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venerdì 26 aprile 2019

L’Intervista - Legalità e sicurezza, associazionismo, diritti e recupero urbano, al centro delle attenzioni di Michele Sisbarra, candidato Consigliere a Foggia


Molti a Foggia lo ricorderanno per aver coniato lo spot elettorale “Tutti pazzi per….”, vincente poi nella competizione del 2009. In quel quinquennio ha prodotto molte iniziative e diverse azioni sociali, sempre sul fronte legalità, associazionismo, diversità e inclusione. Nel 2014, purtroppo, rimane fuori dall’assise comunale, senza mai, però, far mancare la sua voce negli ambiti politici. Lo ha fatto anche attraverso la sua passione, la poesia e la scrittura, coinvolgendo i foggiani in tematiche sociali annosamente in seno a chi dovrebbe risolverle e attuarle. Stiamo parlando dell’Arch. Michele Sisbarra, docente, che quest’anno ritorna a dir la sua per incidere fattivamente sulla buona politica per Foggia. A margine del 25 aprile, la data che ricorda la Liberazione d’Italia dal nazifascismo, abbiamo incontrato l’Arch. Sisbarra. A lui abbiamo voluto chiedergli non perché si candida a Consigliere comunale al Comune di Foggia alle prossime elezioni amministrative, il 26 maggio 2019, con candidato Sindaco l’Ing. Pippo Cavaliere, nella lista Foggia Popolare, bensì le idee che vorrebbe far diventare fatti, in quel programma che coinvolge anime diverse ma unite da un unico spirito democratico, cambiare in meglio la città di Foggia.

D: Senza giri di parole, giacché questa campagna elettorale di altri competitors pare non decollare sul fronte dei programmi, le chiediamo quale sarà la sua prima azione per il bene di Foggia. Il suo Punto Primo?

R: Legalità. Veda, qualsiasi azione amministrativa non potrà mai decollare e avere effetti positivi sui cittadini se alla base non vi è Legalità, sia in chi fa scelte di Governo che in chi dovrà applicarle. La nostra città ha bisogno di respirare Aria nuova e pulita.

D: Lei, Architetto, è mancato per cinque anni dal Consiglio comunale, ma è sempre stato attivo sul fronte politico e sociale per la città di Foggia. Ha formulato molte proposte e ha sempre cercato di dar seguito a quelle presentate in Consiglio nella scorsa amministrazione. Tra queste c’è quella del Registro sul Testamento Biologico, che dopo l’approvazione della legge 219/2017, le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), che presso il Comune stenta a decollare. È questione di cultura o crede che vi sia altro?

R: Io credo che i diritti siano i diritti di ogni cittadino, nessuno escluso. In questo periodo ho comunque continuato la battaglia sul riconoscimento dei diritti in altri ambiti diversi da quello politico, dove i problemi vengono vissuti sulla pelle di ogni cittadino. Il mancato riconoscimento del SINAE VITE o del REGISTRO PER LE UNIONI CIVILI in consiglio comunale ha radici legate a false etiche che vengono mal celate dalle priorità da affrontare. Ma riconoscere un diritto sacrosanto anche a uno solo dei nostri concittadini è un atto che è in sé prioritario. Per questo mi candido, per dare voce a chi non riesce a far sentire la sua.

D: Legalità, una parola a Lei molto cara, come lo è per molti ovviamente, e che è stata la sua personale “battaglia” quando era Consigliere comunale. Come lei dice che “l’impegno per la Legalità e i Diritti con si fermerà mai”, se ritornerà tra i banchi consiliari la “Consulta per la Legalità” potrebbe prender corpo?

R: Io me lo auguro e farò di tutto perché ciò avvenga. La Consulta per la Legalità, di per sé, non risolve le questioni che presuppongono anche altre scelte più radicate, ma è un ottimo osservatorio per chi vuole tendere una rete organizzata di energie positive. Lavorare in stretto contatto con autorità di controllo, associazionismi, scuola e amministrazione comunale significa dare corpo e sostanza a un’idea di legalità. E questa azione, come dicevo prima, dovrebbe essere la priorità delle priorità. Legalità vuol dire maggiore sviluppo nel Lavoro, nell’Urbanistica, nel Sociale.

D: Con “Progetto Foggia” ha continuato la sua azione sociale in prima linea per la Eguaglianza, Legalità, Diritti. In questi anni abbiamo assistito a un impoverimento della sostanza sulle loro azioni adombrate, purtroppo, da inscenate manifestazioni di facciata utilizzate come spot da chi della legalità se ne ricorda solo dopo estorsioni, bombe, omicidi. Sul fronte legalità forse c’è stata una decisa azione più che sulla formazione culturale, mentre per i diritti e l’eguaglianza pare che Foggia si sia assopita. Ha la stessa impressione o è solo percezione causata dalla preponderante richiesta di “made in Italy” messa in campo dalle controparti politiche?

R: Ho sempre pensato che le fiaccolate, la spesa fatta presso un’attività colpita dal Racket, abbia avuto solo il valore di un giorno di sensibilizzazione per ripiombare poi nel silenzio complice di chi preferisce voltarsi dall’altra parte. Bisogna porre in essere azioni concrete che mettano gli operatori del commercio e del lavoro in genere in condizione di svolgere al meglio la loro attività. Il Comune non può essere distante da alcun cittadino, soprattutto se questo viene vessato dal malaffare. Sui diritti ed eguali opportunità mi sono già espresso. Sono concetti che, in molti, anzi direi moltissimi, restano aria fritta, parole da usare per dare corpo ai loro discorsi. DIRITTI e EGUAGLIANZA sono invece i principi cardini su cui fondare una società più evoluta e rispettosa di ogni diversità, poiché in essa le differenze rappresentano un tesoro per crescere e non per separare. Divisa una Città non potrà mai crescere.

D: Molti suoi competitors stanno cavalcando l’onda delle problematiche che attanagliano il cosiddetto “Quartiere Ferrovia”. Lei ci vive e lo vive, e sa bene cosa accade e di cosa abbia bisogno. Ci può dire cosa farebbe se fosse eletto? E se no, cosa proporrebbe a chi amministrerà Foggia?

R: Il Quartiere Ferrovia è da tempo oggetto di superficiali attenzioni di politici più tesi a raccogliere consenso che a operare scelte strutturali. Scegliere la via del solo controllo, peraltro molto saltuario, non risolve assolutamente la questione, anzi. Esiste in questa parte di Foggia una concentrazione più alta di persone che la vita ha obbligato a venire in questi luoghi e il fenomeno va governato con la saggezza amministrativa del Buon Padre di famiglia. Bisogna creare luoghi nei quali questi ragazzi possano incontrarsi, imparare e confrontarsi positivamente con il nostro territorio, avere dei servizi igienici. Esiste un Mondo dell’associazionismo che potrebbe supportare e coadiuvare il Comune in tale compito. Solo dopo quando l’Amministrazione ha posto in essere tali azione che deve intervenire il controllo “repressivo e sanzionatorio”. Inoltre bisogna incentivare gli operatori del commercio e dell’artigianato a investire nuovamente in quest’area. Il Comune ha il dovere di accompagnare tali scelte con misure di sgravio dei tributi locali: tassa rifiuti, occupazione suolo pubblico e altro che renderebbero meno pesante l’apertura di un’attività. Insomma l’idea di un viale XXV Maggio (area centrale del Quartiere Ferrovia, ndr.) come grande centro commerciale all’aperto, nel quale si possano trovare luoghi di sosta attrattivi e tanto altro che possa ridare al quartiere centralità e importanza. Io avrei investito sul Quartiere Ferrovia piuttosto che su via Lanza, forse oggi avremmo potuto parlare di un luogo migliore.

D: Questione Sicurezza, è un problema non solo presente a Foggia. Senza star qui a parlare di quello che è stato fatto e non fatto, se al Comune ci sarà Lei con l’Amministrazione di centrosinistra, cosa vorrebbe cambiare in meglio, cosa aggiungere e far ex novo per garantire sicurezza ai foggiani? Darebbe maggiori poteri alla Polizia Municipale ovviamente con riscontri e eventuali sanzioni laddove chi tra gli agenti non intervengono secondo le modalità, leggi vigenti e poteri conferiti?

R: Bisogna innanzitutto rendere merito alle Forze di polizia per l’alto e pericoloso impegno che svolgono quotidianamente sul territorio. Come dicevo la cultura deve cambiare, se l’Amministrazione comunale è di esempio nell’uso ossessivo della legalità, anche i cittadini saranno spinti ad applicarla. Una cittadinanza più consapevole e figlia della Legalità è la prima e vera arma per contrastare il malaffare. Si può pensare a telecamere, poliziotti di quartiere e tante altre azioni, ma dobbiamo sempre ricordare che chi delinque è una sparuta minoranza rispetto alle tante “brave persone” che vivono questa terra.

D: Lei, Arch. Michele Sisbarra, ha scelto la lista “Foggia Popolare” di centrosinistra del Candidato Sindaco Pippo Cavaliere. Lei è da sempre sul fronte della sinistra. Come considera la composizione della coalizione poiché è abbastanza larga, dalla sinistra a diversi componenti provenienti dal centrismo di destra?

R: Foggia Popolare è una Lista civica che ha in sé più anime con esperienze e storie diverse ma legate dal comune obiettivo di risollevare Foggia. Dare alla lista anche una connotazione di sinistra per me significa assicurare al suo interno un dibattito più democratico che non si lasci andare a spinte più conservatrici. Pippo Cavaliere ha necessità di avere al suo intorno persone sulle quali contare e io, se voglio dargli questa opportunità di governare, dovrò farmi eleggere e, sinceramente, in questa lista credo di avere qualche chance.

D: Lavoro, altro agognante e annoso problema che affligge Foggia. Da dove si dovrebbe ripartire e cosa si potrebbe incrementare?

