Gli sprechi che non vediamo: 13 tonnellate d'acqua e e 18 metri quadrati di suolo per uno smartphone
Anche se la Terra è avvolta per il 70 per cento dall'acqua, solo una piccola quota degli 8 milioni di chilometri cubi di acqua dolce è effettivamente utilizzabile e la pressione congiunta di crescita demografica, aumento dei consumi pro capite e inquinamento stanno rendendo la risorsa idrica un bene sempre più prezioso. Per esempio scarpe, smartphone e maglietta di stoffa sono tra gli oggetti d'uso quotidiano con un'impronta ambientale tutt'altro che piccola. Per produrre un telefono di ultima generazione servono quasi 13 tonnellate d'acqua, mentre per un paio di stivali ne servono almeno 14 e mezzo. Lo dice uno studio di Friends of the Earth, rete di organizzazioni ambientali di 74 Paesi che ha fornito un quadro dell'impatto sulle risorse del globo causati da oggetti d'uso comune. I ricercatori indicano nel rapporto infatti che per produrre un paio di stivali in pelle vengono impiegate 14,5 tonnellate d'acqua e 50 metri quadrati di suolo. Incredibile ma vero, per uno smartphone servono quasi 13 tonnellate d'acqua e 18 metri quadrati di suolo. Per una maglietta di stoffa servono circa 4 tonnellate d'acqua mentre la superficie di suolo usata è poco più di 4 metri quadrati. Per una barretta di cioccolato serve quasi una tonnellata e mezzo d'acqua e più di 2,5 metri quadrati di suolo. Spesso, rileva lo studio, a fare la differenza sono gli imballaggi e la scelta delle materie prime. Nel settore dell'abbigliamento, ad esempio, circa il 20% del consumo di acqua e suolo è da addebitare ai materiali usati negli imballaggi. Percentuale che sale all'84% ,riferito solo al suolo, per il settore dei giocattoli. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, invita l'industria globale a prestare attenzione non solo all'impronta di carbonio dei loro prodotti, ma anche ad altri fondamentali indicatori come il consumo di risorse idriche e di suolo.
Sportello dei Diritti
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