mercoledì 6 gennaio 2016

Carcere Foggia, per i Radicali di Foggia “Solitudine di un’emergenza quotidiana”

Pubblichiamo il comunicato stampa dell'Associazione Radicale Mariateresa Di Lascia di Foggia in merito all'attuale situazione del carcere del capoluogo dauno.

«In tutta Italia negli ultimi giorni i Radicali stanno visitando le carceri. Anche a Foggia l’Associazione radicale “Mariateresa Di Lascia” ha effettuato, lo scorso 3 Gennaio, una visita presso la Casa circondariale, con una sua delegazione composta dal Segretario, Norberto Guerriero, dalla Presidente, Anna Rinaldi, da Matteo Ariano, membro della giunta nazionale di Radicali Italiani e l’Avv. Ivana de Leo. Si tratta della terza visita nei soli ultimi 12 mesi all’interno di questo istituto.
Da anni i Radicali foggiani si recano nelle strutture carcerarie della provincia e della Puglia per valutare le condizioni di vita della popolazione detenuta e quelle di chi opera e lavora all’interno delle carceri. Come gia sottolineato nell’ultima visita, effettuata l’estate scorsa, i dati forniti dall’amministrazione penitenziaria evidenziano una progressiva riduzione della popolazione carceraria dell’Istituto foggiano, oggi a quota 422 detenuti a fronte di una capienza reale di 349 posti letto. Sono lontani i numeri critici del 2013 quando si superavano le 750 unità ed oggi il sovraffollamento nel carcere di Foggia, anche grazie all’opera incessante di denuncia dei radicali, può dirsi superato.
E’ indubbio che gli interventi legislativi posti in essere dall’Italia a seguito della sentenza di condanna per trattamenti inumani e degradanti da parte della Corte europea dei Diritti dell’Uomo ( CEDU Torregiani ed altri) stiano producendo effetti positivi. Tuttavia rimangono forti le criticità all’interno del carcere foggiano nonostante gli sforzi e l’impegno della direzione e dell’amministrazione carceraria, cui va riconosciuto il merito di governare, purtroppo spesso in solitudine, una quotidiana emergenza ignota agli occhi della maggior parte dei cittadini I Radicali denunciano con forza le condizioni della struttura, risalente agli anni ’80, ma ormai obsoleta, segnata dal tempo e dall’incuria, nella quale sono costretti a vivere i detenuti e a lavorare gli agenti della polizia penitenziaria, il personale medico-sanitario e amministrativo.
Gli edifici dei plessi c.d.“vecchio” e “nuovo”, destinati ai detenuti uomini, richiederebbero interventi strutturali di manutenzione con celle, in molti casi, ancora prive di docce interne ed un sistema idrico insufficiente a garantire acqua calda corrente durante i mesi invernali. Migliori le condizioni della sezione femminile anche se i Radicali denunciano che l’area destinata al “passeggio” risulta inagibile, nonostante da mesi sia stato previsto un intervento di ristrutturazione, e le detenute siano costrette in un cortile inadeguato a tale funzione.
Può considerarsi una struttura in tali condizioni idonea ad assolvere la funzione di rieducazione e reinserimento sociale dei detenuti?
I Radicali foggiani proseguono la loro analisi denunciando con forza le condizioni di lavoro cui sono costretti gli ufficiali ed agenti della polizia penitenziaria. La pianta organica prevista dal ministero è di 322 unità, ma quelle effettivamente disponibili sono solo 283, numero che si riduce in ragione di ferie, riposi, permessi, malattie. A ciò si aggiungono l’anzianità di servizio e l’età anagrafica molto elevate che rendendo ancor più gravose le mansioni logoranti della polizia penitenziaria. La situazione, in prospettiva, non è destinata a migliorare se si considera che l’attuale blocco delle assunzioni impedisce l’immissione di personale più giovane da affiancare a quello più esperto. Questo quadro critico si aggrava a causa delle carenze della Magistratura di Sorveglianza. Attualmente è presente un unico magistrato di Sorveglianza competente per l’intera Capitanata, e ciò non rende agevole l’assolvimento delle delicatissime funzioni, traducendosi in un’ulteriore denegata giustizia.
I Radicali foggiani anche in quest’occasione, invitano tutti ad un’attenta e lucida analisi della situazione, che vada anche oltre sterili cifre e tabelle, per cogliere l’effettiva realtà carceraria, ancora e sempre più oggetto di pregiudizi e luoghi comuni. L’Associazione “Mariateresa Di Lascia” sottolinea, inoltre, di aver constatato i molti meriti della Direzione nella gestione dell’Istituto e la capacità, della Polizia penitenziaria, di gestire, nella gran parte dei casi e con sufficiente attenzione, le quotidiane criticità ed emergenze.
L’Associazione denuncia, altresì, la persistente assenza della politica locale, nei confronti della realtà carceraria ed invita, ancora una volta, l’Amministrazione comunale a procedere all’introduzione della figura del “Garante comunale dei detenuti”, figura che è risultata essere una ottima risorsa nelle realtà territoriali nelle quali è, da tempo, operante. Perché il carcere di Foggia è parte della stessa città e i detenuti sono cittadini dello stesso territorio. Se davvero vogliamo che il carcere sia luogo di rinascita ad una nuova vita e non semplice luogo di reclusione».

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