R: Veda, tutto è concatenato e tutto ruota sul concetto di LEGALITÀ. L’Amministrazione comunale non può produrre di per sé posti di lavoro, ma può porre le condizioni importanti e strutturali affinché questo territorio produca sviluppo e occupazione. Incentivare imprese e società che vogliono investire sul territorio senza porre legacci amministrativi e “non” che scoraggino gli investitori. Operare una grande azione di Piano sociale di Zona che attivi progettualità reali e non effimere di recupero socio culturale. Il Comune ha il grande ruolo di Governare questi processi senza lasciarsi tentare da pensieri insani e accompagnando e favorendo ogni tentativo di crescita.

D: Eccellenze foggiane fuggite da Foggia per lavorare, per esprimere il loro estro e la loro professionalità, che oggi lavorano e sono apprezzati in altre località, anche estere. Secondo Lei un’Amministrazione comunale dovrebbe dar massima priorità a short list di professionisti locali per richiamarli a casa? O deve aprirsi a tutti per allineare le possibilità? Lei conferirebbe incarichi professionali diretti come ai sensi dell'art. 36, comma 2, lett.A, del D. LGS. n° 50/2016, e SS.MM.II.?

R: Creare liste non mi trova d’accordo ma rendere consapevoli i tanti giovani, che sono dovuti andar via (anche mia figlia vive all’Estero), che qui si sta facendo il possibile per dare opportunità affinché anche loro possano rientrare, mi sembra un Dovere civico oltre che morale per il grande debito che abbiamo verso i giovani.

D: L’ambiente sempre al centro di campagne elettorali e poi dimenticato. Lei ha sempre avuto un occhio rivolto alla tutela dell’ambiente, della storia, della cultura locale. Foggia e la sua provincia hanno un patrimonio artistico-culturale-storico-religioso che se gestito bene potrebbe davvero cerare lavoro, economia e turismo settoriale. Ha una sua formula per rilanciare questo inestimabile patrimonio? E sulla Green economy che tanto ha aggredito, se non proprio stuprato ecosistemi locali, che visione ha?

R: Abbiamo un grande patrimonio che vuol essere ascoltato. La storia locale è fatta di tante componenti da quelle storico architettoniche a quelle ambientali. Bisogna fare una scelta netta e di parte: “essere per la città e non contro”. Questo significa incentivare il turismo dando un nuovo ruolo al centro storico e alle tante emergenze che vi sono attraverso un progetto che accompagni il turista in un percorso di conoscenza guidata della nostra Storia. Io ho sempre avuto un profondo rispetto per il Patrimonio Storico e Ambientale e che la Green Economy vada sostenuta senza che essa diventi oggetto di indiscriminata pirateria. Ecco perché concordo su operazione di Economia verde che abbiano il vincolo prioritario del rispetto dell’ambiente.

D: Ambiente è anche verde pubblico, parchi e aree per animali domestici. La sua proposta per rendere Foggia più verde e più amica degli animali?

R: Assisto in questi giorni a tagli indiscriminati e assurdi di alberi che avrebbero una storia da raccontare. La tutela e la valorizzazione del verde dovrebbe essere insito in ogni programma di governo di una città. Tale governo dovrebbe preoccuparsi di rendere i tanti spazi verdi esistenti realmente fruibili mettendo in relazione le tante aree esistente, Parchi tematici ad esempio. Insomma anche il verde deve contribuire a fare Cultura.

D: Diritti è anche vivere liberamente e serenamente con il tanto discusso mondo LGBT. Qui, e lo sappiamo bene, è una questione culturale, che stenta a collocarsi nella società. Oltre alle manifestazioni, utili ma relegate alla sensibilità, come lavorerebbe per far sì che Foggia sia davvero libera e rispetti questi diritti?

R: Qui risponde la mia vita e il mio impegno sociale. Come vice presidente AGEDO e per la mia formazione politico-culturale sarò sempre, e dico sempre, impegnato affinché il diritto di uno sia anche il diritto di tutti, nessun escluso.

D: Da Architetto qual lei è come ridisegnerebbe la città di Foggia?

R: Dico solo questo. Foggia non ha più bisogno di espansioni abitative, di consumo del Territorio. La imprese del settore, che legittimamente vogliono poter operare, devono comprendere che bisogna diversificare l’attività edilizia e spingerla verso il recupero urbano e lo sviluppo del terziario. Foggia dovrebbe ambire a essere una città SMART, una città intelligente, nella quale tecnologie e sviluppo dovrebbero connettersi al mondo del lavoro per creare opportunità. Insomma una città per i cittadini.

D: E sul fronte Barriere Architettoniche come interverrebbe?

R: Lei davvero crede che il sottoscritto, come persona impegnata nel sociale, come progettista e come uomo, non rivendichi un rispetto in tal senso? Quando affermo che ogni cittadino deve avere stessi diritti e stesse opportunità mi riferisco proprio a questo. Una città evoluta è una città che può essere vissuta in egual modo da tutti, nessuno escluso.

D: Lei è anche un docente, insegna in una scuola superiore, perciò a contatto con quella fascia sociale che sta crescendo, si sta formando e che avrà, se già non l’ha, un ruolo importante e deciso della società. Come vive questa sua situazione professionale alla luce dell’impegno sociale che profonde?

R: È sempre stato il sogno della mia vita poter insegnare, condividere conoscenze ed esperienze con altri. Nella formazione dell’individuo la Scuola ha e deve avere un ruolo sempre più importante. La Scuola ha l’importante funzione di formare cittadini consapevoli, persone in grado di essere CITTADINANZA ATTIVA, persone consapevoli che possano essere protagonisti all’interno della società. Avere questo compito ti riveste di una responsabilità immensa e questo è stimolo a fare sempre meglio. Veder crescere alunni che riescono a percorrere strade importanti e di successo senza vendersi per un piatto di lenticchie ai professionisti delle promesse illusorie è per me motivo di grande orgoglio.

D: Infine, e la ringraziamo per la disponibilità concessa, Foggia e le sue Periferie. Tutti ne parlano, molti le visitano, pochi vi rimangono con azioni inclusive e di fattivo sostegno e rilancio. Lei, Arch., come e cosa vorrebbe fare?

R: Le Periferie non devono essere serbatoi di voi da cui attingere in momenti elettorali. Nelle periferie di FOGGIA si coglie l’assenza della progettualità globale, il disegno d’insieme che dovrebbe garantire stessi diritti a ogni cittadino. Le PERIFERIE sono la vera emergenza per un’Amministrazione chiamata a vincere il disagio sociale, perché proprio dal recupero delle periferie che parte il progetto di rinascita Civica. L’Amministrazione deve ripensare al sistema dei servizi al cittadino, da quelli di prima necessità a fino a quelli tesi al vivere sostenibile. Sport, cultura, istruzione, assistenza civica sono alcuni degli attrattori che rinsaldano il rapporto tra centro e periferia. Un rapporto nel quale non è sempre la periferia ad aver bisogno del centro ma anche il centro deve poter sentire la necessità di legarsi strettamente alla periferia. In definitiva, ogni ambito urbano deve poter essere ugualmente protagonista e partecipe dello sviluppo socio culturale e civico. Questo significa togliere spazio alle tentazioni malavitose che usano il bisogno e il degrado come seduzione verso il malaffare. Questo è in sintesi il mio pensiero sulle periferie e questo l’impegno che posso prendere con i cittadini. Spendere ogni mia energia nel perseguire tali radicate convinzioni è atto non solo dovuto ma necessario.

Grazie a Voi per questa opportunità concessami.

Grazie a Lei Arch. e in bocca al lupo.

