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lunedì 24 agosto 2015

Caso Marò, Il ‘No al rientro di Girone’ del tribunale di Amburgo

Il Tribunale del Mare di Amburgo non assumerà alcuna misura temporanea richiesta dall'Italia sui Marò in attesa della conclusione dell'iter giudiziario. 
Il nostro Paese aveva chiesto al Tribunale di consentire il rientro di Salvatore Girone dall'India e la permanenza di Massimiliano Latorre in Italia come misure temporanee. "L'Italia e l'India devono sospendere ogni iniziativa giudiziaria in essere e non intraprenderne di nuove che possano aggravare la disputa". 

Il verdetto con cui il Tribunale di Amburgo ha respinto la richiesta italiana di misure temporanee per i due Marò è stato preso a maggioranza, senza l'unanimità dei giudici: 15 i voti a favore e sei contro.

Visto che sarà compito dell'arbitrato internazionale all'Aja "giudicare nel merito del caso", il Tribunale del Mare "non considera appropriato prescrivere misure provvisorie riguardo la situazione dei due marine italiani poiché questo toccherebbe questioni legate appunto al merito del caso". Lo si legge nella sentenza. Entro il 24 settembre l'Italia e l'India dovranno presentare "un rapporto di ottemperanza con le misure previste" dal verdetto del Tribunale di Amburgo.

Ad ogni modo il verdetto del Tribunale di Amburgo non cambia per ora la situazione dei due marò italiani. Salvatore Girone dovrà restare in India, mentre Salvatore Latorre non può contare sulla permanenza in Italia al termine del periodo concessagli dall'India per ragioni di salute.

Italia, bene stop a giurisdizione indiana  - Bene lo stop del tribunale del mare alla giurisdizione indiana, delusione per la mancata adozione di misure per Girone e Latorre e intenzione di "rinnovare le richieste relative alla condizione dei fucilieri davanti alla Corte arbitrale": questa in sintesi la posizione dell'Italia espressa dall'agente del governo italiano ad Amburgo Francesco Azzarello sul verdetto sui Marò.

Delrio, Italia sperava sentenza diversa - "L'Italia sperava diversamente. avevamo chiesto altre cose, la sentenza non va nella direzione che avevamo richiesto". Lo dice il ministro Graziano Delrio commentando la sentenza sui Marò. "Il governo non può fare altro che prenderne atto, poi si decideranno ulteriori passi da parte del presidente del Consiglio e dei ministri competenti", dice al Meeting di Cl.

(fonte ANSA)

martedì 18 agosto 2015

Caso Marò: il 26 agosto nuova udienza. Minacce a tribunale indiano

di Nico Baratta

Da oggi, 18 agosto, sono otto i giorni di attesa per udienza della Corte Suprema indiana sul caso Marò. Tuttavia c’è da informare che la Corte Suprema indiana ha ricevuto minacce anonime attraverso un email in cui si ipotizza "l'esplosione del tribunale" . La notizia è stata diffusa oggi dalla Ndtv. Immediatamente la Corte Suprema indiana ha rafforzato le misure di sicurezza vietando per un mese l'accesso al tribunale ai praticanti e agli stagisti. Ma sempre per la cronaca, che ha il compito di informare senza prese di posizione garantendo l’ufficialità, l’ episodio non è stato messo in relazione ai nostri due Fucilieri di Marina. Difatti, la fonte ha anche diffuso che tali episodi sono stati registrati già all'inizio del mese dove  il giudice Dipak Mishra aveva ricevuto minacce di morte. Oggi intanto la Corte ha confermato la data del 26 agosto, quando il governo di New Delhi dovrà presentare un rapporto ufficiale sul caso. Due giorni prima della seduta, il 24 agosto, è atteso il verdetto del Tribunale Internazionale del Diritto del Mare (Itlos) di Amburgo sulla richiesta di misure provvisorie che consentano a Massimiliano Latorre di rimanere in Italia e a Salvatore Girone di tornarci in attesa delle conclusioni dell'arbitrato internazionale.

