LE GIORNATE DEL TERRITORIO RILANCIANO LA VISIONE DELLA FIERA DI FOGGIA
Cultura e beni culturali come elementi fondamentali per lo sviluppo del territorio: questo il tema proposto dalle "Giornate del Territorio”, il nuovo laboratorio di idee e di programmi che si è installato nella Fiera di Foggia e che, in occasione dell'Ottobre Dauno, ha presentato il Rapporto 2012 sull'Industria Culturale redatto a livello nazionale da Fondazione Symbola e Unioncamere. L'Ente Fiera, proseguendo nel ridisegno delle proprie manifestazioni, ha inteso proporre la costituzione di un "Sistema Produttivo Culturale".Di fronte a scenari di scarsità di risorse, di incertezza dei mercati, di assenza delle istituzioni guida del mondo delle imprese, il messaggio della Fiera è stato chiaro: la crescita economica di un territorio passa per la sua crescita culturale e sociale, che non può essere disgiunta dall'adozione di una visione unitaria e convergente dei diversi soggetti istituzionali, improntato alla competenza, alla conoscenza, all'identità, alla creazione di valore, alla responsabilità e al coraggio.
Questo il messaggio lanciato dalle "Giornate del Territorio", nuova anima della Campionaria d'Ottobre e motore delle prossime edizioni anche della Fiera Internazionale dell'Agricoltura, il cui messaggio - già dal 2012 - è stato di ritorno alla terra, ai ritmi dolci di un territorio che si caratterizza per le proprie caratteristiche peculiari e distintive, naturalmente orientate ai paradigmi della soft economy.
Un appello, quello del presidente Fedele Cannerozzi, dagli esiti in chiaro scuro. Da un lato la risposta pronta di numerosi tra i più autorevoli attori della scena culturale di Capitanata, con i contributi attivi e gli interventi di Bilia Consiglio (Provincia di Foggia), Michele Terlizzi (Distretto Lapideo), Giuliano Volpe (Università di Foggia), Augusto Marasco (Ordine degli Architetti della provincia di Foggia), Federico Massimo Ceschin (consulente per il posizionamento strategico dei territori), Fabio Fratini (ricercatore CNR), Franco Salcuni (Five Festival Sud System), Rosario Di Donna (Sud Food System), guidati nel confronto dal giornalista Massimo Levantaci.
Dall'altro l'evidente assenza dell'universo delle imprese e delle sue rappresentanze, cui probabilmente il messaggio dell'Ente Fiera non è arrivato con la chiarezza necessaria a comprendere la necessità di una svolta nei modelli di crescita, rimettendo al centro le identità e le vocazioni territoriali.
Ed è così che le riflessioni provocate dal Rapporto Symbola/Unioncamere, se per un verso hanno dato conto delle straordinarie opportunità produttive e occupazionali del "sistema cultura", con le sue 400mila imprese, i suoi 1,4 milioni di addetti, per un valore pari al 5% del prodotto nazionale - coinvolgendo inoltre un potente indotto impiegato nel terzo settore - non hanno mancato di svelare le lacune di Foggia e del suo comprensorio, rilevando una forte asimmetria persino tra il buon posizionamento del brand "Puglia" e le posizioni di coda per la Capitanata.
Certo, non si scopre all'Ottobre Dauno l'oggettiva carenza di industrie creative e culturali, a dispetto di un patrimonio storico, artistico e ambientale così rilevante da esprimere un potenziale posizionamento nei mercati con sparuti riscontri nello scenario generale: si pensi alla variegata composizione territoriale, alle tradizioni rurali e artigiane, all'eccellenza dei prodotti agroalimentari e della gastronomia, ai sedimenti storici e archeologici, alla qualità ambientale e paesaggistica, alla biodiversità. Tutti patrimoni evidentemente ancora poco valorizzati, non in grado di generare adeguato valore economico e occupazionale, nemmeno nelle attese degli imprenditori e delle loro classi dirigenti; occorre acquisire consapevolezza e agire di conseguenza.
