martedì 16 maggio 2017

Soldi previsti e palesi mancanze. Foggia i suoi pericolosi marciapiedi

di Nico Baratta


Sono anni, veramente tanti, che a Foggia si parla e sparla, si scrive e si denuncia, si commenta e si deride, una situazione che le amministrazioni comunali, questa e le precedenti, non hanno mai affrontato nel modo giusto, o che lo hanno a malapena lambito. È un luogo comune di moltissimi centri urbani italiani e ciò è sinonimo di una disattenta, anche cattiva, gestione della Cosa Pubblica sia del Governo, sia delle Amministrazioni locali. Tutti ormai siamo “denunciatori seriali”, e spesso delatori, del malessere sociale, dello status quo che si tocca con mano e si vive sulla propria pelle, delle opere pubbliche e private abbandonate, dei disagi e disservizi pubblici, di mancanza di sicurezza. E tutti pretendiamo benessere e sicurezza. All’occhio, come è naturale, impatta più una grossa opera pubblica abbandonata, come un palazzo o una scuola o una palestra, piuttosto che una fontana rotta. Come è più facile “denunciare” un degrado pubblico laddove si stipano clochard, si azzuffano migranti, si intrattengono tossicodipendenti con annessi pusher. Foggia era una città con decine e decine di fontane; oggi si contano sul palmo di una mano e perlopiù utilizzate da “privati” per i loro comodi. Ma questi son solo bei ricordi che non torneranno più.


Malgrado queste mancanze, che sono importanti e balzano di più all’attenzione, l’abbandono lo abbiamo sotto gli occhi, anzi sotto i nostri piedi. A parte la pietosa situazione del manto stradale foggiano, dove è più facile contare le parti asfaltate che quelle con buche e con asfalto dismesso, Foggia ha marciapiedi pericolosissimi. Ci sono quelli senza una adeguata copertura, quelli asfaltati con pezze una sull’altra, quelli con radici fuoriuscite dal terreno, quelli con buche e voragini, quelli con scivoli inaccessibili per i disabili, quelli con i tombini fognari e dei vari servizi di illuminazione e telefonia sprofondati o innalzati. Insomma, una città che oltre ad avere la gruviera stradale è anche leadership in quella del camminamento pedonale. E a complicare la situazione ci si mettono anche le aziende dei lavori su pubbliche aree che in questi anni hanno svolto lavori fognari e di ammodernamento delle reti telefoniche, che intervenendo in tempi diversi, hanno asfaltato le aree interessate, rappezzandole laddove un mese prima erano state chiuse. Certamente a quest’ultima azione demolitrice delle nostre aree di pedonalità, oltre che di viabilità stradale, è complice la mal gestione comunale per la programmazione dei lavori. Checché se ne dica tutti abbiamo sempre incolpato sindaci e assessori che si sono succeduti a Foggia. In realtà se le deficienze organizzative e di programmazione e di esecuzione dei lavori si sono protratti negli anni e per alcune amministrazioni, il comune denominatore è da ricercare nei dirigenti comunali e loro subalterni, che poi son sempre gli stessi. Con la Legge Bassanini voglio ricordare che le Determinazioni sono firmate dai dirigenti e non dall’assessore o sindaco di turno. Tuttavia, ciò non delegittima responsabilità anche della parte politica comunale, che deve e non dovrebbe decidere –per le competenze assegnate- e controllare ciò che vien fatto con i soldi pubblici. 


La scusante, che amministratori politici e dirigenti comunali tirano in ballo quando uno o molti cittadini si lamentano del degrado e abbandono urbano, è la mancanza di soldi. Quei “benedetti” fondi messi a disposizione dal Governo e dalla Regione attraverso bandi europei, spesso riformulati nell’uso per emergenze varie. 


Il 10 maggio 2017, mercoledì scorso, il Consiglio comunale di Foggia con 17 voti a favore e 13 contrari ha approvato il Bilancio di Previsione 2017. C’è chi lo ha definito un atto formale della maggioranza per non fare decadere l’attuale amministrazione -per poi addivenire ai “collaudati” e probabili rimpasti in Giunta-, chi la solita e celata azione di tutti i politici in seno al Consiglio, chi invece l’orripilante bugia politica di un bilancio che ha il fiato della Corte dei Conti sul collo. Un dato è certo, che il Bilancio di Previsione 2017 è strutturato con un piano triennale ed anche con molte liquidità finanziarie solo dopo alienazioni dei beni comunali. Beni, che a dir di molti amministratori, sono attualmente svalutati. E la somma messa in cantiere, ma non ancora “appaltata”, è di ben € 134.138.912,34. Sono molti soldi, che fanno parte anche del pacchetto “da periferia a periferia”, messi a disposizione delle città metropolitane e dei capoluoghi di provincia dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso il bando finalizzato alla riqualificazione urbana e alla sicurezza delle periferie, e che prevedono sommariamente interventi urbani di riferimento delle proposte progettuali avanzate dal Comune di Foggia nell’ambito della sicurezza e della qualità, della mobilità sostenibile, di quella economica e di quella cosiddetta “Smart mobility” (come se Foggia fosse già sistemata strutturalmente e abbia bisogno di un tocco di modernità ai servizi che purtroppo sono deficitari o latitano per carenze lavorative). In quel Bilancio vi sono perfino voci per lavori mirati, come per esempio per il recupero e riqualificazione assi stradali, per il recupero e riqualificazione isola pedonale Via Lanza -come se solo lì passeggiasse-, per l’efficientamento del patrimonio immobiliare comunale, per l'esecuzione dei lavori di sistemazione strade della città ubicate solo in alcuni punti mentre Foggia ne urge in toto. Conforta –vogliamo essere speranzosi- che una parte di quei soldi, sempre dopo averli incassati e se avverrà ciò, serviranno per adeguamenti urgenti sul fronte energetico per alcune scuole pubbliche, che a Foggia cadono letteralmente a pezzi, e per il “piano eliminazione barriere architettoniche”, il cosiddetto PEBA, dove son stati previsti con priorità 1 per il primo anno (2017) la somma di 150mila euro e altri 550mila euro fino al 2019.   


Ormai star qui a scrivere per chiedere la solita cosa, ovvero “speriamo che il Comune accolga la nostra sollecitazione, anche denuncia pubblica per voce di molti cittadini”, è pressoché inutile giacché i nostri amministratori negli anni hanno dato seguito a tutt’altro. Foggia, come città e servizi non ha bisogno di ulteriore prove –di denunce si- perché è testimone oculare del suo degrado, colpa anche di cittadini negligenti e saccenti –tutti son professori e sanno tutto e conoscono tutti-. 


La verità, per quello che si è potuto raccogliere dalle lamentele dei residenti (e non solo) e che si vede e vive quotidianamente, è che sotto i nostri occhi, anzi sotto i nostri piedi, ci sono pericoli palesi, che ogni giorno minano l’incolumità dei cittadini, che costringono molti anziani, bambini e diversamente abili, a rimanere a casa e se escono a farsi molto male per cadute. Questi sono i marciapiedi di Foggia.  


Ubicazione: Foggia FG, Italia

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