TROPPO TEMPO SU FACEBOOK? RISCHI LA DEPRESSIONE
Ti capita di andare a una festa solo per guardare gente meravigliosa che
parla della propria vita perfetta? Una vita che anche quando qualcosa
va storto trova la compassione, l'empatia e il sostegno degli altri?
Insomma ti piacerebbe stare lì giusto per ascoltare gente che parla
della propria vita perfetta?
Ecco, per molti stare su Facebook è più o meno una cosa del genere, secondo gli psicologi dell'università di Palo Alto e Houston. Quindi Facebook ci trasmette un desiderio (ansia?) di affermazione sociale che sembra confermare la relazione tra l'uso del social network e i sintomi depressivi.
'Altri studi hanno stabilito il legame tra Facebook e la depressione, ma noi stiamo cercando di capire perché le persone si sentono così", spiega Mai-Ly Steers, un dottorando dell'università di Houston che sta guidando la ricerca. 'Quello che gli studi ci dicono è che il meccanismo alla base del fenomeno è la comparazione sociale. E questo ci spiega perché più si passa tempo su Facebook più sia facile sentirsi depressi'.
Il meccanismo della comparazione sociale risale agli studi degli anni '50 condotti dal Leon Festinger che spiegava come le persone abbiano una innata tendenza a misurare i loro progressi e il loro status sulla base del paragone con gli altri. E questo continuo paragone può portarci alla frustrazione e all'insicurezza. Consideriamo che Facebook tende a metterci davanti agli occhi una grande quantità di 'esistenze idealizzate' dato che ognuno posta tutto ciò che gli accade per mettersi in buona luce: relazioni, lavoro, esperienze, divertimenti. Questa proiezione idealizzata della vita altrui potrebbe farci sembrare la nostra vera vita abbastanza misera.
La ricercatrice, in una intervista a The Atlantic, ha spiegato che l'algoritmo di Facebook tende a far comparire sulla nostra bacheca i post più popolari, cioè quelli che suscitano molta interazione; spesso si tratta di eventi, figli, lauree, nuovi lavori, mentre post più quotidiani e 'banali' non vengono mostrati e questo può falsificare la percezione che abbiamo degli altri facendoci credere che siano sempre sulla cresta dell'onda.
Per questo se ogni volta che apriamo il social network ci sentiamo male e tendiamo a fare continui paragoni con ciò che postano gli altri forse dobbiamo considerare la situazione; non siamo obbligati a stare su Facebook.
Però non è il caso di dare eccessive colpe a Facebook: è un mezzo, solo un mezzo e le tendenze sociali e psicologiche che si sviluppano sulla piattaforma sono assolutamente umane, probabilmente 'accelerate' dalla potenza del mezzo.
www.ecoseven.net
Ecco, per molti stare su Facebook è più o meno una cosa del genere, secondo gli psicologi dell'università di Palo Alto e Houston. Quindi Facebook ci trasmette un desiderio (ansia?) di affermazione sociale che sembra confermare la relazione tra l'uso del social network e i sintomi depressivi.
'Altri studi hanno stabilito il legame tra Facebook e la depressione, ma noi stiamo cercando di capire perché le persone si sentono così", spiega Mai-Ly Steers, un dottorando dell'università di Houston che sta guidando la ricerca. 'Quello che gli studi ci dicono è che il meccanismo alla base del fenomeno è la comparazione sociale. E questo ci spiega perché più si passa tempo su Facebook più sia facile sentirsi depressi'.
Il meccanismo della comparazione sociale risale agli studi degli anni '50 condotti dal Leon Festinger che spiegava come le persone abbiano una innata tendenza a misurare i loro progressi e il loro status sulla base del paragone con gli altri. E questo continuo paragone può portarci alla frustrazione e all'insicurezza. Consideriamo che Facebook tende a metterci davanti agli occhi una grande quantità di 'esistenze idealizzate' dato che ognuno posta tutto ciò che gli accade per mettersi in buona luce: relazioni, lavoro, esperienze, divertimenti. Questa proiezione idealizzata della vita altrui potrebbe farci sembrare la nostra vera vita abbastanza misera.
La ricercatrice, in una intervista a The Atlantic, ha spiegato che l'algoritmo di Facebook tende a far comparire sulla nostra bacheca i post più popolari, cioè quelli che suscitano molta interazione; spesso si tratta di eventi, figli, lauree, nuovi lavori, mentre post più quotidiani e 'banali' non vengono mostrati e questo può falsificare la percezione che abbiamo degli altri facendoci credere che siano sempre sulla cresta dell'onda.
Per questo se ogni volta che apriamo il social network ci sentiamo male e tendiamo a fare continui paragoni con ciò che postano gli altri forse dobbiamo considerare la situazione; non siamo obbligati a stare su Facebook.
Però non è il caso di dare eccessive colpe a Facebook: è un mezzo, solo un mezzo e le tendenze sociali e psicologiche che si sviluppano sulla piattaforma sono assolutamente umane, probabilmente 'accelerate' dalla potenza del mezzo.
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