Tavoliere, Daunia e Gargano sono terre di grandi numeri produttivi: il maggior quoziente di valore aggiunto agricolo, il secondo distretto lapideo nazionale, una significativa tradizione artigianale, nelle attività terziarie è il primo distretto turistico regionale, ha la maggior capacità di generare energia rinnovabile, presenta le migliori condizioni per lo sviluppo della green economy.
Ancora assente la congiunzione e l'integrazione tra questi fattori, così come la consapevolezza dell'apporto strategico dei fattori culturali, che invece l'Ente Fiera propone come cerniera e punto di svolta della competitività territoriale. "Occorre sollecitare e favorire la creazione di imprese culturali, salvaguardare il patrimonio storico e ambientale, tutelare le tradizioni e le specificità produttive, collegandole ali “identità territoriale” - il messaggio alla platea del presidente Fedele Cannerozzi - "quali condizioni indispensabili per garantire una prospettiva di crescita al territorio, inseguendo la qualità per creare valore aggiunto”.
“E ' come se fossimo all'anno zero” - ha proseguito il presidente – “perché su questo piano è ancora necessario lavorare per accrescere la consapevolezza dell'intera platea istituzionale, degli organi di informazione, del mondo della formazione, perché le azioni e i programmi possano davvero essere finalizzati alla costruzione integrata di valore del patrimonio culturale largamente inteso, tentando di guardarlo da punti di vista nuovi e inediti, iniziando a concepirlo come vettore fondamentale per la crescita del sistema sociale ed economico".
Un Ottobre Dauno che si conclude con un bilancio interlocutorio, dunque. Erede dell'attuale situazione di stagnazione del Paese ma interessato da dinamiche di cambiamento profondo, nella direzione di coinvolgere direttamente le comunità locali in una nuova e più effettiva capacità di condividere le scelte strategiche.
La creazione di un "sistema produttivo culturale" non può essere frutto di una manifestazione fieristica, né l'Ente Fiera si sente latore di messaggi in grado di convincere tutti con immediatezza. "Ma in questa affascinante sfida la Fiera di Foggia vuole giocare fino in fondo il proprio ruolo" - ha concluso Cannerozzi -"forte del contributo e della collaborazione dei propri Soci (Regione Puglia, Provincia, Camera di Commercio e Comune di Foggia), dell'Università, delle organizzazioni di categoria e di tutte le diverse altre espressioni della società civile interessate a realizzare un laboratorio di idee che sappia elaborare proposte concrete in direzione della massima integrazione tra giacimenti immateriali e mercati".
Questo il messaggio lanciato dalle "Giornate del Territorio", nuova anima della Campionaria d'Ottobre e motore delle prossime edizioni anche della Fiera Internazionale dell'Agricoltura, il cui messaggio - già dal 2012 - è stato di ritorno alla terra, ai ritmi dolci di un territorio che si caratterizza per le proprie caratteristiche peculiari e distintive, naturalmente orientate ai paradigmi della soft economy.
Un appello, quello del presidente Fedele Cannerozzi, dagli esiti in chiaro scuro. Da un lato la risposta pronta di numerosi tra i più autorevoli attori della scena culturale di Capitanata, con i contributi attivi e gli interventi di Bilia Consiglio (Provincia di Foggia), Michele Terlizzi (Distretto Lapideo), Giuliano Volpe (Università di Foggia), Augusto Marasco (Ordine degli Architetti della provincia di Foggia), Federico Massimo Ceschin (consulente per il posizionamento strategico dei territori), Fabio Fratini (ricercatore CNR), Franco Salcuni (Five Festival Sud System), Rosario Di Donna (Sud Food System), guidati nel confronto dal giornalista Massimo Levantaci.
Dall'altro l'evidente assenza dell'universo delle imprese e delle sue rappresentanze, cui probabilmente il messaggio dell'Ente Fiera non è arrivato con la chiarezza necessaria a comprendere la necessità di una svolta nei modelli di crescita, rimettendo al centro le identità e le vocazioni territoriali.
