sabato 21 marzo 2015

Pensate che le vostre mail siano private?

Venticinque anni fa, gli scienziati del CERN hanno creato il World Wide Web. Da allora Internet ha trasformato il nostro modo di comunicare, il modo di fare business e anche il modo in cui viviamo.

Google, Facebook, Twitter e tanti altri social hanno davvero trasformato le nostre vite e questo ci ha portato molti vantaggi reali, siamo una società più connessa. Tuttavia, ci sono anche alcuni aspetti negativi. Oggi, la persona media ha distribuite una quantità incredibile di informazioni personali online e aggiungiamo altre informazioni online in ogni singolo momento in cui pubblichiamo su Facebook, ogni volta che cerchiamo su Google e ogni volta che inviamo unA email.

Si può certo pensare che una mail non è poi tanto; ma se consideriamo un anno di mail, queste sono in grado di rappresentare la nostra vita nei momenti quotidiani: cosa abbiamo fatto in un dato momento, con chi abbiamo parlato, dove siamo stati, cosa abbiamo condiviso; in verità dobbiamo essere consapevoli che abbiamo ormai perso il controllo di tutte le nostre informazioni, questi archivi immensi sopravviveranno a noi.
La verità è che non abbiamo perso solo la nostra privacy, ma abbiamo perso addirittura il senso della stessa parola di privcay. Gli attuali 40 enni possono certo ricordare come si viveva prima di internet, ma oggi esiste una nuova generazione, quella digitale che domani non saprà trattare il tema della privacy per come la intendono i 40enni, semplicemente non capiranno la differenza perché non avranno vissuto il tempo in cui esisteva la privacy, visto che tutta la loro vita, la nostra si trovano immerse in questo flusso continuo di bit.
Quindi, è il momento di riflettere e prendersi una pausa, pensando: "possiamo fare qualcosa per diferendere la nostra privacy?".

Diamo uno sguardo a una delle più diffuse forme di comunicazione nel mondo di oggi: la e-mail.
Prima dell'invenzione della posta elettronica comunicavamo utilizzando le lettere postali e il processo era semplice: si scriveva su un foglio di carta, si imbustava e si spediva al destinatario. La posta non poteva essere violata, perchè si commetteva un reato aprendo la busta.
Rimaneva traccia della violazione.
Oggi, dobbiamo essere consapevoli che inviando una e-mail, non stiamo inviando una comunicazione protetta per come era ieri la posta sigillata, ma stiamo inviando una sorta di cartolina, il cui contenuto può essere letto.
Oggi la posta viene crittografata e viaggia attraverso grandi server che però contengono le chiavi di crittografia, chiunque: providers, governi (legittimamente) e terzi (intrusi) potrebbero interecettare le vostre comunicazioni senza che voi veniate mai a scoprirlo.
La soluzione è abbastanza semplice: rilasciare delle chiavi private ai mittenti e ai destinatari che così possono, solo questi, decriptare i messaggi.
Un gruppo di scienziati del CERN ha riflettuto su come sarebbe stato possibile neutralizzare questo rischio ed è così che è nata PROTON MAIL una soluzione software che consente di generare una coppia di chiavi, una privata ed una pubblica che sono collegate tra loro matematicamente e che risiedono nel browser del destinatario, Quindi se BOB vuole comunicare con Alice, scrive il messaggio e il software lo cripta con la chiave pubblica di Alice, quando il messaggio giunge ad Alice, questa è l'unica che potrà leggerlo perchè possiede la chiave privata con la quale può decriptare il messaggio. Il server di Alice non è coinvolto in questo processo perché non è in possesso della chiave privata di Alice.
La comunità di PROTON MAIL ha raggiunto oltre 550 milioni di dollari di donazioni, ciò rivela quanto è ritenuto un valore la nostra provacy dai comuni cittadini.

Internet si basa su interessi economici di proporzioni astronomiche, il modello di internet è tale che la nostra privacy è sacrificata al business delle multinazionali. Dovremmo poter costruire un nuovo modello di internet che consenta di garantire la nostra privacy ma per farlo occoorrerebbero ingenti risorse pubbliche.
La buona notizia è che la comunità di coloro che vogliono intensamente ricostruire il modello sta espandendosi ed oggi ci sono progetti che hanno ambiziosi obiettivi: proteggere i nostri file, le nostre comunicazioni vocali, la nostra navigazione online e molte altre cose .
La privacy dipende da ognuno di noi e dobbiamo proteggerla ora perché i nostri dati online sono più di una semplice raccolta d informazioni: si tratta della nostra vita, delle nostre storie personali, dei nostri amici, delle nostre famiglie, anche delle nostre speranze e delle nostre aspirazioni. Senza privacy e senza il potere di condividere le nostre informazioni solo con chi riteniamo degno della nostra fiducia rischiamo di perdere libertà importanti.

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