sabato 21 novembre 2015

90 anni

di Nico Baratta

All'inizio era una tribuna in legno, piccola ma essenziale. Poi vi furono le curve, sempre in legno con intorno terra e alberi. Ed infine sorsero gli altri spalti, prima con impalcature, poi in cemento. Aveva una pista, poi rimossa. 
Ha visto tutto, dal grande Nocera a Re Cecconi, da Delneri a Bigon ai due nostri indimenticabili fedelissimi Cosmano e Pirazzini, e poi Mancini e tanti altri. Ha visto Il grande Maestrelli con l'indimenticabile Fesce, e poi Pavone, Puricelli, i Rosa Rosa, Casillo e poi il grande, unico, insostituibile Zeman con il suo magico tridente. 
Ha avuto alti e bassi. 
Ha visto perfino una compagine nei dilettanti, poi miracolata da quel ragazzo del palazzo di fronte, il buon Pelusi che poi sapientemente ha ceduto il passo al cuore di Lo Campo. Ed oggi ospita De Zerbi, pronto per nuove strabilianti avventure e pienoni alla Zemanlandia. 
Ha educato e formato pulcini diventati professionisti e amministratori
venditori di fumo.
Ha convissuto con un mercato senza mai intralciarlo e tifosi vogliosi di gioie più grandi. Ha visto spalti strapieni e seggiole vacanti che oggi pian piano si stanno riempiendo. 
È entrato nella storia con le Gambe d'oro di Totò, per le bombe alleate e il candido Woytila, oggi santo. 
Volevano farlo diventare il tetto di una discarica ultramoderna ma un sindaco e molti foggiani si sono opposti, vedendo oltre la staccionata di una politica affaristica e individualista. 
Ha il suo folklore, quello di uno stadio nella città che blocca quando apre ma sblocca gli animi e i cuori cittadini. 
Ha i suoi portoghesi, sempre gli stessi, come del resto ha ogni stadio. 
Ed ha i fedelissimi del palazzo adiacente, imperterriti e sempre lassù in terrazza, con il caldo e con il freddo, sotto la pioggia e con il vento, a tifare Forza Foggia.  
Ha il suo Satanello Doc, Leone Rossetti, indomabile foggiano scaramantico all'occorrenza. 
Ed ha i suoi inquilini rossoneri sempre li in curva a colorarlo, coccolarlo, riscaldarlo e farlo tremare di gioia. 
Ma soprattutto ha sempre avuto, e l'avrà per sempre, l'amore dei foggiani, quelli veri, che nel bene e nel male non lo scambierebbero mai con un altro, perché lo Zaccheria è il cuore pulsante dello sport foggiano. 
Lo stadio comunale Pino Zaccheria ha 90 anni e non li dimostra ma li ricorda in tutta la sua onnipresente storia della cultura, del vivere e dello sport di Foggia. 
22 novembre 1925 – 2015, 90 di gioie, dolori, glorie e tanto amore.
Buon compleanno. 

Ad Maiora! 

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