunale di Bari dott.
Marco GALESI, che conferma in toto l’impostazione accusatoria
rappresentata con riguardo all’intero gruppo criminale, ha portato alla
disarticolazione della consorteria criminale che aveva di fatto
monopolizzato lo smercio dell’hashish nella cittadina garganica,
stroncandone il fiorente traffico.
L’ordinanza custodiale è stata eseguita alle prime luci dell’alba
odierna a Manfredonia da personale del Servizio Centrale Operativo,
della Squadra Mobile di Foggia, della Squadra Mobile di Bari e del
Commissariato di Ps di Manfredonia, coadiuvati da personale dei Reparti
Prevenzione Crimine “Puglia Settentrionale”, “Puglia Meridionale” e
“Lucania” e del gabinetto provinciale di Polizia Scientifica della
Questura di Foggia, che ha fatto irruzione nelle abitazioni degli
indagati, traendoli in arresto.
In particolare, l'attività di indagine è stata totalmente condotta sul
campo dagli investigatori della Polizia di Stato denominato “Gruppo
Gargano”, composto da personale del Servizio Centrale Operativo, della
Squadra Mobile di Foggia e Bari e del Commissariato di Ps di
Manfredonia, fortemente voluto dal Questore di Foggia dr. Mario Della
Cioppa e costituito lo scorso anno grazie al supporto del Servizio
Centrale Operativo (S.C.O.) diretto dal dr. Alessandro Giuliano.
L'attività in questione è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale
Antimafia di Bari, diretta dal Procuratore Giuseppe Volpe e con i
Pubblici ministeri direttamente impegnati, sostituti Procuratori dr.
Pasquale Drago e dr. Ettore Cardinali. Essa ha permesso di delineare
l’esistenza di un sodalizio criminale finalizzato al traffico di
sostanze stupefacenti ex art. 74 D.P.R. 309/90 avente come base
operativa la città di Manfredonia e dedito allo smercio di consistenti
quantitativi di stupefacente del tipo hashish.
Più nel dettaglio, le fondamentali risultanze emerse dalle attività
tecniche, supportati da importanti riscontri, hanno permesso di
accertare l’esistenza di una struttura organizzativa caratterizzata da
un sistema verticistico facente capo a CAPUTO Libero, imprenditore nel
settore del commercio a Manfredonia, e PACILLI Francesco Pio - figlio
del noto PACILLI Giuseppe, detto “Peppe u muuntaner”, intraneo al
sanguinoso clan dei montanari, catturato dalla Squadra Mobile di Foggia a
seguito di un periodo di latitanza di anni due e condannato per i reati
di cui all’art. 416 bis, c.p. – entrambi deputati alla gestione, in
prima persona, degli acquisti delle forniture di consistenti
quantitativi di stupefacente, sfruttando relazioni privilegiate con
altre consorterie criminali della provincia, ed occupandosi della
gestione contabile dei consistenti ricavi generati dalla vendita al
dettaglio attraverso una collaudata e ben organizzata rete di spaccio
composta dagli altri sodali sotto-ordinati con grado di pusher a cui il
PACILLI Francesco Pio ed il CAPUTO Libero imponevano precise regole per
lo spaccio al minuto.
L’attività investigativa ha permesso di accertare come proprio la
caratura criminale del PACILLI Francesco Pio, che come detto vanta
parentele importanti nel mondo criminale garganico, permetteva
all’intera associazione di poter agire indisturbata nel Comune di
Manfredonia, assumendo di fatto il monopolio della gestione e smercio al
dettaglio dell’hashish.
Peraltro, ad ulteriore conferma della scaltrezza e dello spessore
criminale del CAPUTO Libero e del PACILLI Francesco Pio, le attività
tecniche hanno evidenziato il tentativo dei due di sbarazzarsi delle
attenzioni rivolte loro dalle Forze di Polizia, sfruttandone la
risonanza del gesto nel rapporto con i sodali e più in generale con gli
altri concorrenti, dapprima incendiando l’auto di un appartenente alle
forze di Polizia e successivamente arrivando addirittura a formalizzare
una denuncia per atti persecutori nei confronti del medesimo per
allentare i frequenti controlli di Polizia.
Inoltre, la presente indagine ha dimostrato che gli interventi degli
operatori di Polizia a carico dei vari esponenti di questa
organizzazione criminale, caratterizzati da arresti e sequestri di
consistenti quantitativi di stupefacente, comunque non interrompevano
l’acquisto dello stupefacente ed il costante rifornimento delle piazze
di spaccio.
Invero, in data 11.11.17 CAPUTO Libero, PACILLI Francesco Pio e PALENA
Lorenzo venivano tratti in arresto da una volante del Commissariato di
Manfredonia, che, sotto la direzione degli operatori del “Gruppo
Gargano” di questa Squadra Mobile, simulando un casuale controllo di
Polizia sulla strada provinciale che porta a Manfredonia, trovavano i
tre in possesso di 5 panetti di hashish del peso complessivo di 1 kg.