©NicoBaratta all rights reserved
La Redazione

martedì 18 aprile 2017

Un Sindaco per Monte. Le “sinistre” dinamiche angioline

di Nico Baratta

A quanto pare – o forse leggendo il seguito dell’articolo – la scelta del PD per il prossimo candidato sindaco di Monte Sant’Angelo ha avuto i natali. Gli stessi avuti nel 2012 prima che la coalizione preferì poi il sindaco uscente di centrodestra. Il nome è noto negli ambiti angiolini e si tratta di Pierpaolo d’Arienzo, agronomo ed ex segretario cittadino del partito. Un nome che, a quanto pare, è ben visto dalla società civile associata ma che, ed è giusto ricordarlo, nel 2012 fu cooptato da una parte del PD per poi essere “bruciato” dall’altra, preferendo il già sindaco Andrea Ciliberti. Scelte discutibili, spesso prevedibili, facenti parte delle dinamiche politiche contrapposte di una coalizione che da sempre non si accorda prima se masochisticamente si fa del male. E questo lascia ben comprendere, anche presagire, che la partita sul nome di d’Arienzo è aperta e quei natali potrebbero trasformarsi nell’ennesima “scottatura” (non diciamo “trombatura”) di una persona che mitemente è al servizio del partito.
A Monte si discute animosamente sul futuro Primo Cittadino, meglio dire sul futuro di chi politicamente dovrà amministrarla. A parte la già nota candidatura del movimento politico vicino ai pentastellati, quello del “Meet Up Relais 5 stelle”, che ha da tempo reso noto il nome di Pina Gentile quale candidato sindaco, il centrodestra e il centrosinistra di Monte non hanno ufficializzato il loro.
Strategie o indecisioni? Attese per il dopo primarie PD o battibecchi interni laddove si vuol imporre il nome in base al numero di tessere e legittimazioni plenarie dopo la scelta del futuro segretario nazionale piddino? In realtà sono tutti interrogativi che, analizzando il quadro politico nazionale, trovano risposte nelle domande. Ed il PD non è nuovo a queste dinamiche, specie quando in ballo c’è il predominio del territorio.
Monte a breve si esprimerà su chi la deve amministrare. Il centrodestra non ha ancora deciso con chi lo farà e né lascia trapelare probabili candidati. Si attende il nome del loro candidato sindaco che ragion di forza dovrà soddisfare un elettorato più volte condizionato da dicerie popolane.
Il centrosinistra anzi solo il PD, invece, ha già partorito –ma non ancora allattato- un nome, quello detto precedentemente. La quadra, tuttavia e secondo indiscrezioni interne agli aficionados del centrosinistra montanaro, non pare essere trovata poiché il nome citato non confà a chi a Monte detiene maggioranze elettive. L’ostacolo principale che il PD deve superare, stando sempre alle indiscrezioni ascoltate in piazza –e quando il popolo vocifera in particolare nei vicoli che alimentano il passeggio su Corso Vittorio Emanuele prossimo a Via Reale Basilica, la verità sta nel mezzo, e c’è-, è quello familiare dei Fusilli che da ben due anni hanno lavorato alacremente per un loro candidato sindaco. Ingoiando un boccone amaro, con il veto su d’Arienzo, la famiglia Fusilli potrebbe far cambiar le carte in tavola alla futura o probabile coalizione di centrosinistra. Loro hanno i voti, e tanti, e Monte lo sa e il PD lo sa. Il centrosinistra è quel raggruppamento da sempre di “parenti serpenti” –le cronache nazionali sono speculari al problema- quando la posta in palio è una comoda poltrona specie se apicale, che ora deve riflettere più che accelerare per il loro candidato sindaco.
Pierpaolo d’Arienzo sarebbe, sempre per le voci di piazza predette, la forzata espressione (e poi capirete il perché) della famiglia Vergura congiunta per sintesi politica con il presunto veto di Raffaele Piemontese, che a Monte –casa sua- gode di popolarità ed anche voti. Ma – sempre le voci di piazza, non di bar attribuite ad altre formazioni politiche – il gioco potrebbe avere avvicendamenti nello scenario politico locale. A parte le pressioni impresse dalla vicina Manfredonia, roccaforte del PD di tutta la provincia di Foggia, che vedrebbe in Paolo Campo uno dei probabili artefici per la decisione del nome da far sedere sullo scranno più alto di Piazza Roma, qui a Monte chi vorrebbe imporre una linea politica tutta sua, tralasciando anche le scelte dei Fusilli con la lista “Monte Riparte”, è la lista civica “La Città Nuova”. Ormai guidata unilateralmente da Franco Salcuni, da quando da metà marzo 2017 una buona parte si è dissociata e con essa anche il co-fondatore Michele Ciuffreda, La Città Nuova avrebbe in serbo un suo candidato sindaco.
La piazza, sempre la stessa, vocifera che sarebbe lo stesso Salcuni il candidato preferito; altri luoghi sentenziano nomi ascrivibili al PD poiché la civica è una parte della coalizione e perciò subordinata. Ma, forse, non è e non sarà così, giacché la civica di Salcuni lancia continuamente messaggi di scissione e corsa solitaria al Palazzo, così da legittimare la prima ipotesi sul nome. Tuttavia, la storia lo testimonia, alla fine e tra un incarico e varie promesse le civiche e chi le gestisce si accodano al partito prevalente; l’importante è cercar di far parte anche del Consiglio comunale. Una chiave di lettura altisonante sarebbe quella di un Campo sceso nuovamente in campo –scusate il gioco di parole…- per rafforzare i Vergura e perciò dar seguito alla scelta su d’Arienzo. Forza che verrebbe da decisioni manfredoniane cui i Vergura da sempre fanno capolinea, particolarmente ora che la mozione nazionale del Ministro Andrea Orlando è stata scelta dal PD del Golfo. E i Vergura, stando alle cronache locali, votano la “mozione Orlando” perché così votano i manfredoniani (come vogliono Bordo e Campo), contrariamente a quella “Emiliano” sponsorizzata a spada tratta da Piemontese. E Orlando, tanto per ricordarlo, ha fatto il pienone di consensi a Manfredonia superando Emiliano (in provincia di Foggia Orlando 1.886 voti (33,5%), Emiliano 1.690, (30%), Renzi 2.059 (36,5 %). Ma c’è anche un precedente, quello del 2012, che riletto in chiave strategica “Politically Incorrect”, perché in quell’anno d’Arienzo fu bruciato da quest’ultimi, la scelta piddina sarebbe sacrificabile pur di non far indossare la fascia tricolore ai Fusilli. E qui Campo ha voce in capitolo, dimostrando autorevolezza politica più di Piemontese, giacché non digerisce il nome ad oggi scelto (come fu nel 2012 che riuscì a “trombarlo”), fino al punto di poter stabilire tregue politiche accordandosi con Piemontese e cambiar carte in tavola. Ma i conti si fanno sempre quando la processione ha termine. E a Monte, ed è risaputo, chi conduce le processioni del centrosinistra sono i Fusilli; tutte le altre forze politiche di parte, partitiche, civiche e affini, si accodano pur di intascare la vittoria. Una processione che a dir il vero ha sempre avuto in testa non chi rappresenta la maggioranza voluta, bensì chi la amministra sotto traccia da molti anni. E di dirigenti pubblici con tal forza Monte ne è piena, in particolare chi ha parentele familiari con esponenti di spicco politico locale. Esponenti che non lesinano a chi non la pensa come loro gratuiti commenti conferendo tal compito a “simil-principi”, foraggiati tra l’altro e mai esposti pubblicamente in elezioni – dove si misura la forza politica e perciò l’autorevolezza -, che impastano tutto facendo incordare e appallottolare il significato invece di renderlo consistente al punto giusto. Scelte opinabili ma palesemente vere e riscontrate, non da me ma da chi è di Monte e vicini a loro –questo sempre detto dalle voci popolane di quei vicoli summezionati-.
Monte, e tutti lo sappiamo, sta uscendo da una situazione incresciosa, costruite – secondo le mie considerazioni e soprattutto l’attenta lettura dell’ultima sentenza del TAR ed anche da fonti politiche di casa piddina nazionale e non locale – per delegittimare un’amministrazione accusata di “infiltrazoni della criminalità“.
Considerazioni forti quest’ultime, che sono la risultante di una campagna denigratoria messa a punto per far si che a Piazza Roma non vi salissero più chi amministrava il comune garganico. E questo è disgustante, infamante, perché la persona va rispettata e con essa la sua dignità e legalità che Monte conosce molto bene. Le etichette spesso fanno più male delle sentenze e chi ha etichettato dovrebbe rendere venia, anzi scusarsi pubblicamente. Non è bene far dell’erba tutto un fascio ed etichettare solo per futuri crediti politici, poiché la mafia, oltre a uccidere come è già avvenuto poco tempo fa, se proprio vogliamo dirla tutta e trascrivere sommariamente ciò che le sentenze hanno redatto, è ancora li, in quel territorio perché tra i nomi citati dagli inquirenti figurano persone del pubblico e privato impiego che continuano a lavorare, mentre quelle politiche son state mandate e casa, minoranza inclusa che è parte integrante di quel Consiglio comunale. E con loro chi oggi gode di sconti di pena, di cavilli giudiziari anche in presenza di flagranza di reato.
Quest’ultima citazione non è casuale.
L’assoluzione “per non aver commesso il fatto” su un reato contestato nel novembre del 2016 a due noti personaggi vicino al clan Libergolis e fiancheggiatori dei Pacilli in particolare del boss Giuseppe detto “Peppe u Muntanar”, Enzo Miucci e Matteo Pettinicchio, trovati in possesso di armi occultate all’interno del vano airbag della Ford Fiesta su cui viaggiavano sulla A14 nei pressi di San Severo, e l’assoluzione dei presunti responsabili dell’attentato -tra questi anche Ivan Rosa, assassinato di lì a poco, a Bosco Quarto il 19 marzo 2014 (ucciso a colpi di fucile calibro 12)-, ai danni del Dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Monte Sant’Angelo (un architetto), fatto che venne ritenuto utile per l’avvio della Commissione di accesso, sono l’ennesima beffa per chi sperava nel trionfo della legalità in nome di un provvedimento del TAR che ha “condannato”, rimuovendo dal proprio incarico di amministratori, persone per bene. Difatti, anche con l’Operazione Rinascimento, e perciò con l’implicazione anche degli scagionati, si diede seguito allo scioglimento del Consiglio comunale di Monte Sant’Angelo per infiltrazioni e alla genesi delle diffamazioni, ingiurie e colpe a chi oggi spera giustamente in un capovolgimento, di fronte a questi fatti, da parte del Consiglio di Stato, ma dapprima alla riabilitazione di quella onorabilità che ha sempre contraddistinto chi ha ricoperto la carica di Sindaco e di tutta l’Amministrazione comunale, minoranza compresa. E qui si apre un altro scenario, rilevante a mio avviso, che Monte deve sapere per poter decidere il suo futuro Primo Cittadino. È giunta voce che sabato prossimo a Monte Sant’Angelo farà visita Vittorio Sgarbi.
Per chi non lo sapesse Sgarbi è stato sindaco dal 2008 del comune siciliano di Salemi fino a quando nel 2012 fu sciolto per inquinamenti mafiosi. Ora, che c’azzecca Sgarbi, cui va tutta la mia stima? Il critico internazionale d’arte, opinionista tv, ex parlamentare e sindaco dovrebbe partecipare a una manifestazione per i siti Unesco organizzata da Franco Salcuni che giustamente parla tanto di legalità e politicamente di soggetti sciolti per mafia. Ma Salcuni è a conoscenza delle vicende giudiziarie di Sgarbi, peraltro perse sia al TAR, sia al Consiglio di Stato? A dir il vero neanche io credo nella complicità di Sgarbi nelle infiltrazioni mafiose siciliane, ma i giudici dicono il contrario con le sentenze. Niente di meno di quello che sta accadendo a Monte e che la minoranza –capogruppi compresi- è anch’essa facente parte di quel Consiglio comunale sciolto per mafia, ne fa uso e abuso per suoi fini politici. Quella minoranza, che ripeto è parte di quello scioglimento mafioso, dovrebbe lottare per ridare legalità a eventi estranei alle loro azioni, conferendo loro in egual misura quell’onorabilità depredata ingiustamente ad altri. Qualche giovinetto dovrebbe far ammenda, per esperienza politica e di vita, quando gli viene “imposto” di tacere per affermazioni che lo riguardano. Pertanto e alla luce delle ultime vicende giudiziarie scagionanti palesi violazioni della legge, devo considerare che il ‘perverso’ gioco della Cosa Pubblica ammaestrata da uomini che vogliono il potere, i soldi, gli appalti, il controllo del territorio e della politica, continuerà se non si comprenderà che la pulizia va fatta laddove il marcio ha messo radici da anni, spesso tutelato dalle leggi e cavilli giurisprudenziali che favoriscono la pubblica amministrazione, reintegrando finanche chi la viola alla luce di riprese video degli inquirenti; i casi nazionali dei “furbetti del multibadge” sono eloquenti, con Foggia compresa.

