mercoledì 1 ottobre 2014

Istat: disoccupazione giovanile al 44,2%, livello record dal '77

Disoccupazione a livelli record, ad agosto, per i giovani. Secondo la stima preliminare dell'Istat, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ad agosto, è schizzato al 44,2% in crescita di 1 punto percentuale rispetto al mese precedente e di 3,6 punti su base annua: si tratta del dato più alto da 37 anni, ossia dal 1977 (anno d'inizio delle serie storiche trimestrali) e dal gennaio 2004 se si considerano le serie mensili. Complessivamente, però, la disoccupazione è calata al 12,3%.

Il dato di agosto si spiega sostanzialmente - hanno rilevato i tecnici dell'Istituto - con il calo degli under 25 occupati: risultano occupati, infatti, 895.000 giovani tra i 15 e i 24 anni, in diminuzione del 3,6% rispetto al mese precedente (-33 mila) e del 9% su base annua (-88.000). Il numero di giovani disoccupati, invece, resta sostanzialmente stabile, pari a 710.000, aumenta dello 0,3% nell'ultimo mese (+2.000) e del 5,6% rispetto a dodici mesi prima (+37.000).

Come spiega il rapporto sul mercato del lavoro 2013-14 elaborato dal Cnel, il problema della crescente disoccupazione giovanile è frutto di una concomitanza di cause. Innanzitutto la normativa sul lavoro introdotta negli ultimi 20 anni che ha reso il lavoro più flessibile con il risultato che oggi, in Italia, è più facile licenziare che in Germania, Francia e Olanda.

Alla fine degli anni Novanta l'economia italiana si caratterizzava per una regolamentazione più rigida dei rapporti di lavoro anche rispetto ai principali Paesi europei. "Da allora però la situazione del mercato del lavoro italiano è cambiata - scrive il Cnel - e il nostro Paese ha guadagnato un certo grado di flessibilità. Nei ranking dell'OCSE il grado di protezione dei rapporti di lavoro in Italia nel 2013 risultava inferiore a quello francese, e prossimo ai livelli riscontrati in Germania e Spagna.

"Considerando congiuntamente il grado di protezione fornito nel caso dei licenziamenti individuali e collettivi, attualmente l'Italia risulta essere addirittura più flessibile della Germania, al cui modello la riforma Fornero si era all'epoca ispirata; anzi, il sistema tedesco risulta ora in cima alla classifica dell'OCSE seguito da Belgio, Olanda, Francia e poi dall'Italia.

Inoltre la lunga recessione e gli effetti della riforma delle pensioni targata Fornero rappresentano una miscela esplosiva per i giovani. "La situazione dei giovani in Italia continua ad essere drammatica" afferma il rapporto, bassi tassi di occupazione, alti livelli di precariato, perdita di fiducia, predisposizione alla fuga dall'Italia. Un periodo "davvero" delicato per i giovani.

Fonte: APCOM

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