domenica 26 luglio 2015

Caso Marò, L’Italia ha porto l’altra guancia, ahinoi… «Solo l'India può processarli»

di Nico Baratta

Nuova Delhi si opporrà al ricorso all’arbitrato internazionale presentato dal nostro Paese: "Il tribunale di Amburgo non ha la giurisdizione di perseguire i crimini"
Era nell’aria, come da lo è da anni che il Governo italiano non riesce a risolvere un’incidente diplomatico che ha tutta l’aria del ricatto economico-politico. Secondo alcune indiscrezioni governative il tribunale di Amburgo non ha, e non avrebbe, la giurisdizione di perseguire i crimini cui i due Fucilieri di Marina sono incriminati dalle leggi di Nuova Delhi. La decisione pare confermata, anche perché il governo indiano si opporrà al ricorso all’arbitrato internazionale che l’Italia ha presentato in sede al Tribunale Internazionale del Diritto del Mare con sede ad Amburgo.
Il prossimo 10 agosto, ad Amburgo, si svolgerà la prima udienza sul caso e il clima è rovente: si teme un durissimo scontro tra India e Italia, con le ripercussione economiche-finanziarie-commerciali-politiche del caso. L’Italia, tuttavia, pare che abbia porto l’altra guancia poiché non ha messo in campo tutti gli strumenti per opporsi al “sacrificio” istituzionale di due nostri connazionali. Lo si intende dai fievoli ricorsi fatti in sede internazionale che tendono a dar ragione all’India. 
In un’intervista al Procuratore Aggiunto Generale P.S Narsimha, rilasciata al quotidiano "The Hindu" , si legge che verrà contestata la stessa giurisdizione del tribunale: «Solo l’India ha la giurisdizione di perseguire crimini avvenuti nel Paese. Davanti all’Itlos - ha spiegato Narsimha - sottolineeremo che solo l’India ha la giurisdizione per processare i reati commessi nel Paese e che il Tribunale non può interferire in questo. L’India - ha concluso il magistrato Narsimha - si presenterà nell’udienza dell’Itlos che può solo prendere in considerazione misure provvisorie per una questione che riguarda la giurisdizione sul caso e che è in attesa di essere esaminata dalla Corte permanente di arbitrato (Cpa) dell’Aja in base alla sezione 7 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos)».
Ciononostante l'India ha già fatto sapere si opporrà alle richieste di “adozione di misure cautelari" presentate dall’Italia.

venerdì 10 luglio 2015

Caso Marò, Dagospia rivela la vergogna d’Italia

di Nico Baratta

Potremmo dire che ha dell’eclatante quanto scoperto da portale web dagospia.com. In realtà è una verità celata, che molti italiani, e non, presupponevano. 
Stando a quanto rivela Dagospia, i nostri due Fucilieri di Marina, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, dovevano essere rimpatriati da molto tempo. Difatti il documento-verità a firma dell’allora Ministro di Grazia e Giustizia, Paola Severino, rivela che il ritorno dei due militari in terra d’India era anticostituzionale. Come riporta Dagospia “La Severino, insomma, si oppose con fierezza all'ipotesi di rispedire Girone e Latorre in India”. Ed invece, Niet! Non sa da fare, e a deciderlo fu il governo con a capo Monti. 

Di seguito si riporta fedelmente la parte più importante dell’articolo di Dagospia.

“La ricostruzione - Nel documento, Severino spiegava che "i rilevamenti satellitari provano che la nostra nave era in acque internazionali. Tutto quello che viene detto è basato su idee, ma la prova sullo svolgimento dei fatti, versione differente tra le due parti, ancora non c'è stata. La posizione dei due militari italiani è molto delicata". Severino argomentava, e spiegava di non avere dubbi: gli indiani, per lei, non avevano alcun diritto di tenersi i marò, tantomeno di processarli. Noi non dovevamo rimandarli in India. Eppure furono rispediti, eppure Latorre e Girone tornarono ostaggi. Perché? Semplice: per non rovinare i rapporti commerciali con l'India. Meglio sacrificare la libertà dei nostri marò piuttosto che qualche euro. Una scelta contro la quale si oppose non solo la Severino, ma anche l'allora ministro degli Esteri Giulio Terzi, che all'epoca si dimise per dissociarsi dalla decisione del governo”.