Un pattume di gente che anche tra parentele si avvicendano nei palazzi che contano. Ma il centro garganico è talmente piccolo e le parentele sono “obbligate”. Ma questo i magistrati lo vedono con due occhi differenti laddove in ballo c’è una politica che li nomina attraverso ministeri comandati da ministri, ovvero fiduciari di un Governo politico. Del resto, e come da sempre sostengo, le persone sono imperfette e con esse anche quello che fanno, magistratura compresa specie se politicizzata. Ma questo è un altro argomento che verrà affrontato all’occorrenza.

lunedì 20 giugno 2016

Foggia, rinnovo tessere elettorali in vista del referendum costituzionale

In attesa del decreto che, a fine giugno, stabilirà la data precisa del referendum costituzionale, i cittadini che hanno esaurito gli spazi delle tessere elettorali nei quali si attesta l’avvenuto voto sono invitati a recarsi presso l’Ufficio Elettorale del Comune di Foggia (Corso Garibaldi 58, 2° piano) per il rilascio delle nuove tessere.
L’Ufficio è aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 8.30 alle ore 12.30 e il martedì e il giovedì anche dalle 16 alle 18.30.
Per informazioni, si può anche contattare telefonicamente, ai numeri 0881.792307- 0881.792301 - 0881.792306.

venerdì 10 giugno 2016

A Torremaggiore saremo certi di essere “Sicuri”?

Pubblichiamo un comunicato stampa dell'Associazione onlus Antiracket Capitano Ultimo.

Scriviamo facendo appello all’art. 18, all’art. 21 e all’art. 28 della Costituzione della Repubblica Italiana.

È fatta. Manca poco al fatidico traguardo tanto ambito dai politici che si sono proposti per amministrare una città. C’è chi già è stato eletto, chi deve attendere la “roulette” del ballottaggio. Il capolinea di una campagna elettorale, fatta di attacchi improduttivi alla persona e non nella reale esposizione dei propositi da mettere in campo, è in prossimità d’arrivo. È il caso del piccolo, ma importante, centro dauno di Torremaggiore, che da tempo attende quel tanto inseguito cambiamento strutturale amministrativo.
Al ballottaggio sono giunti Pasquale Monteleone (centrodestra) e Salvatore Leccisotti (centrosinistra) (nella foto). Il primo candidato Sindaco con la coalizione “Innanzitutto Torremaggiore” ha ottenuto il miglior risultato oltre 3.232 preferenze su 10.385 votanti, assestandosi al 32,33%; il secondo candidato Sindaco ha ottenuto con il Pd 2.623 preferenze, incassando un 26,24%. Un dato importante che balza agli occhi è l’ottimo risultato conseguito solo dalla lista civica “Agire con Monteleone Sindaco” che ha conquistato ben 1.273 voti superando il partito politico PD. È un dato da non sottovalutare, a testimonianza che i partiti politici hanno perso a livello nazionale molto della loro credibilità.
Noi dell’Associazione Antiracket Capitano Ultimo Onlus abbiamo analizzato la campagna elettorale dei due protagonisti. Lo abbiamo fatto specificatamente per le nostre competenze ovvero il tema che riguarda la Legalità e Sicurezza Urbana. Ma anche perché siamo presenti sul territorio e Torremaggiore è stata una delle nostre sedi e la popolazione ci conosce e ci stima, oltre a che chiederci aiuto.
Tutto sommato entrambe hanno condotto una campagna elettorale ordinata, senza mai attaccare nessuno (d’altronde stiamo parlando di persone per bene), concentrandosi sui propri propositi elettorali, abbracciando temi come l’agricoltura, la solidarietà, il senso civico, la sanità, il degrado e la sicurezza urbana. Tuttavia dobbiamo porre in evidenza che il candidato Sindaco Pasquale Monteleone, a differenza del suo antagonista politico, ha speso molte parole a riguardo, manifestando di voler lavorare seriamente, secondo canoni tecnici e organizzativi a noi cari, per ottenere una Polizia Locale più tecnologica e funzionale alle esigenze del cittadino. Monteleone ha lasciato intendere che a Palazzo di Città con la sua amministrazione sarà costituito e aperto un ufficio denunce. Con tal servizio dobbiamo dedurre (e ne siamo certi perché la procedura e messa in opera è quella) Monteleone vuole una Polizia Locale che sul territorio si occupi anche di Polizia Giudiziaria, cosa che nei comuni del Sud dell’Italia spesso non viene utilizzata, anzi manca sia culturalmente sia funzionalmente, anche se i P.G. sono definiti. Non solo, apprendiamo (sempre dalla pubblica piazza) che Monteleone vuole finanche affiancare la Polizia Locale alle varie associazioni di volontariato che al loro interno abbiano volontari osservatori regolarmente segnalati in Prefettura. 
Che significa tutto questo? È facile, Pasquale Monteleone sente la necessità e perciò vuole dare a Torremaggiore la giusta copertura per un presidio territoriale.
Ovviamente questi sono solo alcuni punti che il candidato Sindaco Pasquale Monteleone ha espresso di voler mettere in campo con il suo mandato elettorale.
Nelle ultime ore (e questo ci dispiace enormemente) purtroppo circola un articolo a firma di un autorevole giornalista: la notizia da lui scritta e pubblicata riguarda la posizione giudiziaria di uno dei due candidati Sindaco, che noi per la delicatezza della fase elettorale abbiamo deciso di non riportare e di astenerci dal commentare. 
Comunque, tornando al tema che a noi più sta a cuore per una Torremaggiore migliore, ovvero Legalità e Sicurezza Urbana, ci spiace che il dott. Leccisotti con la sua coalizione non si sia mai soffermato sul tema in oggetto (Legalità e Sicurezza Urbana) e quindi non siamo in grado di poter stabilire le reali intenzioni e maggiormente le azioni che vorrebbe mettere in pratica; sicuramente avrà le idee chiare anche in materia di sicurezza ma la pubblica piazza avrebbe gradito sapere di più e nei dettagli, poiché la comunità esige a gran voce Legalità e Sicurezza Urbana.
La nostra analisi, sia ben chiaro, non è tendenziosa e a favore del candidato Sindaco Pasquale Monteleone. Però dovete darcene atto che Monteleone di Legalità e Sicurezza Urbana ha parlato, eccome se ne ha parlato. Quindi noi ci limitiamo a riportare quanto da noi appreso attraverso i comizi pubblici e vi assicuriamo che li abbiamo uditi tutti e registrati. Del resto eravamo in pubblica piazza e ciò può esser fatto.

Noi ci siamo!!! 

Associazione onlus Antiracket Capitano Ultimo
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martedì 17 maggio 2016

Torremaggiore, i candidati Sindaco e la loro concezione di Sicurezza Urbana

Riceviamo e pubblichiamo fedelmente un comunicato stampa dell'Associazione Antiracket Capitano Ultimo Onlus.

