domenica 7 dicembre 2014

A Natale va l’albero amarcord

Parola d’ordine: personalizzare. Con foto vintage e oggetti di famiglia

Come per reazione alla tecnologia l’albero di quest’anno sarà caldo, familiare, personalizzato. Più delle luci a led, delle perle e delle palle conta l’idea: quanto c’è delle persone che amiamo? Dei nostri desideri-sogni-ricordi? Non ce la caviamo con i soliti festoni. Urge un’attitudine spirituale che nobiliti il post-consumismo e ci permetta di essere «diversi». Ok è soltanto un albero, ma può dire molto di noi.

Famigliare 

Vecchie foto raccolte in cornici di strass o cartapesta colorata, ricordi scritti con il pennarello su specchietti, frammenti di vita che escono dagli album e ci ricordano di essere una famiglia e avere una storia, la collezione di pupazzi che i bambini adorano. L’albero Amarcord è fatto così: più cuore che scenografia. Arance e limoni per Martin Scorsese, in omaggio alle origini siciliane, festoni di biscotti alla cannella per John Turturro, campanelle di vetro di Murano passate da una generazione all’altra in casa dei Notarbartolo di Sciara che hanno radici a Venezia. Un inviato della Cnn ha realizzato il suo con tre macchine da scrivere e quattro valigie consumate ridipinte d’argento. La stella cometa era ricavata da un passaporto ampiamente scaduto. 

Vintage 

La modella Alessandra Ambrosio ha voluto un albero inizio Novecento, con addobbi di legno, vetro soffiato - introvabili ormai - e palline di cartapesta dipinte a mano che arrivano dalla Francia. Ma ognuno ha il suo vintage nel cuore: cestini lavorati all’uncinetto, angeli di stoffa, babbi natale barbutissimi, fiori di rafia e quelle ghirlandette con le stelle d’oro che andavano tanto negli Anni ’60. Qualcosa si trova ancora su eBay, tipo il set di palline a forma di frutti o di funghi esiliato in cantina. Ricercatissime le coppie di uccellini dorati (o di angeli) che si fissavano ai rami con una molletta (dai 40 euro in su).

Autarchico 

Con una pila di pagine gialle. Con i pallet. Con scarti di legno, cuscini (basta impilarli in ordine di altezza e legare un nastro rosso in cima) bottiglie vuote, assi, piume, ventagli, mele. Non c’è limite alla fantasia. Rami di recupero decorati con tappi di sughero e ghiande spruzzate d’oro possono essere divertenti e, ma che dire delle stelle ricavate dai vassoi di polistirolo della frutta e dai coperchi di plastica dei barattoli? Si chiama riciclo creativo. La palma va alle graziose roselline che prima erano capsule del Nespresso. Inquinando meno ci sentiamo più buoni. Molto natalizio.

Tiffany 

Da un po’ c’è il tentativo di provare colori non tradizionali. Nel 2013 Vicky Beckham aveva un albero tutto rosa. Quest’anno il passaparola vuole l’azzurro Tiffany, un turchese inconfondibile. Nastri, passamanerie, globi di vetro o di plastica abbinati al bianco e all’argento fanno subito New York, e infatti troneggiamo in molti centri commerciali. In rete trovate anche le istruzioni del produrre una glassa per dolcetti in tinta (da appendere e da mangiare) E’ un colore che rasserena e suggerisce un’idea di ricchezza, anche se non c’è.

Da parete 

Le case sono sempre più piccole, gli spazi minimi. Perciò hanno grande successo i «non-alberi» da parete. La make-up artist Clio di Zammatteo ne ha postato uno delizioso, visto a New York: palle in ordine di grandezza fissate a un pannello sul muro. Disegnati su una lavagna, ricreati su un foglio di compensato con rami intrecciati, cartoline, biglietti scritti a mano, gli alberi-bacheca sono versatili. Ci va tutto: caramelle, foto, biscottini, pupazzi, bijoux, cappelli. Il massimo risultato con il minimo ingombro. Possono sommare il vintage, il riciclo e l’Amarcord personalizzato. Non si sfugge all’efficienza.

www.lastampa.it

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