Più libri più liberi, indagine AIE: si acquistano sempre più libri di cucina
I libri di cucina sono ormai un mercato internazionale, a prescindere che ci siano ricette, foto o storie. Solo il 20% degli acquirenti li compra esclusivamente per le ricette, mentre uno dei motivi per cui li si compra è la firma di un grande cuoco o personaggio televisivo. Nel nostro Paese si comprano e si pubblicano sempre più libri di enogastronomia: +26,8% rispetto al 2008 (circa 30 milioni di euro di venduto a prezzo di copertina nei canali trade), e 1.048 titoli pubblicati nel 2013 (+32,7%). Il settore rappresenta il 16% della manualistica e ha interessanti potenzialità di crescita nelle varie nicchie in cui il settore enogastronomico si declina.
Questo è quanto emerge dall’indagine a cura dell’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) “La cucina dell’editore. Ripartire da un’eccellenza italiana” presentata a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria in programma fino all’8 dicembre al Palazzo dei Congressi dell’EUR.
Cosa funziona di più? Oltre ai ricettari, la firma di cuochi famosi: la crescita del venduto per questi titoli ė del +68,7% dal 2011 a oggi. Vendono ancora, ma meno rispetto a qualche anno fa (+9,8%), i personaggi tv di trasmissioni di cucina.”Un tempo, quando il cibo era ancora un bisogno primario, si pubblicavano poche centinaia di titoli – ha sottolineato Giovanni Peresson, responsabile Ufficio studi AIE – Oggi, in epoca di politeismo alimentare (con la caduta delle ortodossie alimentari, con il 10% degli italiani che mangia fuori casa tutti i giorni e il 42% pranza fuori almeno 2 volte alla settimana), si assiste, e soprattutto la si avvertirà ancor più nei prossimi anni, a una vera e propria divaricazione del prodotto editoriale: da una parte si cucina grazie alle app e alla rete che già oggi nei blog di successo hanno diverse decine di migliaia di accessi, dall’altra si cercano libri di qualità, con scatti di fotografie famosi. Alcuni editori stranieri stanno addirittura posizionando una parte della loro produzione nella tiratura limitata e nelle fasce più alte di prezzo. Sta insomma cambiando il tipo di produzione editoriale, ma al centro c’è sempre la dimensione dell’eccellenza”.
www.helpconsumatori.it
Questo è quanto emerge dall’indagine a cura dell’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) “La cucina dell’editore. Ripartire da un’eccellenza italiana” presentata a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria in programma fino all’8 dicembre al Palazzo dei Congressi dell’EUR.
Cosa funziona di più? Oltre ai ricettari, la firma di cuochi famosi: la crescita del venduto per questi titoli ė del +68,7% dal 2011 a oggi. Vendono ancora, ma meno rispetto a qualche anno fa (+9,8%), i personaggi tv di trasmissioni di cucina.”Un tempo, quando il cibo era ancora un bisogno primario, si pubblicavano poche centinaia di titoli – ha sottolineato Giovanni Peresson, responsabile Ufficio studi AIE – Oggi, in epoca di politeismo alimentare (con la caduta delle ortodossie alimentari, con il 10% degli italiani che mangia fuori casa tutti i giorni e il 42% pranza fuori almeno 2 volte alla settimana), si assiste, e soprattutto la si avvertirà ancor più nei prossimi anni, a una vera e propria divaricazione del prodotto editoriale: da una parte si cucina grazie alle app e alla rete che già oggi nei blog di successo hanno diverse decine di migliaia di accessi, dall’altra si cercano libri di qualità, con scatti di fotografie famosi. Alcuni editori stranieri stanno addirittura posizionando una parte della loro produzione nella tiratura limitata e nelle fasce più alte di prezzo. Sta insomma cambiando il tipo di produzione editoriale, ma al centro c’è sempre la dimensione dell’eccellenza”.
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