«Scriviamo facendo appello all’art. 18, all’art. 21 e all’art. 28 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Siamo alle porte delle votazioni amministrative del 5 giugno 2016, quell’appuntamento che vedrà eletti nuovi sindaci e nuovi amministratori di città e paesi italiani. Un turnover dovuto che dovrebbe ridare slancio ai territori e, attraverso i cittadini che scelgono i loro diretti rappresentanti, fiducia per nuove politiche in materia economiche e lavorativa, per nuove e recupero di infrastrutture, per garantire un tetto e assistenza ai residenti e a chi chiede aiuto, in materia di cultura, arte e formazione scolastica, e soprattutto in materia di sicurezza, quella tanto dibattuta e mai svolta nel pieno della sua efficienza. E proprio per quest’ultima tanto agognata ma importante e prioritaria materia, la sicurezza appunto, noi dell’Associazione Antiracket Capitano Ultimo Onlus un resoconto ce lo siamo fatto. Certo, è materia che mastichiamo molto bene, anzi la mettiamo in opera. In virtù di ciò controcorrente le nostre politiche associative ma atte al bene e sicurezza comune, quest’anno abbiamo scelto di assistere a tutti i comizi pubblici dei 5 candidati sindaco di Torremaggiore, in provincia di Foggia, con al seguito i 224 candidati consiglieri comunali. Come ben sapete noi siamo ubicati, come sede associativa, in Capitanata, operando in tutta Italia, e interessarci a questo territorio lo riteniamo doveroso e prioritario. Per molti sembrerà anacronistico ma la scelta della Capitanata non è un caso poiché sappiamo con matematica certezza che questa terra non solo è crocevia di traffici loschi ma è strategicamente collocata in quel Mezzogiorno per raggiungere terre della mala a  meno di due ore di auto.  Comizi, abbiamo detto, seguiti in prima persona dove, secondo il nostro punto di vista, è emerso un dato che ritenevamo, purtroppo, scontato: ogni candidato sindaco nella sua “opera oratoria pubblica” ha parlato di  legalità e sicurezza pubblica. Abbiamo ascoltato molte idee, molte proposte e soluzioni, ma pochi, a nostro giudizio, hanno centrato il tema, o meglio fornito risposte ai cittadini. Secondo noi dell’Associazione Antiracket Capitano Ultimo Onlus la maggior parte dei candidati sindaco hanno le idee alquanto caotiche o propriamente non hanno cognizione di come una Amministrazione Comunale possa essere efficace al contrasto della micro-macro criminalità di un territorio; ricordiamo a tutti che il sindaco è il Primo Cittadino, quello che ha la responsabilità in primis della sicurezza di ogni cittadino della città che amministra. E questo è molto importante poiché oggi va di moda la solita risposta “non sapevo”, “il responsabile è colui fa gestisce il ramo” (delegando responsabilità a dirigenti comunali o assessori) o, ancor più grave “sono problemi ereditati”, sminuendo così il cittadino stesso. Affermiamo questo perché udendoli parlare in pubblica piazza, tutto hanno detto fuorché ciò che effettivamente andava detto in termini giuridici,  qualora fossero stati eletti a “Sindaco”. Da loro non abbiamo udito di come rendere efficaci le future intenzioni di deliberare in termini di sicurezza pubblica. Molti si sono limitati nell’essere generici, senza mai entrare nello specifico. Sembrava di udire chi fino a pochi mesi fa è stato al “comando” della sicurezza della limitrofa San Severo, quello “sceriffo” che doveva rivoltarla come un calzino conferendogli legalità e sicurezza. Ed invece il tutto poi è andato in deriva, come lo è tuttora o tutt’ora (Crusca docet),  per l'inefficienza dell’azione sul piano sicurezza, palesando poi l’efficiente e studiata azione politica per le votazioni regionali. I cittadini non sono stolti e questo farà la differenza il prossimo 5 giugno. Hanno testa, oltre la pancia. Ma i torremaggioresi, per rimanere nello specifico, lo sanno molto bene, in pregio a esperienze vissute con la scorsa amministrazione, la quale aveva avuto la possibilità di intraprendere la strada della sicurezza e legalità adottando un piano efficiente ma preferendo quella nell’arroccarsi su idee meramente di segreterie politiche atte solo a pubblicizzare la casacca piuttosto che il bene e la sicurezza pubblica.  
In piazza, a Torremaggiore, come detto il 14 maggio abbiamo chiuso il ciclo di ascolto dei 5 candidati alla massima carica politica cittadina proporre soluzioni al tema sicurezza e legalità. Difatti abbiamo udito parlare il candidato sindaco Gisella Naturale proponendo il contrasto alla criminalità potenziando l’illuminazione urbana e  gli impianti di videosorveglianza con un monitoraggio h24 per opera di un operatore. Lecito proporlo, ma per noi è solo un deterrente, non la soluzione al dramma.

Mentre il candidato sindaco Salvatore Leccisotti, sempre in pubblica piazza – sono sue dichiarazioni, ascoltate da molta gente e perciò prova inconfutabile e comprovata di ciò che stiamo per dichiarare- , si è limitato a far presente ai cittadini che hanno seguito il comizio che la soluzione del problema sicurezza sta nelle sue amicizie con Prefetto, Questore e Colonnello dei Carabinieri. Un vanto che per lui è risolutivo, per noi solo amicizie. Leccisotti pensa che queste sue amicizie, in virtù di un rapporto “stretto”, mandino in più uomini e mezzi più di quanto già non facciano? Lui lo crede, o lo fa credere, noi biasimiamo questo suo “modus pensandi”, stigmatizzando fortemente il “modus operandi” che propone a chi grida sicurezza e legalità. Ciononostante Leccisotti ha catturato la nostra attenzione quando ha brevemente accennato di una “Carta dei servizi” per il cittadino, ma ci ha deluso poiché non ha specificato i suoi contenti.

Di altro parere e soluzione lo è stato il candidato sindaco Anna Lamedica che molto approssimativamente ha affrontato il problema sulla sicurezza urbana, affidandosi al buon senso civico del cittadino, senza mai specificare le dinamiche di tal azione. Ora, non vogliamo far lezione a nessuno ma il cittadino aiuta  e utilizza il buon senso se dall’altra parte c’è chi lo ascolta e lo assiste, e tutela. Se mancano questi presupposti il cittadino non parla, non aiuta, si chiude a riccio per paura. Voi e noi lo sappiamo bene.

Cosa diversa, invece, è stata, ascoltare  i candidati sindaco Pasquale Monteleone e Marco Faienza. 

Pasquale Monteleone ad ogni suo comizio pubblico ha proferito il rinnovo della Polizia locale senza nuove assunzioni, bensì rivalutando il corpo di polizia locale con le forze in organico a disposizione. Monteleone vorrebbe realizzare una polizia locale efficiente, rapida e al servizio del cittadino e, soprattutto, in grado di essere efficienti P.G. –Polizia Giudiziaria-. Il tutto con il prezioso supporto di cittadini associati volontariamente. In altre parole fa leva alle associazioni di volontariato che al proprio interno abbiano dei volontari osservatori iscritti in un apposito elenco prefettizio e che collaborino in stretto contatto con la polizia locale mediante apparati tecnologici (ricetrasmittenti). Un lavoro, quest’ultimo e come dichiarato da Monteleone, sostenuto dall’istituzione di una “Carta dei servizi” che informi il cittadino sui servizi offerti dalla polizia locale, sia in termini di reazione temporale della chiamata di soccorso,  sia in quelli di snellimento delle pratiche burocratiche ad essa associate.

Stesso concetto poc’anzi  espresso vale per il candidato sindaco Marco Faienza, che a parer nostro è stato forse un po’ meno chiaro giacché l’utilizzo di alcuni termini differivano dai contenuti. Con ciò è giusto porre in evidenza che Faienza, come Monteleone, mira sul rinnovamento della polizia locale, anche con funzioni specifiche di P.G. con egual metodo come esposto dal diretto “avversario” politico e finanche di avvalersi di associazioni per il presidio del territorio.

Noi abbiamo il nostro punto di vista. Siamo dei tecnici in materia di sicurezza, formati e informati. Se proprio ci debbano essere delle collaborazioni associative consigliamo a tutti i 5 candidati sindaco di avvalersi in primis di persone preparate a tal compito: l’improvvisazione, anche se formata “tout court, non sortisce risultati, anzi crea problemi di sicurezza per tutta la comunità. Ma il punto focale e fondamentale che va ribadito a gran voce è che noi, come parte integrante della comunità, e la popolazione dai 5 candidati sindaco vogliamo sapere nello specifico e nel dettaglio e in pubblica piazza i  programmi sulla sicurezza. È fondamentale! Sia ben chiaro, e ci teniamo nel precisarlo visto che in pubblica piazza dai politici che hanno parlato spesso si è inneggiato alla trasparenza, quello che abbiamo riportato in questo nostro comunicato sono vostre affermazioni, cari candidati sindaco. Quindi non abbiatene a male se con tal comunicato invitiamo la popolazione ad una semplice riflessione sul voto che dovranno esprimere. Noi siamo neutrali. Non abbiamo citato né partiti, né sigle, né riferimenti assoggettabili ai candidati. Abbiamo citato solo i nomi di chi ha l’ambizione di guidare Torremaggiore. Per noi anche questa è trasparenza –riportare le vostre pubbliche affermazioni-, ribadendo il concetto che ogni parola scritta è avvalorata da supporti video. Pertanto, come nostra sana consuetudine non abbiamo detto e affermato nulla di quanto già non sia stato detto in popolare piazza dai voi candidati sindaco.»

Noi ci siamo!!!

Antiracket Capitano Ultimo                                                                                            
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venerdì 19 giugno 2015

Foggia, dal 24 giugno i pagamenti per i componenti di seggio delle ultime elezioni

Il Settore Servizi Finanziari del Comune di Foggia comunica che sono stati predisposti i pagamenti dei compensi ai componenti di seggio relativi alle consultazioni elettorali del 31 maggio 2015.
A partire dal 24 giugno prossimo, gli interessati, muniti di un documento di riconoscimento e di codice fiscale, potranno recarsi presso tutti gli sportelli Unicredit di Foggia riportati nell’elenco in calce, per riscuotere del corrispettivo dovuto.


