Chiuso per… e fino a… Il Teatro Giordano non riapre
di Nico Baratta
Stagione teatrale compromessa? O solo un rinvio per la solita burocrazia all’italiana? Non si sa!
Eppure in quel fatidico giorno, in un maggio caldo e promettente, l’ex sindaco Gianni Mongelli “a braccetto” con Michele Placido, attuale direttore artistico …senza teatro… ma presentato tale, annunciò che il 9 agosto 2014 il teatro sarebbe stato riaperto. Allora che cosa è successo? I soliti ed estenuanti contenziosi legali ancora in atto tra l'amministrazione comunale e alcune delle ex-imprese esecutrici dei lavori di ripristino del teatro.
Landella pare furibondo, quasi scettico come se le carte in oggetto non le avesse mai lette, eppure lui oggi è il sindaco. Certo, certo, giustifichiamolo giacché è nuovo al Palazzo, anche se si è difeso affermando che quest’ultimi cavilli giudiziari potrebbero influire sui tempi di ultimazione dei lavori. Difesa d’ufficio, docet lex. Contestualmente minimizza con un eccesso di sarcasmo verso l’ex primo cittadino «A differenza di chi mi ha preceduto, non intendo fare promesse che poi non possono essere mantenute. Il Teatro sarà inaugurato quando sarà realmente aperto» - dixit Landella.
E Mongelli che dice? Nulla poiché è fuori dai giochi, distante da quel palazzo che politicamente non lo ha più voluto. E, forse, nulla sapremo, anche se una dichiarazione post officium sarebbe doverosa in seno a tutta la “querelle teatrale “ che lo ha accompagnato, quella quasi bizzarra con retrogusto asprigno.
E Michele Placido? Cosa centra lui, del resto è …opss.. sarà un direttore artistico a costo zero, così fu detto, a parte rimorsi ed eventuali e varie.
Chi ne paga le mal conseguenze sono sempre i cittadini che non potranno godere di un loro bene comune, le compagnie teatrali, musicali, artistiche varie che avevano già sognato una loro performance nel fu prestigioso Teatro Giordano.
Insomma, data da destinarsi per la riapertura del Giordano con Landella che non le manda a dire a chi per cinque anni ha fatto stare col fiato sospeso, il naso all’insù, sognando l’ Andrea Chénier in casa del suo autore « il Giordano è un'eredità pesante che ci è stata lasciata».
Tuttavia è doveroso ribadirlo che per Foggia il prezzo è caro e la credibilità di chi deve –e non dovrebbe- vigilare sul corretto svolgimento dei lavori è ribassata.
Historia docet mentre il tempo sarà unico testimone e giudice delle azioni altrui
Ad Maiora!
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