lunedì 30 dicembre 2013

Bambini smartphone e tablet, c'è preoccupazione tra gli esperti

Un vero e proprio boom che non conosce un rallentamento ormai da diversi anni, quello della vendita di smartphone e tablet, favorito da una miriade di promozioni commerciali rivolte ad ogni fascia della popolazione, compreso i bambini che oggi più che mai, diventano un bersaglio indiretto delle vendite di tali prodotti informatici.
Ma se è un modo, almeno apparente di far girare un economia in crisi da anni, perché alla fine la pressoché totalità degli utili finisce nelle casse delle multinazionali dell’elettronica e della telefonia, in realtà non si stanno comprendendo gli effetti sociali specie in termini di sviluppo cognitivo, relazionale ed educativo sull’ultima generazione di italiani.
Ed oggi, tablet e smartphone, certamente il must del regalo di Natale 2013, sono nel mirino degli esperti che stanno iniziando ad evidenziare i pericoli che questi oggetti tecnologici possono riguardare i più piccoli. Anche perché la loro facilità di utilizzo è tale, che bambini piccolissimi, anche di 3 anni o meno, sono in grado di accedere agevolmente alle funzioni di base ed utilizzarli.
Il fenomeno più preoccupante, peraltro, è da rinvenire nel comportamento dei genitori che mettono a disposizione dei propri figli tali apparecchi per tenerli a bada e non doverli gestire e quindi educare. Un dato che, se si somma ai momenti che li si abbandona davanti alla tv o ai videogiochi, lascia ben poco al tempo necessario da dedicare all’educazione della prole per avviarla alla vita.
Dimitri Christakis, medico dell’ospedale pediatrico di Seattle, ha evidenziato che “Niente è però più importante per lo sviluppo sociale del bambino del tempo che passano con i genitori”.
Se è vero che i giochi hanno valore educativo - evidenzia il medico - ma se si usa il tablet solo per guardare video allora non vi è alcuna differenza con la televisione.
Né ad oggi sono stati dimostrati eventuali benefici di uno schermo per lo sviluppo dei bambini, ed anzi, troppo tempo davanti alla TV è stato connesso a problemi comportamentali e un ritardo nello sviluppo sociale.
In attesa di studi più approfonditi, che probabilmente arriveranno tra anni e quindi troppo tardi per comprendere i reali effetti di questo fenomeno di massa sulle nuove generazioni, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si unisce al coro di preoccupazione degli esperti, rivolgendo un appello a tutti i genitori affinché evitino di lasciare in balìa di questi strumenti i propri piccoli, cercando di riservare ogni momento utile della giornata a dedicarsi a loro in maniera quanto più tradizionale è possibile.

Sportello dei Diritti

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