Anoressia, l'età scende
Secondo l'organizzazione, a mettere sotto pressione i ragazzini sono, in particolare, i social network e i mezzi d'informazione.
Le cure somministrate agli anoressici in ospedale sono aumentate del 30% negli ultimi tre anni e l'età dei pazienti s'abbassa: come fa notare l'associazione svizzera Pro Juventute, mentre in passato il problema riguardava soprattutto gli adolescenti, ora non è raro che ne siano toccati bambini finanche di 9-10 anni d'età.
Secondo l'organizzazione, a mettere sotto pressione i ragazzini sono, in particolare, i social network e i mezzi d'informazione.
L'anno scorso, sempre in Svizzera è stata lanciata una campagna per ricordare a chi non è ancora adulto che "una vita a prima vista perfetta non corrisponde alla realtà".
Mentre in Italia, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, negli ultimi anni purtroppo c'è stata una tendenza crescente dei media e dell'opinione pubblica a mettere in ombra un fenomeno che al contrario non conosce una flessione ed anzi per le stesse ragioni rappresentate dall'indagine dell'associazione svizzera e pubblicate sulla stampa nazionale elvetica si sta rivelando sempre più diffusa tra i giovani e giovanissimi.
Alle istituzioni, a partire dal Ministero della Salute, non resta che riaccendere i fari su questo diffusissima questione coinvolgendo con campagne informative soprattutto i genitori e le famiglie che sono troppo spesso portate a sottovalutare i problemi connessi alla crescita psicofisica dei propri figli e a non affrontarla con la giusta serietà.
Sportello dei diritti
Le cure somministrate agli anoressici in ospedale sono aumentate del 30% negli ultimi tre anni e l'età dei pazienti s'abbassa: come fa notare l'associazione svizzera Pro Juventute, mentre in passato il problema riguardava soprattutto gli adolescenti, ora non è raro che ne siano toccati bambini finanche di 9-10 anni d'età.
Secondo l'organizzazione, a mettere sotto pressione i ragazzini sono, in particolare, i social network e i mezzi d'informazione.
L'anno scorso, sempre in Svizzera è stata lanciata una campagna per ricordare a chi non è ancora adulto che "una vita a prima vista perfetta non corrisponde alla realtà".
Mentre in Italia, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, negli ultimi anni purtroppo c'è stata una tendenza crescente dei media e dell'opinione pubblica a mettere in ombra un fenomeno che al contrario non conosce una flessione ed anzi per le stesse ragioni rappresentate dall'indagine dell'associazione svizzera e pubblicate sulla stampa nazionale elvetica si sta rivelando sempre più diffusa tra i giovani e giovanissimi.
Alle istituzioni, a partire dal Ministero della Salute, non resta che riaccendere i fari su questo diffusissima questione coinvolgendo con campagne informative soprattutto i genitori e le famiglie che sono troppo spesso portate a sottovalutare i problemi connessi alla crescita psicofisica dei propri figli e a non affrontarla con la giusta serietà.
Sportello dei diritti
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