martedì 15 marzo 2016

Silvio Orlando a Foggia per la stagione di prosa del “Giordano”

Tutti sull'attenti: torna in classe il professor Silvio Orlando, in una commedia che ha fatto epoca. La stagione di prosa del Teatro “Umberto Giordano” di Foggia, organizzata dal Comune in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, prosegue sabato 19 e domenica 20 marzo, alle ore 21, con “La scuola”, commedia diretta da Daniele Luchetti, che ha per protagonista uno strepitoso Orlando ed è prodotta da Cardellino srl. 
Era il 1992, anno in cui debuttò “Sottobanco”, spettacolo teatrale tratto dagli scritti di Domenico Starnone, interpretato da un gruppo di attori eccezionali capitanati da Orlando e diretti dal regista romano. Lo spettacolo divenne presto un cult, antesignano di tutto il filone di ambientazione scolastica tra cui anche la trasposizione cinematografica del 1995 della stessa opera, che prese il titolo “La scuola”. Fu uno dei rari casi in cui il Cinema accolse un successo teatrale e non viceversa. Lo spettacolo era un dipinto della scuola italiana di quei tempi, un esempio quasi profetico del cammino che stava intraprendendo il sistema scolastico.
Il cast del nuovo allestimento è eccezionale: oltre ad Orlando, ci sono Vittorio Ciorcalo, Roberto Citran, Marina Massironi, Roberto Nobile, Antonio Petrocelli, Maria Laura Rondanini.
Le scene sono di Giancarlo Basili, il disegno luci di Pasquale Mari, i costumi di Maria Rita Barbera, mentre assistente alla regia è Riccardo Sinibaldi.
Dal confronto tra speranze, ambizioni, conflitti sociali e personali, amori, amicizie e scontri generazionali, prendono vita personaggi esilaranti, giudici impassibili e compassionevoli, al tempo stesso. Il dialogo brillante e le situazioni paradossali rendono “La scuola” non solo uno spettacolo irresistibilmente comico, ma anche un piccolo grande “classico moderno” del teatro italiano.

La storia
È tempo di scrutini in un malandato istituto tecnico alla periferia di Roma. La sala insegnanti è inagibile e ai docenti tocca riunirsi in palestra, a discutere i destini di un gruppo di alunni non proprio diligenti. A polarizzare la discussione è l’allievo Cardini, che manifesta la sua sofferenza adolescenziale attraverso un ostinato mutismo, rotto solo dal ronzio di mosca che riesce a imitare alla perfezione. Sul suo caso si scontrano le opposte visioni del ruolo educativo: da un lato il prof. Cozzolino, insegnante di lettere idealista e appassionato, e la professoressa Baccalauro, sempre dalla parte dei ragazzi; dall’altro il reazionario prof. Mortillaro, convinto che «c’è chi è nato per zappare», e il doppiolavorista Cirotta, interessato solo a corteggiare le ragazze. Il sognatore Cozzolino, interpretato da Silvio Orlando, si pronuncia a favore di Cardini: per lui il ragazzo esprime il proprio lato creativo, e così la mosca diventa il simbolo di tutti coloro che si sentono prigionieri di un sistema scolastico che non funziona, oggi come vent’anni fa. 

«Ho deciso di riportare in scena lo spettacolo più importante della mia carriera - spiega Silvio Orlando - perché fu un evento straordinario, entusiasmante, con una forte presa sul pubblico. A vent’anni di distanza è davvero interessante fare un bilancio sulla scuola e vedere cos'è successo da quel punto in poi. Quando lo portammo in scena la prima volta avevamo grande fiducia nel testo; eravamo convinti che i temi e il modo in cui erano stati trattati sarebbero stati attuali anche in questo secolo e che l'opera avrebbe potuto ritagliarsi il suo spazio di piccolo classico del teatro comico-satirico italiano.
Credo che la scuola si modifichi nel tempo, ma non cambi la propria essenza. Le domande che i professori e tutti quelli che se ne occupano si pongono, sono alla fin fine sempre le stesse e spesso non hanno risposta. Il testo teatrale, più che dei ragazzi che sono sullo sfondo e non presenti in scena, parla di un gruppo di persone - i professori - che si interrogano su se stessi, sul loro ruolo e sul rapporto con gli studenti. L’occasione degli scrutini diventa la fiera delle vanità, dei sogni disattesi, la voglia di non muoversi dalle proprie opinioni. A me fa molto ridere questo gruppo di persone che si azzanna spesso per questioni di poco conto, aggrappandosi a slogan vuoti. Queste “pochezze” diventano il meccanismo comico principale».

Biglietti in vendita in tutte le rivendite ufficiali (lista su teatrogiordano.it/biglietti.html) e al botteghino del Teatro Giordano il giorno stesso dello spettacolo dalle ore 18.00. Infotel: 0881.792.908

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