LE FILIALI UNICREDIT DEPUTATE AL PAGAMENTO
- Corso Roma
- Viale Di Vittorio
- Corso Garibaldi
- Piazza Giordano
- Viale Michelangelo
- Sportelli c/o Tribunale di Foggia
- Via Vittime Civili

Comunicato Stampa Comune di Foggia

martedì 5 maggio 2015

È ufficiale. Berlusconi a Foggia il 13 maggio; il 14 a S.G Rotondo

Come preannunciato da questa redazione, Silvio Berlusconi farà tappa in provincia di Foggia. Difatti il  13 e 14 maggio p.v., Silvio Berlusconi si recherà a San Giovanni Rotondo per pregare sulla tomba di Padre Pio. Ma la prima tappa della sua visita sarà rivolta alla campagna elettorale di Adriana Poli Bortone, candidata di Forza Italia per la presidenza alla Regione Puglia. Ad annunciarlo è Luigi Vitali, coordinatore regionale di Fi.

venerdì 1 maggio 2015

L’amministrazione Landella “elargisce” 200mila euro per gli straordinari del personale comunale per la campagna elettorale

di Nico Baratta

Tempi di austerity e di magra per affrontare i vari problemi che attanagliano la città di Foggia. Eppure il Comune, a quanto pare ma è certezza, mette a disposizione 200mila euro in busta paga ai dipendenti dell’Ente. Difatti con la determina, firmata dal segretario generale Maurizio Guadagno, in tata 2 aprile, si stabilisce che per i 351 dipendenti, impegnati per le elezioni regionali del 31 maggio p.v., è stato messo a disposizione un “premio” per gli straordinari cui saranno sottoposti durante quel periodo. Precisamente la determina prevede che per le 10.259 ore totali, ore in più per i tre mesi di tutto il lavoro svolto per le elezioni, da aprile a giugno, saranno corrisposti ai dipendenti del Comune di Foggia  ben 191.814 mila euro, dove solo (per così dire) solo nel mese di maggio sono previste ben 6777 ore di straordinario. Ore che saranno ricoperte da personale mobilitato che risulteranno il doppio di quelli fissi dell’ente, appunto 351. E ciò è scritto dettagliatemene nella determina, ovvero che «In rapporto ai molteplici adempimenti elettorali ed ai tempi ristretti con cui devono essere portati a termini, il solo Ufficio elettorale, così come è strutturato non può ottemperare a tutte le incombenze di rito, per cui è necessario affiancare altro personale». Ciononostante è giusto dirlo per la correttezza dell’informazione che i soldi messi in campo dal Comune di Foggi sono una somma provvisoriamente messa in bilancio alla voce "Servizi per conto terzi" ma per la quale è previsto poi il rimborso dalla Regione Puglia. Un prestito che speriamo venga estinto nel più breve tempo possibile, in quanto Foggia ha priorità maggiori, visibile e vissute ogni giorno da ogni singolo cittadino e chi ci fa l’onore di venirci a trovare.

Per la cronaca gli uffici dell’ente comunale saranno quelli del servizio di gabinetto, quello demografico, di segreteria e protocollo, quello amministrativo e finanziario, quello informatico, e dulcis in fundo anche quello dei lavori pubblici e dei contratti ed appalti , dove quest'ultimo sarà utilizzato per la stipula di contratti rivenienti da gare d'appalto e di polizze contro eventuali danni a cose o persone derivanti dall'affissioni della cartellonistica elettorale, sempre  che vi fossero le condizioni di legge a intervenire.

Tuttavia, oggi Primo Maggio, al Comune di Foggia doveva essere aperto l’Ufficio Elettorale per la consegna delle liste: l’ufficio era aperto ma non funzionava il servizio preposto per l’autentica delle firme per le liste elettorali. Mancava chi doveva autenticare, ovvero parte di quel personale pagato straordinariamente secondo la determina suddetta. Chiedendo ai presenti, è stato detto che oggi non era previsto alcun turno per tal servizio. L’auspicio è che da parte del Comune, da oggi e fino al termine di quella determina, vi sia più informazione al cittadino, utilizzo migliore e maggior trasparenza. Forse il giorno festivo, il caldo pre-estivo, ha indotto alcuni dipendenti comunali a preferire il mare o la montagna.

Vedremo, e saremo col fiato sul collo dei nostri amministratori, Sindaco in primis, se tal attuazione e spesa dei soldi pubblici risponderà in toto per le esigenze previste, che non crediamo richieste dalla cittadinanza.


[Nella foto il Sindaco di Foggia, Franco Landella. ndr.]

martedì 17 marzo 2015

Urne aperte: si voterà il 31 maggio, non più il 10

di Nico Baratta

È ufficiale. In Puglia, e nel restante Belpaese, si voterà il 31 maggio 2015. Non più il 10 come era stato stabilito. 

Difatti il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro degli Interni Angelino Alfano, ha approvato un decreto legge che interviene sistematicamente per flessibilizzare l’arco temporale entro il quale può realizzarsi la condizione per lo svolgimento in forma abbinata di tutte le elezioni. Il motivo è di consentire lo svolgimento di tutte le consultazioni elettorali in un’unica data, il cosiddetto “election day”, stabilendo, con riguardo alle elezioni regionali, che la loro celebrazione può avvenire nella prima domenica successiva a 60 giorni dalla scadenza di mandato.

Osservando il calendario, la prima domenica utile risulta essere il 31 maggio 2015. Con ciò la norma interviene stabilendo che l’elezione può essere celebrata anche nella prima domenica successiva alla scadenza del predetto termine dei 60 giorni.
Tuttavia c’è da apporre un pensiero, quello dell’affluenza, di per se scarsa, viste le ultime tornate elettorali. Come potrete notare, il 31 maggio ricade di domenica, ovviamente, ed è vicinissimo al 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana. Festività rigorosamente in rosso. L’arco temporale tra i due giorni suindicati prevede un sabato 30 maggio e un lunedì 1 giugno. Se le abitudini non tradiscono le tradizioni, molti italiani si concederanno un lungo e buon week-end. 

E le urne? Vedremo. Tuttavia ritorniamo alla decisione del ministro Angelino Alfano.

Tutti sappiamo che nella prossima primavera si svolgeranno sia le elezioni per il rinnovo dei presidenti e dei consigli di 7 regioni a statuto ordinario (Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia), sia quelle per il turno annuale delle amministrative. Tal evento che interesserà, nelle 15 regioni a statuto ordinario, 515 comuni. Le elezioni amministrative si devono tenere, per legge, in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno mentre le elezioni regionali, secondo quanto stabilito dalla Legge di Stabilità 2015, devono avere luogo “non oltre i sessanta giorni successivi al termine del quinquennio”.
La norma di flessibilizzazione interviene considerato il fatto che le elezioni degli organi elettivi regionali si sono svolte domenica 28 marzo 2010 (con scadenza del mandato 27 marzo 2015), e che entro il 27 maggio 2015 non risulta possibile individuare una data idonea per la coincidenza del primo o secondo turno con Festività religiose cristiane o ebraiche (Pasqua, Pentecoste), con festività civili (Anniversario della Liberazione, Festa del Lavoro) o con altre ricorrenze rilevanti ai fini dell’affluenza al voto (Adunata annuale degli Alpini).
Il Consiglio dei Ministri invita quindi le Regioni a voler indire i rinnovi dei Consigli regionali nella stessa data individuata per le elezioni amministrative.

Alla fine, una domanda è lecita. La normativa ci sta tutta, ma potrebbe rivelarsi controproducente per alcuni e produttiva per altri.

Ad Maiora!

mercoledì 11 marzo 2015

Elezioni Regionali Puglia: Emiliano in testa nei sondaggi

Mancano due mesi abbondanti per eleggere il nuovo Presidente della Regione Puglia e i sondaggi diventano i principi numerici per le prossime settimane. Lo scontro sarà duro, a  suon di percentuali, fino all’esito finale, quello veritiero. Il Partito Democratico non ha atteso il sentore popolare è ha ingaggiato la società SWG per un sondaggio. Il risultato felicita la direzione regionale del PD, attestando, per il mese di febbraio, il cosiddetto Sindaco di Puglia Michele Emilano, candidato alla presidenza della Regione Puglia, al 46% per  l'orientamento di voto dei pugliesi. Di contro il suo più acerrimo rivale, Francesco Schittulli fermo al 36%, a seguire Antonella Laricchia, dei pentastellati, piazzatosi al 14%. Tutti gli altri raggiungono al massimo il 4%.
Per quanto riguarda il gradimento dei candidati, Emiliano riscuote il 53%, Schittulli il 36% e Laricchia il 34%.

[nb]

mercoledì 25 febbraio 2015

Primo incontro Politico Regionali Puglia 2015 del movimento “Europa Bianca”

Era nell'aria, nei programmi politici regionali, che il nuovo movimento politico "Europa Bianca" si presentasse in Puglia. Il candidato Umberto Passaquindici Detto Rey, congiuntamente al movimento, ha organizziamo per venerdì 27 Febbraio p.v. alle ore 17.00 presso la sala conferenza della 'Teca del Mediterraneo' in via G. Petroni a Bari (vicinanze Hotel Excelsior) il primo incontro che ha come obbiettivo quello di affrontare i temi che il movimento proporrà ai cittadini pugliesi per le regionali di Maggio 2015. Durante l'incotro Passaquindici ascolterà chi vorra sottoporgli quersiti, soluzioni, tematiche, porposte per ottenere un programma politico più omogeneo e del cittadino. Inoltre individuerà le nuove figure da coinvolgere per eventuali candidature e ruoli politici all'interno del movimento. I temi saranno: il ruolo della donna nella nostra regione, il lavoro e la fuga dei cervelli, ambiente e sanità. 
Il movimento Europa Bianca è certo della numerosa affluenza, raccomandando chi vorrà partecipare all'incontro di coinvolgere amici, conoscenti e parenti.

sabato 26 luglio 2014

Augusto Marasco, ricorso elettorale «Ora parlo io». Video della conferenza stampa.

di Nico Baratta

Questa mattina, 25 luglio 2014, alle ore 11, presso la sala consiliare del comune di Foggia si è svolta l’annunciata conferenza stampa di Augusto Marasco sul ricorso post elettorale del 25 maggio e 8 giugno 2014. «Con il ricorso s’intende restituire la verità sul voto dei foggiani» ha ribadito Marasco, ufficializzando il ricorso suddetto. «Vi sono irregolarità anche nel verbale di proclamazione» ha replicato l’Avv. Salvatore Di Pardo, il legale rappresentante che sta lavorando alla causa.

