lunedì 31 luglio 2017

Manfredonia sulla SS89 c’è una discarica di sacchi bianchi [FOTO]

di Nico Baratta


Due anni fa, nell’aprile del 2015, lo denunciai a Foggia per un analogo problema, per il solito sciatto comportamento che un ente dovrebbe immediatamente mettere in campo quando si parla di sicurezza ambientale. In quell’occasione furono interessate il Comune di Foggia, l’ASL che prese coscienza del pericolo, l’ARPA Puglia che subito si interessò per sollecitare chi di competenza, l’ANAS ente preposto a tal adempimento. Oggi, ma è già capitato altre volte, si ripete quel comportamento. E accade in un altro comune, quello di Manfredonia. 


Sulla SS89, direzione  Manfredonia, a circa 2,5 km dall’uscita sud per il centro marittimo, c’ è una grande area di sosta per automobilisti. Lì, da alcuni giorni, giacciono decine e decine di sacchi bianchi, con tanto di codice CER –Catalogo Europeo dei Rifiuti-, contenenti vari rifiuti raccolti su entrambe i cigli della statale. Una prassi svolta periodicamente per ripulire le strade, per tenerle in sicurezza in tuti i sensi, per adempiere a regole di buona e sicura gestione del bene pubblico. Il problema è che una volta raccolti i rifiuti e contenuti negli apposti sacchi bianchi preposti a tal fine, questi dovrebbero essere rimossi dalla strada e portati nel centro di raccolta, smistamento e lavorazione rifiuti di pertinenza. Invece giacciono all’aperto, sotto il sole. E in quei sacchi c’è di tutto: rifiuti organici, plastici, cartacei, gommosi, vetrosi, ferrosi, residui di scocche di automobili e pneumatici, finanche elettrodomestici. Una vera e propria discarica a cielo aperto. 


Attendendo circa 20 minuti in quella discarica, a debita distanza anche per lo stomachevole odore che emana, si è potuto appurare che sia cani, gatti e topi, hanno visitato quei sacchi. Inoltre per chi si reca sul Gargano, riferendoci ai turisti, stranieri e conterranei, quella discarica e ben visibile e oggetto di commenti. Ora, senza star qui a ricordare che la nostra provincia è sempre all’attenzione per simili comportamenti, spesso crimini come quelli per gli scandali su discariche a cielo aperto similarmente a quelle come la Terra dei Fuochi come è avvenuto in un’area agricola nel sud foggiano, chi ha responsabilità su quei sacchi si adoperi celermente per rimuovere quello scempio e chi ha responsabilità amministrative solleciti la rimozione.
A quando la loro rimozione? La domanda la rivolgiamo al Comune di Manfredonia affinché solleciti l’ente responsabile e preposto di tal scempio e abbandono. Non arriviamo, come è avvenuto per Foggia, che ASL e ARPA Puglia facciano ciò che il Comune dovrebbe fare dopo la suddetta sollecitazione.


Tuttavia è doveroso precisare che quei sacchi bianchi, come detto, sono contrassegnati da una targhetta gialla riportante un codice CER, rispondente presumibilmente al numero CER 15 01 06. Presumibilmente perché si legge poco il codice. Per dovere informativo il CER 15 01 06 riguarda “imballaggi in materiali misti”, utilizzato per identificare rifiuti costituiti da imballaggi di diverso materiale, tra loro raggruppati. Questo secondo una sentenza della Corte UE - Sez. II, 11/12/2008, causa C 387/07 –che nel merito ha stabilito che un imballaggio composto è definito dall’art. 2, n. 1, lett. a), della decisione 2005/270 come «l’imballaggio costituito da materiali diversi che non è possibile separare manualmente, ognuno dei quali non superi una determinata percentuale del peso dell’imballaggio». Con tal definizione si evince che l’imballaggio composto corrisponde a quella di imballaggio “multimateriali”. Inoltre nell’elenco allegato alla decisione 2000/532 sono stati attribuiti due codici diversi agli imballaggi “multimateriali” e gli imballaggi in materiali misti. Ciò lascia dedurre che la nozione di imballaggi in materiali misti non comprende gli imballaggi “multimateriali”, ma si applica ai rifiuti costituiti da imballaggi di diverso materiale, tra loro raggruppati. Ecco perché il codice CER 15 01 06 dovrebbe riguardare gli “imballaggi in materiali misti”, utilizzato per identificare rifiuti costituiti da imballaggi di diverso materiale, tra loro raggruppati. Tuttavia questa sentenza ha avuto interpretazioni varie, seppur minoritarie, sostenendo che, pur ammettendo tale commistione di rifiuti, il codice 15 01 06, corrispondente agli “imballaggi in materiali misti”, può essere assegnato solo agli imballaggi “multimateriali” e non ai rifiuti costituiti da imballaggi di diverso materiale, tra loro raggruppati. 


Senza dubbio la definizione data dalla Corte Ue è un pugno in faccia a chi con metodo certosino differenzia i rifiuti per ottenere migliori soluzioni per tutto l’eco-sistema, dove per la sentenza in oggetto l’unica definizione identificativa è “Ubi maior, minor cessat”- “dove vi è il maggiore, il minore decade”. È il caso di dire che dove è presente chi ha maggiore autorità, cessa il potere di chi è inferiore. Se noi, comunità, popolazione, siamo i minori, i conti tornano. Lascio a voi comprendere chi ha maggiore autorità.
Ubicazione: SS89, Provincia di Foggia, Italia

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