martedì 4 ottobre 2016

Malasanità? Boh! Mancanza di strutture e responsabilità. A Monte si muore anche di questo

di Nico Baratta

Monte, muore nel giorno della festa. Figlio “Basta tagli alla sanità”.

Non credevo che un giorno avrei scritto un articolo su un Montanaro morto per l’approssimazione di strutture sanitarie a Monte Sant’Angelo. E dire che proprio oggi, 03 ottobre 2016, c’è l’annuncio a mezzo stampa del direttore generale dell’Asl Foggia sulla riapertura di alcuni centri sanitari al PTA (Presidio Territoriale di Assistenza) di Monte Sant’Angelo finora dislocati presso l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Ovviamente col caso in oggetto non c’entra nulla. Come detto non credevo di annunciare la morte di un Montanaro in festa. L’ho fatto per alcuni crimini commessi dalla mala, dalle faide. Eppure c’è sempre una prima volta, amara, demoralizzante, che ti fa intendere che la buona Politica (con la P maiuscola, quella nobile, per il Popolo Sovrano) ripaga, mentre chi la sfrutta per meri fini personalistici e propagandistici approfitta di chi li ha conferito il mandato. A Monte quel mandato è stato defraudato da decisioni non condivisibili di un capo del Viminale che pur di accontentare il suo superiore, ha destituito politici invece di dirigenti. Oddio, al comune di Monte quando il Viminale è intervenuto ci poteva esser anche la controparte politica e se fosse stata destituita non sarebbe cambiato il mio pensiero poiché il male è celato nei meandri di uffici pubblici -e tra le righe di risme di incartamenti impolverati- che continuano a lavorare, e non in quelli occupati da chi il Popolo Sovrano ha scelto per amministrarlo. Conosco quella gente, dell’una e l’altra parte, e son certo che sono brave persone: politicamente ognuno, poi, ha il suo modus pensandi. Ma questo Alfano-Renzi&Co. con al seguito Bindi&Co. non lo comprendono poiché è la politica a muovere i loro fili e non la legalità per una giustizia popolare. Come lo è anche per la politica (con la p minuscola, becera e affaristica) che non vuole comprenderlo. Tuttavia le colpe non vanno conferite a chi oggi amministra Monte. Loro, i tre Commissari Prefettizi Straordinari, hanno ereditato una situazione già di per se mal gestita dai pulpiti regionali in materia di sanità. Ma non posso esimermi nel rimare basito da alcune decisioni assunte in merito allo svolgimento della Festa Patronale. 

L’amaro epilogo di una giornata di festa è stato la morte di un essere umano. Il 29 settembre 2016, durante la festa del Santo Patrono, a Monte Sant’Angelo è morto un Montanaro di 59 anni. L’uomo, che si chiamava Antonio e si trovava in centro, è stato colto improvvisamente da malore e chi gli era intorno ha subito allertato i sanitari del luogo. Da quanto mi è stato riferito (ero in un’altra zona del paese in quel momento) da Viale Santa Croce, sede del Poliambulatorio, è giunta un’autombulanza con i sanitari. Il mezzo purtroppo ha perso tempo poiché ha dovuto barcamenarsi tra le gente che affollava la via e le bancarelle che ne ostruivano il passaggio. La foto che ho pubblicato e che ho preso dal web, pubblicata su facebook, dimostra incontrovertibilmente ciò che dico. L’autombulanza giunta sul posto con i sanitari, solo infermieri per essere precisi, hanno prestato il primo soccorso con gli strumenti in dotazione e poi dovuto trasportare l’uomo in barella per circa 400 metri fino al mezzo sanitario. Ovviamente gli infermieri hanno appurato la gravità del caso ma non essendoci il medico non hanno potuto portare a termine le procedure previste dal protocollo. Per il medico gli infermieri hanno dovuto attendere circa 40 minuti. Difatti da Mattinata è giunta un’auto medicale con a bordo il medico. Conferiti i primi interventi e fatta la prima diagnosi, l’uomo è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di San Giovanni Rotondo dove è morto. Ma dov’era il medico di turno di Monte? Era in attività medicale in altra area garganica, perché chiamato d’urgenza, come stabilito dai suoi superiori, perciò neanche il medico ha colpe, stava ottemperando al suo dovere.

