giovedì 18 dicembre 2014

Antibiotici: Aifa rilancia campagna su uso responsabile

Lo sviluppo di batteri immuni ai farmaci è un fenomeno in crescita che crea allarme a livello mondiale. Gli studi si stanno moltiplicando ed evidenziano i rischi dell’antibiotico-resistenza e la necessità di interventi coordinati da parte di diverse Agenzie nazionali, insieme a un’adeguata informazione: non tutto si può curare con gli antibiotici, che vanno usati solo se necessario. Basti pensare che continua ad aumentare la resistenza in due specie di batteri sotto sorveglianza: Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae. E negli ultimi anni tra le resistenze si è aggiunta anche quella ai carbapenemi, antibiotici di ultima risorsa per trattare infezioni da batteri multi resistenti.

Questo è quanto emerge da un recente rapporto del 2013 (il rapporto ECDC “Antimicrobial resistance surveillance in Europe 2013”) che delinea lo scenario sulla diffusione delle resistenze agli antibiotici nel 2013 e fornisce un quadro sulle tendenze osservate tra il 2010 e il 2013 in 30 Paesi dell’Unione Europea (UE) e dell’Area Economica Europea (EEA). Lo studio ha evidenziato la presenza di resistenze nei batteri gram-negativi (Escherichia coli, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter) e il fatto che continua ad aumentare la resistenza in due specie di batteri sotto sorveglianza: Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae. Negli ultimi anni tra le resistenze si è aggiunta appunto anche quella ai carbapenemi.

Questi dati sono rilanciati oggi dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che ha ripreso la campagna sull’uso responsabile degli antibiotici, convinta che l’informazione sia fondamentale nella promozione della salute (insieme alla ricerca per nuovi antibiotici). L’Aifa vuole promuovere l’uso razionale degli antibiotici: uno dei messaggi principali della campagna (c’è anche un video) è quello di non usare gli antibiotici per curare virus o raffreddori e assumerli solo se necessario; una volta iniziata la terapia, poi, è fondamentale attenersi scrupolosamente alle indicazioni di dosi e durata, perché interrompere arbitrariamente il trattamento prima del tempo rende i batteri sempre più “forti”.

“Il consumo inappropriato ed eccessivo di antibiotici e il conseguente sviluppo dell’antibiotico-resistenza costituisce un problema di particolare rilievo per la tutela della salute dei cittadini di tutto il mondo poiché espone al rischio di ridurre, in un futuro ormai prossimo, le possibilità di cura per le infezioni – afferma l’Aifa – Lo sviluppo di batteri immuni ai farmaci è un fenomeno in continua crescita che desta allarme a livello mondiale ed è la causa principale di molti decessi in Europa ogni anno, senza dimenticare le perdite sanitarie derivanti dall’uso inappropriato di questi  farmaci”.

Sul tema si registra un ulteriore studio del Public Health England che ha rilevato come nonostante le continue comunicazioni e gli avvertimenti che lo stesso Department of Health ha indirizzato ai cittadini su questa tematica, le prescrizioni di antibiotici e i casi di antibiotico-resistenza sono continuate ad aumentare. Nello specifico, spiega l’Aifa, “il Public Health England ha rilevato che nel periodo compreso tra il 2010 e il 2013 si è verificato un aumento del 6 per cento nella prescrizione di antibiotici tra medici di medicina generale e ospedali. Nello stesso periodo la prescrizione di antibiotici ai pazienti ricoverati in ospedale è aumentata del 12 per cento e altre prescrizioni comuni, come quelle effettuate dai dentisti, sono aumentate del 32 per cento. I dati hanno anche evidenziato un aumento del 12 per cento nel numero di infezioni del sangue causate da Escherichia coli con livelli di resistenza diversi agli antibiotici principali per questa infezione tra il 10 e il 19 per cento”.

Le istituzioni che si occupano di salute intendono dunque puntare, fra le altre cose, su linee guida di salute pubblica per modificare conoscenze e comportamenti della popolazione verso questi medicinali e al tempo stesso per educare i responsabili della sanità sulle migliori pratiche per ridurre la diffusione della resistenza agli antibiotici. In Italia, i dati sull’uso dei farmaci nel 2013 dicono che i consumi maggiori di antibiotici ci sono nelle regioni del Sud Italia (in particolare Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), mentre i consumi più bassi si registrano nella P.A. di Bolzano, in Liguria, in Friuli Venezia Giulia e nel Veneto, in assenza di mutamenti epidemiologici che possano giustificare il differente ricorso a questa categoria di farmaci.  Ciò prefigura, spiega l’Aifa, un gap informativo che porta a una percezione dell’uso dell’antibiotico difforme dalle sue reali indicazioni e a una prescrizione per la cura di patologie, come raffreddori o influenze, per le quali non è efficace.

www.helpconsumatori.it

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