Mille euro di pensione? Si vive meglio fuori dall’Italia

“Il dato pubblicato dall’Inps in merito alla situazione dei nostri pensionati è alquanto preoccupante in quanto – afferma il Presidente Nazionale dell’Epas, Denis Nesci – è assolutamente inverosimile condurre una vita dignitosa con meno di mille euro al mese, considerando le spese che si devono sostenere nella quotidianità ”.
I risultati diffusi dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale non sono assolutamente da sottovalutare, tutt’altro, i pensionati italiani risultano infatti tra i più poveri d’Europa: il 45,2% ha un reddito inferiore a 1.000 euro al mese e circa 2 milioni vive con una pensione che non arriva a 500 euro, contro una media pari a 917 euro per i pensionati spagnoli e 1.070 per quelli olandesi. Naturalmente tutto va proporzionato anche al costo della vita e, da noi, non è proprio tra i più bassi.
Da qualche anno questa condizione ha costretto molti pensionati ad optare per una quotidianità in un Paese diverso dall’Italia, in virtù di motivazioni di carattere economico. Sono diversi i luoghi esteri in cui è possibile ritagliarsi uno stile di vita meno oneroso per chi ha come unica entrata la propria pensione. Su un totale di circa 400mila soggetti in pensione che espatriano, ad esempio, ben 270mila fanno parte della fascia che percepisce un assegno inferiore ai 1.000 euro al mese, mentre gli altri 130mila possono contare su un somma compresa fra 1.000 e 1.500 euro mensili. La Slovenia, Malta, l’Irlanda sono infatti le mete vicine più gettonate dai pensionati, in quanto sono previsti degli sgravi fiscali che permettono loro di non veder completamente eroso il reddito dalle tasse, mentre le isole canarie offrono una maggiore agevolazione per le cure mediche, in quanto è possibile stipulare una polizza medica privata che copre tutte le spese, al prezzo di soli 80 euro mensili.
“Il fenomeno della fuga dei cervelli – il pensiero di Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- è purtroppo da molto tempo noto nel nostro Paese, con migliaia di giovani che scelgono di lasciare l’Italia per ottenere quella realizzazione professionale e personale preclusa entro i confini nazionali. Ma la categoria sopra citata non è purtroppo l’unica a scegliere di andare via –continua Nesci- poiché sempre più spesso anche numerosi anziani lasciano il nostro Paese per diversi motivi, legati anche alla possibilità di curarsi senza dover affrontare cifre eccessive se rapportate alle pensioni percepite”.

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