giovedì 16 aprile 2015

Xylella, la Francia lo importa e noi ce lo cresciamo

Punti di s...vista, l'Editoriale interpretativo di Nico Baratta

Secondo quanto si è appreso dal RaiNews il batterio della Xylella è stato individuato per la prima volta in Francia, in un mercato all’ingrosso, su una pianta di caffè arrivata dal Sudamerica attraverso l'Olanda. Il testo dell’articolo pubblicato su RaiNews riporta testualmente che «Il batterio della Xylella fastidiosa è stato individuato per la prima volta In Francia, nel mercato all'ingrosso di Rungis, alle porte di Parigi. Lo riferisce una nota del ministero dell'Agricoltura. Il batterio è stato individuato su una pianta di caffè arrivata dal Sudamerica attraverso l'Olanda; da qualche settimana sono stati rinforzati i controlli dopo la diffusione del batterio». Tuttavia rimane l’amaro in bocca di un embargo francese quando son loro la causa iniziale del male dei nostri alberi e della nostra già precaria economia. Un male che viene da lontano e che a livello europeo non è stato affrontato adeguatamente. Difatti L’Europa è l'unico continente a non praticare la quarantena sulle piante importate dall'estero, affinché si verifchi l'effettivo stato di salute delle piante stesse. Basti pensare che questa buona pratica è messa in atto addirittura in Paesi come il Cile. Ora, senza star qui a confrontare nazioni e loro politiche, il paradosso sta nel fatto che noi europei che ci vantiamo di avere pratiche democratiche all’avanguardia, al netto dei fatti siamo più indietro di paesi dove fino a poco tempo erano gestiti da regimi dittatoriali come quello di Pinochet. C’è qualcosa che non va o alcuni vogliono che vadano così? 

Cade, e non capita in questo caso, a fagiuolo il detto “Chi è causa dei propri mali pianga se stesso”.

In una mia precedente affermazione definii l’Embargo Xylella l’ennesima dimostrazione che il nostro Governo non vale nulla, dove il suo capo Renzi parla, parla, parla e non applica. Un susseguirsi di bla...bla...bla..., invitando Matteo a ritirarsi. Definii l’azione francese un'onta che gli italiani non meritano e non dimenticheranno. Ebbene, rimango fermo su questa opinione, pur sapendo che se Parigi ha bloccato l' import di vegetali a rischio batterio dalla Puglia, lo fa nel bene e a tutela dei propri prodotti, frutto delle loro colture. Patriottismo? Nazionalismo? Può essere, anche se la difesa del proprio patrimonio è qualcosa che tutte le nazioni dovrebbero attuare in toto. Eppure e dopo la scoperta della provenienza del batterio, che ricordo è stato individuato in un mercato all'ingrosso di Rungis, alle porte di Parigi, verrebbe spontaneo rimandare al mittente tutte le responsabilità del danno che stiamo subendo, interessi compresi. 

Ma siamo certi che tutte le responsabilità siano le loro? La verità sta sempre nel mezzo. E quel mezzo è sempre terra di nessuno, una borderline dove chi ci ficca il naso si scotta, contrariamente a quella volpe che quando lo fa, trova presto il modo di far passare il resto del corpo. E a scottarsi questa volta è la stessa Regione Puglia che nel 2011 fu avvisata del pericolo xylella dalla  Facoltà di Agraria di Bari che ebbe la segnalazione dal Codile - Consorzio difesa e valorizzazione delle produzioni intensive del Salento-. In quel tempo a capo dell’assessorato all’Agricoltura c’era Dario Stefàno, lo stesso che oggi sostiene che nessuna responsabilità può essere addebitata alla Regione Puglia giacche la certificazione  del batterio è avvenuta solo nell’ottobre del 2013. Mah….

Chi ha ragione? Ricordiamoci che la verità sta sempre nel mezzo, spesso terreno fertile per paludose verità. 

Ciononostante la Francia ha dato inizio al fenomeno, che è proliferato man mano che il batterio trovava sul suo percorso ulivi salentini e altri fusti come ciliegio, mandorlo, oleandro. Le cronache lo hanno raccontato e i fatti lo testimoniano: il batterio ha iniziato ad intaccare le coltivazioni in provincia di Lecce a partire già dal 2010, causando la morte di migliaia di olivi e determinando un calo della produzione pari all’80%. È un dato inconfutabile e la Regione Puglia, Francia annessa, ne prendano atto. Ora quel batterio, sempre per l’attesa di quella certificazione, ha invaso tutta la Puglia e regioni confinanti. 

Sarà, ma mi sento di dire che oltre al fenomeno di immigrazione di tante persone, l’Italia è quella terra che supinamente a un’Europa incurante del nostro paese (o è il nostro Governo che ci fa credere questo per suoi profitti ad personam…) ospita anche batteri immigrati. La Xylella è un batterio comune nelle Americhe, che purtroppo prolifera nella vite in California e negli agrumi in Brasile. La sua presenza in Europa si ebbe, guarda caso, in Italia e nello specifico in Puglia, oggi terra con numeri elevatissimi di immigrati. Il batterio entrò in Puglia ospitato in alcune piante ornamentali infette importate dall'America. Un caso? Certamente! Vuol dire che la Puglia piace davvero a tutti, batteri compresi.

‪#‎puntidisvista‬ 

Ad Maiora! 

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