La sala consiliare, come non mai negli ultimi tempi, era gremita di gente; cittadini, ex consiglieri e assessori del centrosinistra, consiglieri entranti, giornalisti. Un bel vedere poiché s’attende che quella sala ritorni a essere il luogo principe del dialogo costruttivo per Foggia.
Augusto Marasco è parso determinato, certo delle motivazioni che hanno spinto lui e tutto il centrosinistra a procedere legalmente per far chiarezza sull’esito del voto delle amministrative foggiane. Una scelta dovuta e chiarificatrice anche verso chi lo accusava di trasformismo politico. «Io ho votato alle primarie del centrosinistra del 2012 e anche alle primarie del 2013 per la scelta del segretario nazionale del PD –ha dichiarato in sintesi Marasco-. E come tantissimi altri foggiani e italiani che non avevano mai votato centrosinistra. sono parte integrante del centrosinistra. Non c’è dubbio, quella di Marasco è una dichiarazione intellettualmente politica sulla scelta di far parte del centrosinistra. Una scelta spinta anche dal sentimento che ha verso Foggia e i foggiani, ma che fa ben comprendere a chi in casa lo ha accusato e ha remato contro quel giorno durante le primarie cittadine e che oggi pretende spazi. Marasco, poi, ha proseguito chiarendo alcuni azioni di “amici” avvenute durante i giorni che precedevano il ballottaggio, quelle che avrebbero indebolito l’azione elettorale. Colpe a chi localmente non ha saputo organizzare la tanto temuta “macchina da guerra” del Partito Democratico e forze politiche alleate, difendendo l’operato del segretario provinciale che di per se aveva da fare sull’intera Capitanata. Contestualmente tra “amici” si udivano bisbigli al vetriolo che avrebbero voluto ritornare a sedere a Palazzo di Città e che ora sono solo spettatori. Del resto in questo periodo la compattezza politica è un optional che anche nel centrodestra, specie in quello locale,  fa fatica a prender corpo. Nella conferenza Augusto Marasco ha toccato vari punti del suo operato politico, sia durante la carica assessorile ricoperta con l’amministrazione Mongelli, sia durante la campagna elettorale. Punti cardini son state le scelte di un programma in linea con quello che aveva fatto da assessore e che avrebbero delineato un futuro migliore per Foggia.
Fugati ogni dubbi su appartenenze e scelte elettorali e sue strategie, l’ex candidato sindaco, oggi consigliere comunale, ha illustrato il ricorso al TAR ponendo in evidenza che avrà tempi rapidi. L’avvocato scelto è noto per le sue vittorie in ambito di ricorsi elettorali. L’ultima fu quella dell’annullamento del Consiglio Regionale del Molise, e in tempi rapidi.
Dalle dichiarazioni di Marasco e Di Pardo traspare la volontà di andar fino in fondo alla questione. Oggi il ricorso al TAR, domani probabilmente quello al Consiglio di Stato. Il tutto poiché la convinzione del centrosinistra è che il vincitore delle elezioni non è l’attuale sindaco; poco più di 300 voti è un dubbio che va risolto solo dopo un nuovo conteggio di tutte le schede utilizzate per le elezioni. Un dubbio rafforzato dal fatto che «Non c'è stata disponibilità di tutta la documentazione, cosa che ha causato il ritardo del controllo delle carte e che e ci fa pensare che tutto a posto non è dall’ostruzionismo» –secondo quanto detto dall’Avv. Di Pardo-. A rafforzare la controversia vi è anche il verbale riassuntivo di chiusura della disputa cittadina, redatto dall’Ufficio Centrale Elettorale. Difatti vi sono voti a candidati oggi eletti nelle liste della coalizione di centrodestra di dubbia appartenenza o riportati sui registri non rispettando le norme legali e vigenti. Per esempio per la sezione 130, nel registro suddetto a pag. 46 mancano i dati dei voti validi dei candidati sindaci alla carica di sindaco. Stessa “deficienza burocratica” per le sezioni 10 e 87, e sempre a pag. 46. Altri casi simili si sono avuti in altre sezioni. Ma due sono i dati che innalzano la soglia del dubbio sulla veridicità dei registri redatti e consegnati all’Ufficio preposto. Ambedue riguardano la sezione 26. Il primo nel registro a pag. 46 il voto riportato dal candidato sindaco n°9 Luigi Miranda (e non Lucio come erroneamente è stato riportato; Lucio era il papà di Luigi) risulta essere 138 voti, mentre risulta un totale complessivo di voti validi pari a 509 (inferiore di 100 a quello che risulterebbe ove il voto fosse di 138); dalla comunicazione risulta un totale di 38 voti per Miranda. Da un controllo incrociato risulta che i voti effettivi da attribuire a Miranda sono 38. Il secondo, che è ancora più eclatante per le modalità di svolgimento, riguarda la compilazione del registro che nelle pagine 46, 47 e 69 i dati sono riportati a matita (solo i totali sono riportati a penna). E dato che mancavano altre fonti i voti scritti a matita sono stati utilizzati per il conteggio. Tuttavia il resto delle anomalie riscontrate le potete leggere nel "Verbale riassuntivo ufficio elettorale Foggia amministrative 2014" reperibile presso il medesimo ufficio del capoluogo dauno.
Alla luce di questi dati e altre anomalie procedurali, l’Avv. Di Pardo, che per la prima volta nel corso della sua ventennale carriera ha dovuto constatare la non completa disponibilità dei dati, ha «chiesto ad un organo terzo imparziale un riconteggio ufficiale che attribuisca i voti che non sono stati attribuiti e annulli i voti che invece sono stati illegittimamente attribuiti.  È una procedura non contro qualcuno, ma per qualcuno: verificare chi in realtà hanno votato i cittadini. Ci sono eletti che non dovevano essere eletti – ha proseguito Di Pardo – e non eletti invece risultati eletti. Se le carte sono a posto non c'è alcun motivo per non farle vedere, è questa la cosa che più ci ha turbato. A breve è fissata l'udienza per acquisire la documentazione e in tempi ancor più brevi completeremo il ricorso al Tar la cui procedura, come sappiamo, richiederà tempi rapidi». Concludendo, Di Pardo con Marasco, ha spiegato che il riconteggio potrebbe essere strutturato in due modi: riconteggio delle schede oppure annullamento e ripetizione delle elezioni, precisando che precisare che «In questa fase, ovviamente non si attribuisce nulla ai due candidati alle elezioni, nessuna colpa».
Nel frattempo il neo sindaco di Foggia, Franco Landella, ha iniziato i lavori a lui spettanti, ha composto la Giunta, seppur dopo un mese e mezzo e con attriti forti con i partiti che lo hanno sostenuto sia nella prima fase, sia nella seconda del ballottaggio, e evita ogni dichiarazioni riguardo i presunti brogli o inesattezze procedurali dello svolgimento delle votazioni, scrutinio e conteggio dei voti.
I prossimi mesi per la nuova amministrazione comunale si prevedono infuocati, forse aspri e non solo dalla minoranza, bensì dal fuoco amico. 

Ad Maiora!

venerdì 6 giugno 2014

Bisogna andare a votare, e …bene!

L'Editoriale di Nico Baratta

Tutto è stato definito. Ora tocca agli elettori, gli arbitri tanto per intenderci. Chi confermerà la sua preferenza, chi la cambierà, chi preferirà restarsene a casa o starsene in compagnia dei propri cari, semmai in riva al mare, in campagna o tra le fresche frasche del sottobosco dauno o garganico.
L’invito è che gli aventi diritto, tutti, andassero a votare. È un diritto da esercitare in nome della democrazia, un dovere per il futuro della nostra città.
Bisogna andare a votare, e …bene!
Votare significa scegliere chi ci deve rappresentare e nel caso amministrare. Dev’essere una scelta libera, coscienziosa, meditata, responsabile, ricordandoci sempre che la nostra libertà è stata conquistata –e non riconquistata…- col sangue versato durante la Seconda Guerra Mondiale dove, oltre i soldati, i partigiani hanno contribuito fattivamente in prima persona.
L’8 giugno è prossimo e nella città di Foggia si moltiplicano a dismisura i manifesti elettorali con slogan spesso scopiazzati da altri. Non è un bel vedere e un buon leggere.
Ma bisogna andare a votare, e …bene!
Il futuro della nostra cara amata città di Foggia dipende da noi, cittadini e elettori, giudici. Deve basarsi su programmi, progetti e compartecipazione, non su slogan e promesse “fatue”, con sodalizi tra partiti un tempo avversari. Foggia non può più attendere. Tuttavia l’inciso è sempre lo stesso: unire le forze per vincere, le stesse che son state antagoniste durante la prima fase elettorale, quella dove non son state risparmiate critiche e veleni. In fondo a molti, purtroppo, interessa di più la riconferma, la poltrona, la carica. Ci sono forze e forze: quelle convergenti e quelle divergenti. Le prime naturalmente si ritrovano pur con tossine da smaltire; le seconde, pur di vincere, maldestramente e contrattualmente s’intendono. C’è qualcosa che non va. O Va?
Però bisogna andare a votare, e …bene!
In politica, oramai, nulla è scontato, figuriamoci se soffermarsi su etica e correttezza. A Foggia chi fino a ieri ha sbandierato lo stendardo dell’apartiticità oggi ha formalizzato l’intesa con i partiti, sottoscrivendola perfino. Se questo è il biglietto da visita…
Cosa diversa è il ritrovarsi, l’indirizzo al voto, anche se “qualcuno” vorrebbe formalizzarlo per meri fini personalistici. Con ciò, lo ribadisco, sono sempre più convinto che per rendere più credibile il politico, piuttosto che la politica, sarebbe “cosa buona e giusta” –direbbe “Illo”- che ad ogni competizione elettorale, ove si prospettano ballottaggi, le coalizioni e il loro candidato sindaco, nel caso specifico e specie se si tratta di liste civiche perciò non politiche, sottoscrivessero un “patto etico” di non apparentamento, di non intesa, così da competere unicamente da sole.
Tuttavia bisogna andare a votare, e …bene!
Si governa meglio con le mani libere e non legate da patti, da quei laccioli partitici che mirano alla poltrona, al comando, al controllo del territorio. “Qualcuno” dovrebbe capirlo, anzi intenderlo e convergere per il bene comune e non privato e personale.
Mancano poche ore al voto. Siamo giunti al fotofinish e come in tutte le competizioni gli ultimi metri son quelli dove gli atleti danno il meglio di loro. Chi lo fa con un guizzo, chi con le forze residue, chi cerca di star dietro sfruttando la scia pur di arrivare. Il fotofinish di questa campagna elettorale ha avuto due protagonisti al ballottaggio per la carica di sindaco di Foggia. Due candidati che non si sono risparmiati, anzi si sono beccati. Chi l’ha fatto in modo elegante, chi non e con allusioni a comandi canini: si vergogni questa (chiamiamola) persona. In politica ci sta tutto un fotofinish dai toni accesi, spesso incandescenti, ma non rissosi. Ciò, purtroppo, è avvenuto e l’immagine ne perde e con essa i consensi. Ma chi ne perde di più è la città e i suoi concittadini.  
Ciononostante bisogna andare a votare, e …bene!
L’8 giugno, che per i cattolici è il giorno del Ringraziamento, quello di Pentecoste, Foggia eleggerà il suo nuovo Sindaco. Gli elettori, noi cittadini arbitri di questa importante partita -forse l’ultima spendibile per ridare un volto nuovo alla città a misura di cittadino- decideremo il futuro della nostra cara amata Foggia. Una città che vorremmo diventasse sorridente, felice, vivibile, legale e onesta. Facciamolo bene, con coscienza, per i nostri figli, per l’onestà, #perunafoggiamigliore.
Bisogna andare a votare, e …bene!

