Luce e gas, è possibile risparmiare?

Siamo, infatti, in un momento di pesante crisi economica e il peso che hanno le bollette di luce e gas sui bilanci familiari non è irrisorio. Attualmente il 12% delle famiglie italiane risultano morose rispetto al pagamento delle bollette. Con gli stipendi e le pensioni che ci sono non possiamo stupirci di questo dato: su uno stipendio o una pensione di 600-800 euro la spesa annuale dell’energia elettrica (che supera i 500 euro) incide per oltre il 10%. E cambiando operatore il risparmio non arriva all’8% della spesa: troppo poco per scomodarsi.
Dalla quinta indagine condotta dal Centro Ricerche Educazione e Formazione di Federconsumatori (presentata durante il convegno) emerge che il risparmio massimo che si può avere tra le varie offerte nel mercato dell’energia elettrica (sono state prese in considerazione 19 offerte di 11 aziende diverse) è di 19,97 euro (per un consumo di 1800 KW/H) che diventano 29,95 euro se si consumano 2700 KW/h. Siamo quindi ad un risparmio intorno al 6% su una spesa annua di 305 euro (per un consumo di 1800 KW/h) o di 514 euro (per un consumo di 2700 KW/h). L’azienda che offre la migliore offerta è Edison Energia, con la “Edison luce sconto facile”
E allora che succede? Che solo il 18% dei consumatori cambia fornitore e in molti casi se ne pente e torna al mercato di maggior tutela. Maggior tutela si fa per dire, visto che i prezzi dovrebbero essere calmierati dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, ma ultimamente stanno aumentando ogni tre mesi (l’ultimo aumento deciso dall’AEEG è scattato il 1° ottobre ed è stato dell’1,4% sull’energia elettrica e dell’1,1% sul gas).
Perché luce e gas continuano ad aumentare anche in un momento difficile come questo? Il primo motivo dell’aumento è il prezzo del petrolio: dal 2009 è costantemente sopra i 110 dollari al barile e, a differenza di qualche anno fa, oggi l’euro è meno forte. Ci troviamo allora con un prezzo del greggio elevato (e che probabilmente continuerà a salire) e con un cambio euro-dollaro a nostro sfavore. E questo, al di là delle speculazioni finanziarie che si potrebbero contrastare con più forza, è un dato di fatto.
C’è poi un altro aspetto: il prezzo dell’energia è un prezzo politico, quindi rispecchia in un certo senso le decisioni dei Governi. Durante i Governi Thatcher e Reagan, ad esempio, è stato imposto un prezzo dell’energia più basso. Oggi non succede questo, almeno non in Italia: tra oneri di rete, Iva e rinnovabili, metà della bolletta è fatta da imposte.
“Oggi il mercato è cambiato in modo tumultuoso e si è molto ristretto – ha spiegato Luigi Carbone, consigliere dell’AEEG – Lo spazio benefico della concorrenza si ha sui tre sesti della bolletta, quindi sulla metà. La vera sfida è allargare la quota contendibile. L’Autorità ha fatto una grande battaglia per non far aumentare di molto gli oneri di rete, ma c’è ancora tanto da fare, ad esempio, sul prezzo del gas: se riuscissimo a far calare il prezzo del gas diminuirebbe anche quello dell’energia elettrica”. Carbone ha elencato una serie di cose fatte per aumentare la consapevolezza e l’informazione al consumatore; ma dall’altro lato il consumatore va protetto già nella fase del suo posizionamento sul mercato. Cioè dovrebbe trovare un mercato che sia meno opaco e meno aggressivo. Rispetto ai contratti non richiesti, ad esempio, l’Autorità ha lavorato molto insieme alle Associazioni dei consumatori, tanto che il fenomeno si è ridotto. “I malfattori si sono resi conto che è stato acceso un faro – ha precisato Carbone – ma non dobbiamo abbassare la guardia perché il fenomeno va stroncato definitivamente”.
Ma non ci sono solo i contratti non richiesti: ci sono gli errori di fatturazione, doppie fatture, conguagli strampalati e reclami non considerati. Di fronte a tutto questo, spesso, il consumatore si sente solo e non può far altri che pagare (se ce la fa). Si di lui quindi si scaricano, oltre ai fenomeni che abbiamo elencato, anche le inefficienze di un mercato che è ancora troppo asimmetrico. Il consumatore cosa può fare? Può rivolgersi alle Associazioni dei consumatori che stanno svolgendo il ruolo degli uffici reclamo delle aziende. Ma almeno sono efficaci: tra una conciliazione e una denuncia riescono in un certo senso a difendere i diritti del consumatore.
Ma forse è il momento per andare oltre e immaginare addirittura dei gruppi d’acquisto (come quelli nati per la spesa alimentare) che riuniscono un numero elevato di utenze e siano in grado di contrattare condizioni migliori per il riscaldamento di casa e, in generale per la fornitura domestica di luce e gas. Se i consumatori si mettessero davvero insieme, con l’appoggio delle Associazioni, degli ambientalisti e di qualche realtà coperativa, sarebbero in grado di ridurre l’attuale asimmetria del mercato, con grossi benefini per tasche di ognuno e per il bene del paese intero.
Le proposte di iniziative interessanti non mancano, ma anche il Governo deve fare la sua parte, ad esempio, introducendo un meccanismo di accisa mobile anche nel settore dell’energia elettrica e allargando la platea dei beneficiari del bonus. “E’ urgente contenere il forte aumento delle bollette registrato negli ultimi anni – ha detto il Vice Presidente della Federconsumatori Mauro Zanini – Abbiamo bisogno di offerte più trasparenti e di comportamenti più corretti affinché ci siano risparmi veri per il consumatore finale. Il salto di qualità devono farlo le società di vendita e dall’altro lato il Governo deve ridurre il peso fiscale in bolletta e dotarsi con urgenza di una politica energetica strategica e a lungo termine. L’Autorità deve continuare ad avere un ruolo importante di regolatore del mercato, affinché si eliminino le inefficenze e si ottengano vantaggi per il Paese intero”.
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