mercoledì 25 febbraio 2015

Responsabilità civile dei Magistrati. È legge!

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Con 265 sì, 51 voti contrari e 63 astenuti, la Camera ha approvato la riforma della responsabilità civile dei magistrati. La riforma, già licenziata dal Senato, ora è legge.

Sì definitivo dell’Aula della Camera al disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Il testo è stato approvato con 265 sì, 51 no e 63 astenuti. La Lega, Fi, Sel, Fdi e Alternativa Libera si sono astenuti. Il M5S ha votato contro. La riforma, già licenziata dal Senato, ora è legge.Chi ha subito un danno dalla giustizia potrà chiedere i danni allo Stato, che ha l’obbligo di rivalersi sul magistrato. Soddisfatto il premier Matteo Renzi: «Anni di rinvii e polemiche, ma oggi la responsabilità civile dei magistrati è legge!», scrive su Twitter. Nonostante l’astensione, rivendica il risultato pure Angelino Alfano (Ncd): «Responsabilità civile dei magistrati: sempre detto, mai fatto. Ora è legge. Noi protagonisti del cambiamento».

Orlando: «Passaggio storico»
È «un passaggio storico. La giustizia sarà meno ingiusta e i cittadini saranno più tutelati», sintetizza il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Per far procedere la responsabilità civile dei magistrati – su cui pende una procedura d’infrazione in sede Europea per mancata applicazione del diritto comunitario- il governo ha dato parere negativo a tutti gli emendamenti. Ma l’applicazione della nuova norma – e lo ammette lo stesso ministro della Giustizia Andrea Orlando – andrà monitorata nel concreto. «Valuteremo laicamente gli effetti – assicura il Guardasigilli – e siamo pronti a correggere alcuni punti». «Ma ritengo che sarà sufficiente la giurisprudenza a chiarire che molti dei pericoli paventati non hanno riscontro», sottolinea Orlando. Il rischio principale è la pioggia di ricorsi contro le sentenze dei giudici, un effetto boomerang con i tribunali intasati.

I magistrati: «Pessimo segnale»
«È un pessimo segnale, la politica approva una legge contro i magistrati». Così l’Associazione nazionale Magistrati commenta l’approvazione della riforma sulla responsabilità civile dei giudici, sottolineando come tutto questo accada mentre c’è una «corruzione dilagante». Con questa nuova norma, secondo il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli, «si intacca il profilo dell’indipendenza dei magistrati. Vi è un rischio di azioni strumentali» dando «la possibilità alla parte processuale più forte economicamente di liberarsi di un giudice scomodo. È una strada pericolosa verso una giustizia di classe».

I punti chiave
La nuova legge riforma la legge Vassalli del 1988 mantenendo però l’impostazione di responsabilità indiretta: il cittadino cita lo Stato che può rivalersi nei confronti del giudice. Ma rispetto alla Vassalli viene ampliata la possibilità per il cittadino di fare ricorso; si innalza la soglia economica di rivalsa del danno, che può arrivare fino alla metà stipendio del magistrato; viene eliminato il filtro di ammissibilità dei ricorsi, che oggi è affidata al tribunale distrettuale; la responsabilità scatta anche in caso di negligenza grave e travisamento del fatto e delle prove.Quanto all’entità della rivalsa, cresce la soglia attualmente fissata a un terzo: il magistrato risponderà ora con lo stipendio netto annuo fino alla metà. Se vi è dolo, l’azione risarcitoria è però totale.

In causa solo la «negligenza inescusabile»
I Cinque Stelle, che al Senato avevano votato a favore, ora invece bocciano la norma come «una intimidazione ai magistrati». «Rifiuto l’argomento dell’intimidazione», ha risposto in Aula il ministro. «A chi parla del travisamento dei fatti e delle prove come di un’estensione impropria, dico che questa è un’indicazione europea, e non produce un automatismo sul magistrato, che può essere chiamato in causa solo in caso di negligenza inescusabile». Di fatto nella relazione che accompagna il testo sono stati inseriti «dei correttivi, degli elementi di chiarificazione – ha spiegato la presidente della Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti – che sulla base di un’interpretazione costituzionalmente orientata, esplicitano che il danno c’è solo nel caso in cui il travisamento sia `macroscopico e evidente´».

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