Ora, si comprende bene che chi ha assistito l’uomo, poi deceduto, ha proceduto nel miglior modo possibile in base ai mezzi e strumenti e possibilità dovute, rispettando il protocollo a loro consentito. Va detto perché loro non hanno colpe, sono da elogiare. Le colpe, semmai, sono da conferire all’organizzazione nel suo insieme ivi compresa quella adibita al primo soccorso che a Monte pare essere approssimata. E non per responsabilità locali, bensì per quelle regionali, che negli anni hanno diminuito, anzi eliminato servizi prioritari. Ma come, manca il medico? Manca un’auto medicale con strumenti salvavita? Siamo davvero alla frutta, ma marcia, quella di una Regione Puglia che taglia, taglia, taglia, elimina servizi e finanziamenti. Va ricordato per correttezza d’informazione che i tagli risalgono alla Giunta scorsa, quella presieduta da Vendola. Ma le responsabilità, morali e politiche, le conferisco anche ai nostri rappresentanti politici regionali, che nel cercar voti promettono, promettono, promettono e poi dimenticano. Un riscontro oggettivo sul piano sanitario voluto dalla Regione Puglia vuole che Monte Sant’Angelo non rientri tra i comuni disagiati, caso contrario, invece, per i comuni dei Monti Dauni e le Isole Tremiti. Che vuol dire questo? Che Monte può avere un solo punto sanitario, o quello di primo intervento o quello del 118 medicalizzato. Tuttavia non esclude che in situazioni straordinarie, come quella di una festa patronale che attira tanta gente, che raddoppia e triplica il numero delle persone presenti in un’area angusta e difficilmente raggiungibile in tempi celeri, dove c’è la presenza di più bambini, più anziani e malati, la gestione più accurata della funzione pubblica in materia di sicurezza, che è anche sanitaria, debba avere una più responsabile amministrazione e funzione di chi è preposto a tal compito. E qui entrano in ballo i tre Commissari Straordinari Prefettizi che avrebbero dovuto pensarle certe cose, perché prevedibile e perciò gestibili. Oltre alle vie impercorribili per i mezzi di soccorso, avrebbero potuto chiedere, solo nei giorni della festa di San Michele Arcangelo, l’allerta dell’elisoccorso funzionante su tutto il Gargano. Ovviamente non do colpe dirette ai tre amministratori, solo un lieve monito e un suggerimento per gli anni a venire. E ciò è rivolto anche ai prossimi amministratori politici che avrà Monte, giacché quelli avuti in tutti questi anni ormai son passati. Questa per me è anche Legalità e invito il Gen. Sorbino, quale consulente per la Legalità, a formulare un piano specifico nella materia di intervento sanitario urgente per il futuro di Monte, cosicché da evitare altri decessi scongiurabili. 

Ma non basta a parer mio poiché dev’essere la comunità di Monte Sant’Angelo, i Montanari per esser chiaro, a mobilitarsi in piazza e far sentire la loro voce a chi di competenza. Una manifestazione pacifica, nel rispetto delle regole, che sia un mezzo per veicolare le istanze della popolazione. E, se posso permettermi, invitando tv e giornali nazionali affinché il messaggio abbia maggiore risonanza mediatica. 

Ma un messaggio dev’essere fornito al mondo della politica, giacché è sua l’azione dei tagli. Con ciò rivolgo ai vari consiglieri e assessori regionali della nostra bellissima terra di Capitanata un appello: curate di più le istanze dei cittadini e non quelle del partito o movimento poiché loro vi conferiscono il mandato, ben pagato, lussuoso e con tanto di privilegi. Il Popolo Sovrano decide per Voi e voi avete il dovere di amministrarlo in meglio. Purtroppo so già a priori che questo appello sarà vano perché oltre alle loro orecchie da marcante, vi sono quelle di chi li elogia, assuefatti al potere farlocco di un mandato che finirà.

Concludo inserendo un commento del figlio della persona deceduta, il signor Michele Scarlatella.

«Leggevo alcuni commenti su fb riguardo ai soccorsi.. Voglio dire solo che è arrivato il momento di ribellarsi, non è possibile che in un paese di montagna vengano effettuati tagli alla sanità e invece tutti i politici aumentano e non tagliano i loro stipendi.. Giovedì (29/09/2016 ndr.) era la festa di San Michele, era prevedibile che il paese era super affollato quindi dovevano aumentare le unità di 118. Mio padre è morto, il 118 è arrivato con più di 45 minuti di ritardo perché doveva arrivare da Mattinata e oltretutto è arrivato senza medico e la colpa non è degli operatori del 118 anche perché nel caso di mio padre hanno fatto il possibile, anche se non erano attrezzati ho visto l’infermiere piangere perché si era reso conto che ci voleva l’attrezzo adatto per rianimare mio padre e non il semplice massaggio cardiaco... Colgo l’occasione per ringraziare i tanti ragazzi che hanno soccorso mio padre prima del arrivo del 118. Ora non aspettiamo che muoia qualcun altro a causa dei ritardi e della mancanza di mezzi, cerchiamo di fare qualcosa per il bene del nostro paese e per l’incolumità di ognuno di noi... Cerchiamo di difendere il punto di primo intervento almeno ora anche se non è un granché ma è utile. Ormai ci hanno tolto tutto..».

A voi i commenti, se ci riuscite….

Ad Maiora!

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