sabato 16 febbraio 2013

Vico del Gargano. A grande richiesta pennacchi e processioni

Nell’avattato ritiro dell’Hotel Maremonti ieri sera si è ripetuto un rito, vecchio di sei anni, che allora portò all’amministrazione Damiani. Stesso rito, stesso padrone di casa, stesso ciambellano, più o meno, con una atmosfera più mesta e guardinga del solito. Una delegazione dell’Udi Cappa, o come si chiama oggi, ha incontrato una delegazione del PD, i resti della lista Vico nel Cuore, i consiglieri comunali di questa lista, qualche pezzo dei magnifici sette della disciolta maggioranza di Amicarelli, insomma, un viatico da fotocopia un po’ sgualcita, sgangherata, ma sempre pronta a far rumore. L’incontro, fra ritorni di fiamma e spiriti appassiti, è servito per proporre un candidato sindaco, per conoscere gli esclusi, per capire chi saranno i rimpiazzi. Con piglio pronto alla polemica si è voluto ricordare i fasti delle precedenti amministrazioni targate Centro e, soprattutto, il grande e puntuale sostegno che la delegazione Udi
Cappa ha dato all’amministrazione Damiani sin dai primi giorni. E’ pur vero, com’è stato ricordato durante l’incontro, che Vico è, e resta, il paese delle processioni e dei pennacchi e stellette. Ma una riflessione va fatta, prima o poi, sulle cause e sugli autori che hanno tenuto e ricacciato Vico del Gargano ad un ruolo marginale e fermo. Lo biascicare dell’Hotel Maremonti non risolve questo problema; chi ha cacciato questo sfortunato paese in una cronica emergenza non può riproporsi salvatore della patria.

Michele Angelicchio

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