Insultare qualcuno sulla bacheca di Facebook può costare caro: fino a tre anni di reclusione.
Tribunale di Livorno - Il social network di Zuckerberg è mezzo ad ampissima diffusione, equiparabile, data l’enorme utenza, a qualsiasi altro mezzo stampa. Queste in sintesi le ragioni che hanno spinto il tribunale toscano ad appellarsi all’articolo 595, comma tre, che appunto punisce chi si rende colpevole di diffamazione a mezzo stampa. Nella fattispecie, al vaglio dei giudici, il caso di una giovane donna che, dopo essere stata licenziata dal suo datore di lavoro, aveva utilizzato la propria pagina Facebook per lanciare offese all’ex azienda e datore di lavoro.
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