Il tentativo di disfarsi dello stupefacente per sfuggire al controllo di
Polizia ed al conseguente arresto era vanificato dalla prontezza degli
operatori di Polizia che notavano il lancio dal finestrino
dell’involucro contenente lo stupefacente, nonché cristallizzato
dall’attività tecnica precedentemente installata da personale di questo
Team investigativo a bordo dell’autovettura su cui i tre viaggiavano. In
particolare, proprio le microspie ambientali ivi presenti permettevano
di captare l’accordo tra i tre finalizzato ad addossare al solo PALENA
l’eventuale responsabilità circa la detenzione del consistente
quantitativo di stupefacente lanciato poco prima dal finestrino
dell’auto, disvelando la reale motivazione del viaggio intrapreso dai
tre verso Cerignola.
Ad ogni modo, come detto, l’arresto di CAPUTO Libero, PACILLI Francesco
Pio e PALENA Lorenzo non impediva alla consorteria criminale di
proseguire i lucrosi traffici illeciti. Invero, a soli due giorni dal
loro arresto, il PACILLI Francesco Pio ed il CAPUTO Libero, ristretti in
regime di detenzione domiciliare, pianificavano l’ennesimo viaggio
verso la città di Cerignola per l’approvvigionamento di un ulteriore
consistente quantitativo di hashish volto a recuperare la perdita
inflitta con il citato intervento degli operatori di Polizia.
Su esplicito incarico dei vertici dell’organizzazione, infatti, CAPUTO
Matteo e QUITADAMO Raffaele, opportunamente istruiti dal PACILLI
Francesco Pio, si procuravano un’auto a loro non riconducibile e
intraprendevano il viaggio alla volta di Cerignola in visto di un nuovo
approvvigionamento di hashish.
Pertanto, una volta assicuratisi la disponibilità di un altro
chilogrammo di hashish, i due facevano ritorno a Manfredonia, stavolta
percorrendo strade secondarie e di campagna proprio al fine di
scongiurare un altro intervento di Polizia. Tuttavia, il servizio di
osservazione e pedinamento efficientemente svolto dagli operatori del
“Gruppo Gargano” della Polizia di Stato permetteva di documentare e
accertare l’avvenuto approvvigionamento dello stupefacente. Difatti, in
data 13.11.17 il CAPUTO Matteo veniva trovato in possesso di 1
chilogrammo di hashish e tratto in arresto in flagranza di reato proprio
appena arrivato sotto l’abitazione del CAPUTO Libero, cui avrebbe
dovuto consegnare lo stupefacente.
Le attività investigative permettevano altresì di accertare che i vari
sodali dell’organizzazione criminale erano particolarmente attenti nella
scelta dei luoghi di stoccaggio dell’hashish, provvedendo, con cadenza
quasi quotidiana, ad effettuare numerosi spostamenti dello stupefacente
con il preciso obiettivo di scongiurare ed ostacolare un’eventuale
intervento delle forze di Polizia, potendo contare sulla disponibilità
di numerosi locali a loro non direttamente riconducibili in quanto
intestati ad insospettabili prestanome.
Durante l’intera indagine, infatti, è stato accertato
l’approvvigionamento e lo smercio di consistenti quantitativi di
stupefacente, nella dimensione di decine di kg., che l’organizzazione
riusciva a procurarsi agevolmente sfruttando proprio la caratura e le
entrature criminali del PACILLI Francesco Pio e le capacità manageriali
del CAPUTO Libero. I due, infatti, nel giro di qualche mese sono
riusciti a conquistare l’egemonia dello smercio al dettaglio
dell’hashish nella città di Manfredonia, impadronendosi di punti
strategici quali “piazzetta Mercato” e più in generale alcuni luoghi di
ritrovo dei giovani manfredoniani situati in zona Monticchio di
Manfredonia.
Questa inchiesta ha altresì evidenziato l’attuale interesse della
criminalità organizzata garganica nel traffico di stupefacenti e che la
spartizione dei relativi ingenti profitti costituisce elemento di
tensione tra i diversi gruppi che operano in quell’area.
La minuziosa e capillare attività investigativa ha altresì permesso di
accertare e documentare numerosi episodi di spaccio al dettaglio dello
stupefacente, appurando che la citata organizzazione criminale aveva di
fatto egemonizzato il mercato dell’hashish nella città di Manfredonia,
eleggendo la “piazzetta Mercato”, luogo frequentato dai giovani della
“movida” manfredoniana e per questo motivo strategico per massimizzare i
proventi della vendita al dettaglio dello stupefacente, quale base
logista per il continuo e massivo rifornimento di stupefacente a giovani
e meno giovani manfredoniani.
Con questo provvedimento della Direzione Distrettuale di Bari si è
quindi riusciti a disarticolare il gruppo criminale operante a
Manfredonia, dimostratosi capace di trattare e smerciare consistenti
quantitativi di hashish ed assumendone via via il monopolio della
vendita nell’intera città di Manfredonia.
Il provvedimento eseguito oggi si inserisce a pieno titolo nell’azione
corale portata avanti nel territorio garganico e più in generale
nell’intera provincia di Foggia dalla Polizia di Stato, dalla Direzione
Distrettuale Antimafia di Bari e dalla Procura della Repubblica di
Foggia, finalizzato ad annientare ogni forma di criminalità nell’intera
area garganica e segue analoga operazione compiuta nei giorni scorsi a
San Severo, quella denominata Agosto di Fuoco del settembre scorso e
quella straordinaria denominata Decima Azione a Foggia.
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