lunedì 5 ottobre 2015

Canone Rai, torna l’ipotesi di pagarlo in bolletta

Si torna alla carica con l’idea di far pagare il canone Rai nella bolletta elettrica. L’annuncio è stato dato ieri dal presidente del Consiglio Matteo Renzi durante la trasmissione In mezz’ora su Rai tre: l’ipotesi è quello di ritoccare al ribasso il canone – portandolo alla cifra tonda di 100 euro – e di farlo pagare in bolletta. Ha detto Renzi: “Dal prossimo anno ci sarà una riduzione del canone e diciamo che lo devono pagare tutti: credo che lo strumento che verrà scelto sarà la bolletta”.

Tutto bene, dunque? Non proprio. L’idea non è nuova. Già lo scorso anno si era parlato dell’ipotesi di caricare il pagamento del canone della tv pubblica sulla bolletta elettrica e di una riduzione dell’importo, che però doveva essere più significativa e portare il balzello intorno ai 60/65 euro. Ipotesi decaduta quasi subito anche perché non c’erano i tempi tecnici necessari. Ieri l’annuncio del premier, in cui si prospetta un leggero abbassamento del canone – da 113 a 100 euro – e il suo pagamento attraverso la bolletta elettrica. I problemi di una soluzione di questo tipo sono però numerosi. Come si farà a distinguere il pagamento della fornitura di energia da quello del canone Rai? E chi non possiede la tv? E chi invece non pagherà, si dovrà veder staccare la corrente?

L’Aduc è scettica sul provvedimento. “È bastato che il presidente del Consiglio dei ministri enunciasse, con tanto di verbi al condizionale, che l’imposta sul possesso di un apparecchio Tv si debba pagare attraverso la bolletta elettrica, che già in tanti la danno per certa”. Prosegue l’associazione: “A parte i legittimi dubbi su quale e come sarà il meccanismo di riscossione, mediato attraverso centinaia di aziende private che oggi caratterizzano il mercato elettrico e che un domani dovrebbero aggiungere anche questo onere da raccogliere e convogliare allo Stato… Lo faranno gratis? E chi, tra queste aziende,  non versa il dovuto nei termini? Come farà a non pagare il contribuente che non possiede un apparecchio tv, gli verrà tagliata anche la luce, e poi magari col tempo e i vari ricorsi si verrà a scoprire che lui aveva ragione e l’amministrazione aveva torto? E al contribuente che vorrà fare l’evasore fiscale dell’imposta Rai, verrà tagliata la luce e quindi subirà una condanna – decisamente esagerata per non aver pagato un tributo di 100 euro – con complicati meccanismi di rivalsa e, comunque, sempre sotto la minaccia di far marcire la roba in frigorifero e morire di freddo o di caldo?”.

Per l’Aduc l’importo del canone e le modalità di pagamento non risolveranno i problemi della Rai. L’associazione ha una ricetta netta: “Crediamo che esista solo un metodo per rimediare all’attuale a al futuro sfascio: privatizzazione del servizio (come chiesto da milioni di italiani alcuni fa con un referendum), e gara d’appalto per quello di pubblica informazione (con conseguente fine degli show e delle barzellette di Stato)”.

L’Unione Nazionale Consumatori denuncia i problemi di un provvedimento di questo tipo: per il pagamento del canone in bolletta, afferma l’associazione, bisognerebbe modificare il regio decreto del 1938. Spiega il segretario dell’associazione Massimiliano Dona: “Far pagare il canone Rai a chi paga una bolletta della luce è illegale senza una modifica, con legge ordinaria, del Regio decreto legge del 1938 che lo ha introdotto”. Questo stabilisce che il canone deve essere pagato da “chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”, ossia dei programmi televisivi.

“Non può essere introdotto il principio che deve pagare chi ha un contatore della luce con un emendamento messo nella legge di stabilità o nel Milleproroghe – dice Dona – Tanto più che viene invertito l’onere della prova, costringendo il consumatore a dover dimostrare la propria innocenza in un caso in cui è impossibile fornire documentazione adeguata a propria discolpa, come invece accade in altri esempi di evasione. Difficile provare di non avere una tv, senza una perquisizione delle forze dell’ordine nell’appartamento. Non possiamo, però, trattare chi non ha una televisione alla stregua di un criminale. Viene meno il principio di presunzione di innocenza fissato dalla Costituzione. La prova dell’evasione deve restare a carico dello Stato. Insomma, seppur da stigmatizzare, il fenomeno dell’evasione non può essere risolto così, anche perché si andrebbero a confondere ancor più le idee degli utenti che ricevono una bolletta elettrica”.

Per l’associazione le prove dell’evasione “sono sui tetti”. “Chi ha un’antenna deve pagare il canone – dice Dona – Si possono, inoltre, incrociare i dati con quelli degli abbonati alle pay tv. E’ un sopruso bello e buono che nei confronti della pubblica amministrazione siano sempre i cittadini a dover dimostrare la propria innocenza”.

www.helpconsumatori.it

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