lunedì 22 luglio 2013

Italiani? Più vecchi e più infelici

Siamo condannati a una vita lunga, con alterne fortune e, soprattutto, piuttosto infelice. Non è la previsione di qualche cartomante o mago televisivo. E’ il destino attuale, e chissà quanto futuro, degli italiani. Almeno secondo l’ultimo rapporto “Better Life Index” dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Il nuovo indice per misurare il benessere dei singoli Stati, infatti, ci vede al secondo posto assoluto per aspettativa di vita, ma solo al 30esimo nel grado di soddisfazione degli abitanti. Il risultato italiano, un perfetto mix di luci e ombre, è il frutto di 11 gruppi di parametri. Dalla casa al reddito, dalle relazioni sociali alla sicurezza, fino all’ambiente e alla sanità.

Prima i dati positivi. Solo in Svizzera si vive più a lungo che in Italia. Nel nostro Paese, infatti, si può sperare di arrivare fino ad 83 anni. Siamo a pari merito con il Giappone e superiamo di gran lunga la media Ocse, ferma ad 80 anni. Questo, però, non basta per renderci felici. Così nella classifica sulla “life satisfaction” (il livello di soddisfazione che i cittadini attribuiscono alla propria vita, Ndr), se la Svizzera conferma la prima posizione, l’Italia scende al 30esimo posto. Davanti a noi, tra gli altri, anche Australia, Stati Uniti, Cile, Spagna, Slovenia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Polonia e perfino il Messico. Il Paese dell’America Latina, che dal 2006 esprime anche il Segretario generale dell’Ocse, José Ángel Gurría, è nella parte bassa della classifica per quasi tutti i parametri. Ma, se si tratta di felicità, i messicani balzano in Top Ten. E così mestamente dietro di noi ci sono solo Russia, Turchia, Grecia e Portogallo e Ungheria.

Si potrebbe pensare che la scarsa felicità degli italiani sia dovuta alla crisi economica e finanziaria, più dura e duratura nel nostro Paese che in altre parti del mondo. Ma sarebbe una risposta parziale. Il rapporto dell’Ocse, infatti, rileva che le nostre famiglie hanno entrate nette superiori alla media. Per quanto riguarda la ricchezza siamo al 12esimo posto. Inoltre il 68,4 per cento delle famiglie tricolori possiede un’abitazione contro il 44,2 per cento di quelle tedesche. Allora come si spiega un risultato così chiaramente negativo? Difficile dirlo. Probabilmente la situazione sociale e politica ha reso gli italiani più pessimisti. E magari anche più apatici.

L’umore del Bel Paese sembra essere in netto declino. Un sondaggio Ipsos di due anni fa ci vedeva molto preoccupati per la crisi economica (il 78 per cento degli intervistati) e critici nei confronti della politica nazionale (il 64 per cento la riteneva peggiorata), ma la soddisfazione nella sfera affettiva ci rendeva tutto sommato felici. Ora, forse, la famiglia, l’amore e l’amicizia non bastano più a migliorare la qualità della vita. Un toccasana per il momento non c’è. E, magari, neanche lo si cerca più di tanto. Non sarà un caso, allora, che sempre più italiani affermano di aver rinunciato o posticipato perfino le cure mediche. Eppure una volta si diceva quando c’è la salute...

it.notizie.yahoo.com

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