Ad Maiora!

lunedì 2 giugno 2014

Uno, trino,... un ominicchio

L'Editoriale di Nico Baratta

La prima tornata elettorale si è conclusa. Non tutto è andato per il verso giusto. Chi ha preso voti –anche più di quelli attesi-, chi li ha persi per strada, chi non se li trova, chi li aveva per certi e poi son svaniti in quel limbo, studiato e poi applicato ad hoc, che segue il dopo scrutinio, tant’è che gli ammanchi di voti non è un dato ascrivibile solo al non voto, bensì alla trascrizione, purtroppo.
Tutti sappiamo come funziona e puntualmente chi dovrebbe sovraintendere all’ultima fase, la più delicata, diventa latitante. Ci saranno ricorsi al TAR ma, come sempre e purtroppo, tutto svanirà come una bolla si sapone. Se solo si riuscisse a nominare scrutatori sorteggiati e non indicati dai partiti e dai candidati forse al TAR arriverebbero meno ricorsi. L’eterno dilemma…
Ora, però, c’è la seconda tornata, quella del ballottaggio e le sue fasi critiche, delicate, determinanti e “inciucianti”. Tralasciando le prime tre fasi, la quarta, l’inciucio ovviamente non formale, farà emergere l’aspetto più importante della politica: la credibilità.
Come si fa a rendere credibile la politica se poi a farla son sempre persone che, più agili dei saltimbanchi, si ritrovano in più aree politiche e con più presenze?
Eppure un romanzo del 1960 scritto dal grande Sciascia, “Il giorno della civetta”, spiega inequivocabilmente cosa sta accadendo anche da queste parti, corroborato da scelte di candidati che oltre a essere uomini -oggi anche donne-, vecchi/e e giovani, rispecchiano l’identità dei mezz’uomini –anche mezze donne-, degli ominicchi, dei pigliainculo e dei quaquaraquà.
Oggigiorno c’è qualcuno –anche più di qualcuno- che nello scenario politico locale -e mi fermo qui- è uno e trino; per me oggi è ominicchio, con buone possibilità di arrivare al quaquaraquà. E con lui chi lo segue, scodinzolando al comando e ripetendo al suo popolo –solo al suo- «Ci siamo ripresi la città». A me pare un'affermazione non propriamente morale, figuriamoci se definirla etica. Una città si amministra, non si comanda!
Un amico che stimo ma che politicamente non è della mia parte – ma lo stimo ugualmente poiché è la persona che metto in primo piano e l’amico merita tutto il mio rispetto- mi ha detto che «Cantava Gaber: "Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...”». Ebbene credo che questa domanda dovrebbe essere posta a chi si proclama falsamente dietro questi ideali che segue solo per opportunità. Io almeno sono coerente e accetto vittorie e sconfitte, e sono un innamorato della politica, quella degli ideali, dell’etica, dei valori per il Bene Comune e non per il potere Privato e Personale. Non sono uno che eletto dal popolo in un partito di sinistra stringe patti col centro e si offre alla destra per opportunismo che vuol dire potere, meretricio perlopiù. Tuttavia il problema è sempre li, celato dietro il candidato sindaco, da chi muove i fili dietro di lui. Appunto l’uno e trino che per me è ominicchio, e con lui chi ha ottenuto tanto a scapito di altri meno quotati ma più nobili di cuore e di mente.
Mi credete se vi dico che ogni qual volta che ascolto “Ma il cielo è sempre più blu”, di Rino Gaetano,  mi vien voglia di gridare ai politici - e chi si attesta tale senza aver fatto nulla o non esser stato votato e chi ha ricevuto voti attraverso la trascrizione di un registro e non dall'esito dell'urna o averli ottenuti da strane alchimie tali da superare le aspettative anche non attese- «Andate tutti a casa e dedicatevi ai vostri cari piuttosto che ai nostri?». La Buona Politica – lo ripeto- è fatta da Persone Buone per il Bene Comune e non Privato e Personale. Foggia non vi appartiene: è di tutti i foggiani!!! Quell’estate del 1975 Rino fu profeta in patria, pur vivendo in un’Italia abbondantemente colpita da metastasi politiche.
Ritornando al titolo del pezzo che ho scritto, il “qualcuno” di cui parlo ha funzioni politiche di spessore. Lo chiamo “qualcuno” perché se lo chiamassi “nessuno” altri potrebbero confonderne il significato assoggettandolo all’epico “odisseico Nessuno” e francamente etichettarlo con così tanta importanza è un insulto alla cultura, alla storia, seppur epica e fantastica.
Uno, trino, direi mezzo, un ominicchio. Uno che soggiace “quatto quatto” nel suo alveo politico-partitico. Lo fa astutamente durante il mandato elettivo per poi svegliarsi dal letargo e salutare il popolo, scoprendo l’acqua calda. Quell’acqua rimasta a giacere per mesi, anzi anni, in un cassetto di un ente pubblico e che dovrebbe servire al Bene Comune e non per fini privati e personali. Ovviamente quell’acqua è diventata torbida, ma pur sempre utile per crediti elettorali.
Ed allora, lo ribadisco, come si può essere coerente, perciò credibile, se un politico si crea un partito tutto suo, semmai locale, collocato in un’area ben precisa dello scenario politico italiano, e poi si fa eleggere – oggi è carica- in un’altra area collocata in un alveo più estremo, e poi si presenta alle elezioni rispettivamente in un’altra area più moderata e in un’altra più estrema?
È accaduto, sta accadendo, accadrà, grazie a chi oggi vota, sostenendo il suo pupillo e candidati affini, che hanno fatto il pieno di voti, di consensi usciti dai numeri di registri, chissà dalle urne. Mah… Consensi che hanno fatto sbarrare gli occhi perfino ai candidati, increduli ma consapevoli, che determineranno il futuro di una città, di per se già disastrata.
Foggiani volete davvero che in politica cambi qualcosa?
Iniziate a votare le persone giuste, quelle coerenti, quelle che nel bene e nel male rimangono fedeli a un’area dello scenario politico italiano, quelle ancorate ad un’ideologia, non più fondamentale purtroppo, ma importante, votate quelle persone che credono ai valori che contraddistinguono l’area politica d’appartenenza e principalmente credono nella legalità, nell’etica.
Fra qualche ora quel che ho scritto diventerà realtà e sarà tutto più chiaro. Lo è celatamente anche ora. Le carte saranno scoperte –qualcuna lo è anche oggi- e con esse i giochi dietro le quinte. Personalmente #perunafoggiamigliore questa gente, “qualcuno” che sia, dovrebbe rimanere a casa e con loro, e/o lui, chi lo segue o fa parte di una lista di quel “qualcuno”. Quel “qualcuno” che non è mai apparso è l’artefice di tutto, il manovratore, forse anche il finanziatore di campagne elettorali da grossi numeri.
Foggia non può più essere soggiogata da questi incantatori di serpenti. Molti foggiani devono svegliarsi da quel torpore diventato ormai letargo indotto da promesse “fatue”, promesse che si ripetono ad ogni elezione, spesso a suon di fantomatici posti di lavoro, festini e adunate in luoghi ristretti. Promesse che poi si rivelano, come sempre, fumo negli occhi.
La “dicotomia” di qualcuno è sciatteria politica, che rasenta la legalità, a volte sconfinandola e senza che altri la boccino e la sanzionino.
Amiche e amici, elettrici ed elettori, foggiane e foggiani, ricordatevi che un posto di lavoro non può darvelo nessuno, figuriamoci chi in campagna elettorale ve lo promette. Purtroppo è già tardi poiché molti c’hanno creduto e lo continuano a fare da anni. Nel frattempo a qualche candidato mancano i voti e un altro magicamente se li trova.
Ricordatevi che non c’è la vecchia e nuova politica, bensì la buona e cattiva politica. La Buona Politica la fanno le Persone Buone. Già, è vero, come distinguerle queste persone? Iniziate a valutare ciò che hanno fatto anzitempo le elezioni, senza pretese, contribuendo al bene pubblico e non privato e personale.
Aprite gli occhi!

Ad Maiora!

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