domenica 26 luglio 2015

Caso Marò, L’Italia ha porto l’altra guancia, ahinoi… «Solo l'India può processarli»

di Nico Baratta

Nuova Delhi si opporrà al ricorso all’arbitrato internazionale presentato dal nostro Paese: "Il tribunale di Amburgo non ha la giurisdizione di perseguire i crimini"
Era nell’aria, come da lo è da anni che il Governo italiano non riesce a risolvere un’incidente diplomatico che ha tutta l’aria del ricatto economico-politico. Secondo alcune indiscrezioni governative il tribunale di Amburgo non ha, e non avrebbe, la giurisdizione di perseguire i crimini cui i due Fucilieri di Marina sono incriminati dalle leggi di Nuova Delhi. La decisione pare confermata, anche perché il governo indiano si opporrà al ricorso all’arbitrato internazionale che l’Italia ha presentato in sede al Tribunale Internazionale del Diritto del Mare con sede ad Amburgo.
Il prossimo 10 agosto, ad Amburgo, si svolgerà la prima udienza sul caso e il clima è rovente: si teme un durissimo scontro tra India e Italia, con le ripercussione economiche-finanziarie-commerciali-politiche del caso. L’Italia, tuttavia, pare che abbia porto l’altra guancia poiché non ha messo in campo tutti gli strumenti per opporsi al “sacrificio” istituzionale di due nostri connazionali. Lo si intende dai fievoli ricorsi fatti in sede internazionale che tendono a dar ragione all’India. 
In un’intervista al Procuratore Aggiunto Generale P.S Narsimha, rilasciata al quotidiano "The Hindu" , si legge che verrà contestata la stessa giurisdizione del tribunale: «Solo l’India ha la giurisdizione di perseguire crimini avvenuti nel Paese. Davanti all’Itlos - ha spiegato Narsimha - sottolineeremo che solo l’India ha la giurisdizione per processare i reati commessi nel Paese e che il Tribunale non può interferire in questo. L’India - ha concluso il magistrato Narsimha - si presenterà nell’udienza dell’Itlos che può solo prendere in considerazione misure provvisorie per una questione che riguarda la giurisdizione sul caso e che è in attesa di essere esaminata dalla Corte permanente di arbitrato (Cpa) dell’Aja in base alla sezione 7 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos)».
Ciononostante l'India ha già fatto sapere si opporrà alle richieste di “adozione di misure cautelari" presentate dall’Italia.

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