Ed è così che le riflessioni provocate dal Rapporto Symbola/Unioncamere, se per un verso hanno dato conto delle straordinarie opportunità produttive e occupazionali del "sistema cultura", con le sue 400mila imprese, i suoi 1,4 milioni di addetti, per un valore pari al 5% del prodotto nazionale - coinvolgendo inoltre un potente indotto impiegato nel terzo settore - non hanno mancato di svelare le lacune di Foggia e del suo comprensorio, rilevando una forte asimmetria persino tra il buon posizionamento del brand "Puglia" e le posizioni di coda per la Capitanata.
Certo, non si scopre all'Ottobre Dauno l'oggettiva carenza di industrie creative e culturali, a dispetto di un patrimonio storico, artistico e ambientale così rilevante da esprimere un potenziale posizionamento nei mercati con sparuti riscontri nello scenario generale: si pensi alla variegata composizione territoriale, alle tradizioni rurali e artigiane, all'eccellenza dei prodotti agroalimentari e della gastronomia, ai sedimenti storici e archeologici, alla qualità ambientale e paesaggistica, alla biodiversità. Tutti patrimoni evidentemente ancora poco valorizzati, non in grado di generare adeguato valore economico e occupazionale, nemmeno nelle attese degli imprenditori e delle loro classi dirigenti; occorre acquisire consapevolezza e agire di conseguenza.
Tavoliere, Daunia e Gargano sono terre di grandi numeri produttivi: il maggior quoziente di valore aggiunto agricolo, il secondo distretto lapideo nazionale, una significativa tradizione artigianale, nelle attività terziarie è il primo distretto turistico regionale, ha la maggior capacità di generare energia rinnovabile, presenta le migliori condizioni per lo sviluppo della green economy.
Ancora assente la congiunzione e l'integrazione tra questi fattori, così come la consapevolezza dell'apporto strategico dei fattori culturali, che invece l'Ente Fiera propone come cerniera e punto di svolta della competitività territoriale. "Occorre sollecitare e favorire la creazione di imprese culturali, salvaguardare il patrimonio storico e ambientale, tutelare le tradizioni e le specificità produttive, collegandole ali “identità territoriale” - il messaggio alla platea del presidente Fedele Cannerozzi - "quali condizioni indispensabili per garantire una prospettiva di crescita al territorio, inseguendo la qualità per creare valore aggiunto”.
“E ' come se fossimo all'anno zero” - ha proseguito il presidente – “perché su questo piano è ancora necessario lavorare per accrescere la consapevolezza dell'intera platea istituzionale, degli organi di informazione, del mondo della formazione, perché le azioni e i programmi possano davvero essere finalizzati alla costruzione integrata di valore del patrimonio culturale largamente inteso, tentando di guardarlo da punti di vista nuovi e inediti, iniziando a concepirlo come vettore fondamentale per la crescita del sistema sociale ed economico".
Un Ottobre Dauno che si conclude con un bilancio interlocutorio, dunque. Erede dell'attuale situazione di stagnazione del Paese ma interessato da dinamiche di cambiamento profondo, nella direzione di coinvolgere direttamente le comunità locali in una nuova e più effettiva capacità di condividere le scelte strategiche.
La creazione di un "sistema produttivo culturale" non può essere frutto di una manifestazione fieristica, né l'Ente Fiera si sente latore di messaggi in grado di convincere tutti con immediatezza. "Ma in questa affascinante sfida la Fiera di Foggia vuole giocare fino in fondo il proprio ruolo" - ha concluso Cannerozzi -"forte del contributo e della collaborazione dei propri Soci (Regione Puglia, Provincia, Camera di Commercio e Comune di Foggia), dell'Università, delle organizzazioni di categoria e di tutte le diverse altre espressioni della società civile interessate a realizzare un laboratorio di idee che sappia elaborare proposte concrete in direzione della massima integrazione tra giacimenti immateriali e mercati".
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