Donato Troiano, Lettera Aperta ai “montanari” sui Beni Culturali di Monte Sant’Angelo
Con una Lettera Aperta a tutti i suoi concittadini di Monte, Donato Troiano (nella foto), l’ex numero uno dell’Asl foggiana, riflette a voce aperta sul futuro dei beni culturali di Monte e del loro utilizzo, rivolgendosi particolarmente ai giovani. Pubblichiamo per intero e fedelmente la lettera del già Direttore Generale della ASL FG/2 e di Commissario Straordinario dell’ ASL PROVINCIALE DI FOGGIA.
«NOI MONTANARI E IL SANTUARIO DI SAN MICHELE PER IL FUTURO DELLE NUOVE GENERAZIONI.
Cari concittadini,
alcune settimane addietro ho assistito alla Conferenza sui Beni culturali, che si è tenuta nella Sala-conferenze del Santuario di San Michele Arcangelo, organizzata dall’Associazione “Axis Mundi”, a cui hanno dato il loro prezioso contributo relatori illustri, quali il prof. Giorgio Otranto e il prof. Roberto Giacobbo, apprezzatissimo divulgatore della conoscenza e del sapere e conduttore del programma televisivo “Voyager”.
La vastità e la profondità della cultura dei due relatori hanno catturato l’attenzione e suscitato l’interesse di tutti coloro che liberamente hanno dedicato una parte preziosa del loro tempo a questo evento culturale.
Mi hanno colpito, in particolare, due riflessioni portate avanti in maniera dialogica dal prof. Giacobbo e dal prof. Otranto.
“Voi che siete qui, anzi noi che siamo qui - ha affermato il prof. Giacobbo – ci dobbiamo ritenere fortunati, poiché abbiamo ereditato dal passato un bene così prezioso, un luogo spirituale unico, qual è il Santuario di San Michele Arcangelo”.
Condivido pienamente la considerazione del prof. Giacobbo. Sì, siamo davvero fortunati noi montanari, ma devo aggiungere, per amore di verità, che non ne siamo del tutto consapevoli. Infatti, il nostro rapporto con il Santuario e con ciò che esso significa e rappresenta per il mondo cristiano è stato e tuttora è piuttosto debole e “superficiale”. Le stesse Amministrazioni comunali, nessuna esclusa, in nome della reciproca autonomia del Santuario e dell’Istituzione Comunale, non hanno mai concorso a realizzare le condizioni reali per una loro collaborazione sistematica e continua.
L’intera Comunità e l’Istituzione Comunale hanno il dovere di trasformare questo atteggiamento di distacco e di lontananza dalle problematiche e dal ruolo del Santuario in un legame profondo e indissolubile, in quanto “ noi esistiamo qui e ora” soltanto in funzione della consacrazione della Grotta in cui è apparso l’Arcangelo Michele.
Vi è di più. Tutti noi montanari abbiamo il dovere di pretendere che la Basilica di San Michele assuma un ruolo di primo piano nei percorsi di pellegrinaggio e diventi uno dei luoghi- principe della spiritualità del mondo contemporaneo.
Ciò implica che gli attuali Rettori del Santuario, nella loro piena autonomia, progettino e attuino iniziative di straordinario valore spirituale e di grande spessore culturale, volte a collocare il culto dell’Arcangelo Michele quale uno dei temi della riflessione del ruolo del Cristianesimo nel mondo attuale.
Il prof. Giorgio Otranto, forse rispondendo ad una improvvida affermazione di un novello amministratore, ha giustamente precisato che il Santuario di San Michele Arcangelo non è un’azienda. Il suo fine, pertanto, non è il profitto o l’occupazione. La sua missione, invece, è “catturare” le anime.
E’ vero, prof. Otranto. La Basilica di San Michele non è un’impresa, ma non può essere neanche una Parrocchia, seppure la prima. Essa è molto di più. E’ lo spirito di un’intera Comunità, che si apre al mondo e alle sue problematiche innanzitutto spirituali, ma non solo.
Tutti siamo chiamati a fare di più e meglio, poiché non c’è futuro per nessuno se non si apre, al più presto possibile, nuova fase della vita della nostra Comunità intorno al nostro Santuario.
Ciò potrà accadere soltanto se ciascuno di noi assicurerà il proprio contributo, partecipando attivamente e disinteressatamente alla costruzione di un futuro fecondo per le nuove generazioni».
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