Abbiamo fame di sicurezza e legalità. A quando l'Antimafia?

di Nico Baratta

Avvertimenti, sorrisini con l'occhiolino, piccoli screzi, spesso incendi dolosi e poi colpi d'arma da fuoco, questo il modus operandi di una mala che non vuole accettare regole e principi per il bene comune. Quello di Torremaggiore non si sa se sia mafioso o non mafioso l'atto intimidatorio inflitto al sindaco Di Iorio, cui va tutta la mia vicinanza. Di certo è l'ennesimo atto di malviventi, che liberi dal controllo delle istituzioni, delinquono sicuri di riuscirvi. Lo Stato certamente non starà a guardare. Ma mentre guarda qualcuno e qualcosa la fuori decide della vita e bene altrui.

Di seguito riporto una mia dichiarazione pubblica che del resto é una richiesta precisa a chi dovrebbe intervenire, un invito a tutti i conterranei che vogliono legalità e sicurezza, oltre che bene comune.

«Ancora un attacco alle istituzioni. Il sindaco di Torremaggiore vittima di un attentato con colpi d'arma da fuoco. Per fortuna é rimasto illeso. In Capitanata si continua a intimidire con l'uso della violenza più violenta. Da cittadino che ama Foggia e la sua bellissima provincia, da lavoratore in una terra difficile e dove il progresso segue lobby più compiacenti ad affari facili, da genitore che vorrebbe un futuro migliore per i propri figli e quelli dei suoi conterranei, da giornalista impegnato ogni giorno a raccontare cronache e vicissitudini di un territorio martoriato dall' illegalità, da persona che con la politica cerca di far aprir gli occhi orecchie e bocche a chi se l'ha fatte chiudere, chiedo interventi urgenti e seri da parte dell' Antimafia. Mi rivolgo alla Bindi, ai nostri parlamentari di qualunque colore e casacca, affinché la tavola rotonda della commissione Antimafia, svolta qualche giorno fa a Foggia in Prefettura, diventi operativa sul campo, con strategie mirate, interventi decisi, non solo utilizzando i soliti posti di blocco cui Foggia é solita intravedere durante il fine settimana e nei soliti posti. Non sappiamo se l'intimidazione a Di Iorio sia di natura mafiosa o non, ma è preoccupante. A Foggia alcune associazioni e istituzioni (vedi CCIA di FG e associazione Capitano Ultimo di Torremaggiore e Antiusura di FG con Cavaliere, e mi scuso se dimentico altre realtà importanti) hanno dato la loro completa disponibilità per aiutare la lotta contro la.criminalità. Io in un'intervista rilasciata al portale Stato Quotidiano suggerii che oltre alle azioni dell' Antimafia sarebbe opportuno che nei centri cittadini vi fossero punti di ascolto liberi, anche con gazebo, dove raccogliere e fornire info. Un modo per avvicinare (anche stimolare e, chissà, educare) la popolazione alla legalità. In alcuni miei articoli, post su fb - tw - SMS, ho sollecitato il nuovo sindaco di Foggia, Franco Landella, a rimettere in funzione quella Consulta per la Legalità che iniziò a far dialogare cittadini - associazioni - istituzioni, durante il mandato di Gianni Mongelli. Naturalmente (che tristezza) non ho avuto risposte poiché la Consulta é figlia di un' amministrazione di c-sx e certe iniziative creano fastidi a chi vorrebbe partorirne proprie. Con questo modus operandi caro sindaco Franco non si lavora per il bene comune e tu lo sai. Lascia perdere paternità o maternità di iniziative e dai luogo a quelle che stavano producendo risultati, bloccati come sempre da interessi non comuni anche da politici prima amministratori. Gianni Mongelli aveva visto molto bene dove si annidava l'illegalità, quella dei colletti bianchi e in doppio petto; anche tu, Landella, sai e puoi intervenire, anzi proseguire azioni pianificate da una Consulta (che poi sono foggiani affamati di legalità) che attende un tuo buon cenno.
Grazie.»