ARTE O BLASFEMIA QUELLA DEL DOTTOR MORTE? “BODY WORLDS” LO SVELA (?)
Morale o amorale? Etico o non etico?
Stomachevole o irreprensibile?
Francamente non saprei dirvi giacché non sono stato tra i fortunati/sfortunati a visitare la mostra del Dottor Morte, al secolo Gunther Von Hagens, anatomopatologo e padre della “plastinazione”.
"Body Worlds”, la mostra dei record in tutto il mondo, è arrivata anche in Italia e per la prima volta è in scena alle Officine Farneto a Roma, vicino lo stadio Olimpico.Fino al 12 febbraio 2012 sarà possibile apprezzare/disprezzare la geniale e contestata esibizione del Dottor Morte, già messo alla gogna sia dai puritani dell’arte, sia dal mondo cattolico e in particolar modo dalla chiesa, definendola come la sacrilega “mercificazione del corpo umano", forse blasfema.
«Plastinazione, un procedimento che permette la conservazione del corpo umano tramite la sostituzione dei liquidi con polimeri di silicone. Questa tecnica rende i reperti organici rigidi e inodori, mantenendo inalterati i colori. La plastinazione è stata inventata e brevettata dall'anatomopatologo tedesco Gunther von Hagens » [Fonte Wikipedia].
Insomma “corpi umani plastinati”, conservati nei tessuti e negli organi dopo la morte per studiare ancora meglio l'anatomia umana nei corpi malati e in quelli sani. Una tecnica che ha dell’inverosimile se il suo risultato viene esposto per farne arte, o no?
«All’inizio non ci potevo credere: corpi umani morti messi in posa, corpi senza vita ma con i tessuti che sembravano vivi poiché i colori erano rimasti intatti. Organi interni intatti e consumati, secondo il loro stato di salute (che passi la battuta), fermi, a confronto, lì in mostra come sculture o oggetti vari. E poi, nessun odore, quell’acre fastidioso che si odora nelle camere mortuarie non c’era. Brrr, a pensarci mi vengono i brividi, ma ero fra quei fortunati e posso dire “C’ero anch’io”». Questa la testimonianza avuta attraverso Skype di un visitatore della mostra del “Body Worlds”, un caro amico collega giornalista tv che vive e lavora a Roma.
Dalle sue parole immagino la reazione avuta all’ingresso della mostra. Scenari inconsueti, forse visti sui libri di storia quando studiando l’Illuminismo mi chiesi chi fosse Raimondo di Sangro principe di , il nostro conterraneo di Torremaggiore trasferitosi a Napoli, che nei laboratori sotterranei del suo palazzo, in largo San Domenico Maggiore a Napoli, si dedicò animo – cuore – corpo e mente alle sperimentazioni delle scienze e delle arti, dalla chimica dell’idrostatica del e nel corpo umano.
La mostra ha visto i suoi albori ben 6 anni fa a Tokyo, toccando più di 60 città nel mondo con 33 milioni di visitatori, cui 11 milioni solo in Europa. Un record avvallato dai 12 milioni di visite in America e 7 in Asia. Ma la cosa più rilevante, per alcuni agghiacciante, sono le 13mila persone in lista d'attesa per diventare donatori, perciò da esporre; in altre parole ci si mette in lista per entrare nella storia, e se proprio il corpo non permette, semmai per un incidente che lo ha deturpato, si donano gli organi. Infatti, in mostra, insieme ai 20 copri plastinati ci sono ben 200 organi, alcuni sezionati, e il tutto di volontari che li hanno donati. Un modo per vedere le differenze tra un organo sano e uno malato, tra il polmone di un fumatore e di un non fumatore, che secondo l'anatomopatologo tedesco, l’imbalsamatore Gunther von Hagens ha anche un valore pedagogico, perché porta ad avere un approccio alla salute molto positivo, specie per i più giovani.
Il pezzo o corpo (non so come definirlo l’oggetto/soggetto dell’arte) è uomo plastinato nella posizione dell'Uomo Vitruviano, omaggio a Leonardo Da Vinci in barba a tutto il chiacchiericcio che tra Chiesa e puritani si è innalzato dietro una coltre di curiosità morbosa. In fondo il corpo umano è sempre un’opera d’arte, come nei secoli è stato rappresentato da Leonardo, da Michelangelo: anche da morto può esserlo, non vi pare?
“Body Worlds”, la mostra dei record, della morte come arte, della pedagogia reale che ci mostra come negli anni ci consumiamo., del corpo che non marcisce sotto terra.
E non vi meravigliate se un giorno riuscirete ad assistere alla mostra del Dottor Morte e quest’ultimo con la sua assistente vi chiederà: «Scusi, vuole donare il suo corpo per esporlo?».
Nico Baratta
Ubicazione:
Roma, Italia
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