mercoledì 1 luglio 2015

Caso Marò: su facebook Latorre chiede sostegno per Girone

di Nico Baratta

Parte dal web la richiesta di sostegno che il Marò Massimiliano Latorre chiede per il suo amico e commilitone Salvatore Girone. Un semplice Like o un cuore o una bandiera italiana o un bacio postato su facebook per far sentire la vicinanza degli italiani affinché non si senta solo in terra straniera, in quella indiana che lo detiene per un reato tutto da provare. 
Tutti conosciamo la vicenda dei due Fucilieri di Marina, del Battaglione San Marco. E tutti sappiamo che la vicenda ha trame non chiare, specie nelle prove accusatorie verso i due militari, che stavano eseguendo degli ordini ben precisi e, maggiormente, difendevano proprietà italiane. Accusati di aver di aver ucciso due pescatori indiani al largo del Kerala, sono trattenuti da più di 3 anni in India, senza una chiara difesa istituzionale da parte del Governo italiano, solo comunicati, prese di posizioni verbali, chiacchiere.
Tutti sappiamo anche che Massimiliano Latorre è ora in Italia, con un permesso speciale, per cure mediche dovute ad un ictus, e che appena si sarà ristabilito, dovrà far ritorno in quell’India che lo vorrebbe condannare.
Nel frattempo lo Stato italiano e il suo Governo, come detto, chiacchierano con quello indiano. Questo, sia chiaro, è il mio punto di vista.

sabato 27 giugno 2015

Caso Marò, la Corte Suprema Indiana sposta l'udienza. Un caso...?

di Nico Baratta

Da New Delhi, India, non giungono buone notizie. La sorte dei nostri Marò sembra avere epiloghi non buoni e dai tempi biblici. Difatti la Corte Suprema Indiana ha posticipato l'udienza, rivedendo il calendario della ripresa dopo la sosta estiva, spostando dal 7 al 14 luglio quella riguardante la vicenda dei due Fucilieri di Marina italiani,  Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. La notizia, già diffusa da molti media nazionali, è fonte diretta dal portale della stessa Corte. Un dato importante e negativo per i due nostri militari, in quanto, se confermata e stando alla data dell'udienza, tutto ricadrebbe alla vigilia della scadenza dell'ultimo permesso concesso a Latorre per seguire la sua terapia riabilitativa in Italia, ovvero quel 15 luglio che tutti speravano risolvesse il caso, almeno per uno dei due, che ricordiamo non gode di buona salute. Un caso? O una programmazione voluta, forse congiunta da chi non vuol risolvere il caso che diplomaticamente avrebbe ripercussioni politiche industriali e economiche non propriamente benefiche per l'Italia? Un dato è certo, i nostri due connazionali, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono prigionieri e il Governo italiano potrebbe dar più vigore alla causa. Tuttavia con la debolezza mostrata in campo europeo, si evincono scelte discutibili sul caso.

sabato 21 marzo 2015

Un’altra Primavera che non c’è. Lo sfogo della compagna del Marò Latorre

di Nico Baratta

La pagina di facebook in oggetto (foto) ndr
Ancora un’altra stagione, una dopo l’altra, l’attesa per il definitivo rientro dei due Marò. Anche questa primavera le famiglie dei due fucilieri della Marina Militare Italiana non potranno godere della compagnia dei loro cari. Certo, uno di loro è a casa per curarsi. Ma non è la stessa cosa averli accanto sapendo che da un giorno all’altro potrebbe far ritorno in India.
Oggi, sulla pagina Facebook è in evidenza un post. Paola Moschetti, la compagna del fuciliere di Marina Massimiliano Latorre, ha scritto «E dopo due anni dal doloroso rientro in India siamo ancora sospesi nonostante il destino si sia accanito più dell'uomo , nonostante sia accaduto l'imponderabile. Ci sono giorni nella vita di un uomo che andrebbero cancellati o se non altro dimenticati . Ebbene quello è uno di questi anche se ironia della sorte dovrebbe essere un giorno colorato e gioioso per l'arrivo della primavera . Aspettiamo la primavera ma la nostra primavera coinciderà soltanto con la conclusione di questa interminabile odissea quando passeremo dall'essere sospesi a poter toccare finalmente un suolo più morbido ed accogliente quello della verità, della giustizia, della serenità e forse tutto questo entrerà a far parte di un oblio che finalmente consentirà di pensare: sono a casa !»

mercoledì 11 marzo 2015

Caso Marò, la Corte Suprema rimanda il caso in aula

NEW DELHI (INDIA) – Terminata la procedura amministrativa sul ricorso della difesa. Si contesta presenza investigativa non attinente al reato.
Ancora attese, cavilli, procedure amministrative che ostacolano la sorte dei due Marò. La scorsa mattina si è avuta notizia che la Cancelleria (Registrar) della Corte Suprema indiana ha stabilito a New Delhi le procedure amministrative riguardanti un ricorso presentato dai legali dei due Fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Nel ricorso si contesta la presenza del NIA nelle indagini della polizia investigativa. Tuttavia, dopo aver ascoltato gli avvocati delle varie parti presenti, il giudice della Cancelleria M.K. Hanjura ha chiuso la fase amministrativa e disposto il ritorno del caso in aula. 
[nb]

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