lunedì 12 novembre 2018

Concessione gratuita di locali alla Tecneco. A Monte è scontro politico. Definita “contra legem” dalle forze di Minoranza

 L'ingresso dello stabile della ex Comunità Montana a Monte Sant'Angelo (foto Google Maps)

di Nico Baratta

Iniziamo questo articolo in modo diretto. Al Primo Cittadino Pierpaolo d’Arienzo, Sindaco di Monte Sant’Angelo, responsabile in capo della comunità che governa, si chiede la visione pubblica del documento che disciplina l’utilizzo da parte della Tecneco dei locali in uso presso la struttura dell’ex Comunità Montana, in Via Sant’Antonio Abate, struttura comunale non compresa nel contratto in essere tra Comune e Tecneco.

Ora veniamo ai fatti. Sarà una cronistoria, perché è giusto che i montanari sappiano tutto, la verità oggettiva prodotta dalla lettura di documenti pubblici in nostro possesso, ma difficilmente reperibili, e da quella di documenti presenti sull’Albo Pretorio del Comune in oggetto. Questa “operazione verità”, senza retropensieri e strumentalizzazioni varie, che chiede spiegazioni a chi amministra Monte, è legittima da parte della stampa, che nel caso precipuo e del soggetto scrivente, è garante della democrazia, conferendo trasparenza dei fatti, e perciò legalità, in base ai fatti conosciuti e dalle carte lette. Chi da pulpiti istituzionali, dapprima in opposizione e ora in maggioranza, ha sempre sventolato la bandiera della trasparenza e legalità ora la mostri, perché dal dire al fare la differenza è nell’assumersi responsabilità politiche verso chi lo ha destinato a rappresentarlo. Il messaggio è rivolto a tutti; sia chiaro! 

Sono ore concitate a Monte Sant’Angelo, che potrebbero tramutarsi in veri fuochi d’artificio da una parte e specchi per le allodole dall’altra. Le forze politiche d’opposizione, presenti sia in Consiglio comunale, sia fuori, insorgono contro una decisione che perdura da mesi: chiedono, giustamente, al Sindaco Pierpaolo d’Arienzo spiegazioni sull’utilizzo prolungato della Tecneco di alcuni uffici pubblici.

Tecneco Servizi Generali Srl, è l’azienda che tempo a Monte si occupa della raccolta e trasporto rifiuti urbani, regolarmente iscritta all'Albo Nazionale degli Smaltitori, che lavora anche in altri comuni della provincia di Foggia. Un servizio rafforzato dal Comune stesso per la raccolta dei rifiuti umidi in specifici contenitori e buste messe a disposizione dalla Tecneco, come riportato in due note stampe sulla home page del sito garganico (quella del 12.12.2017 “AMBIENTE, DA OGGI SARÀ POSSIBILE RITIRARE FORNITURA DI BUSTE BIOCOMPOSTABILI PER L’UMIDO” e del 21.12.2017 “AMBIENTE, RITIRO FORNITURA DI BUSTE E CONTENITORE: DAL 27 DICEMBRE DISTRIBUZIONE ALL’EX COMUNITÀ MONTANA DEL GARGANO”).

Nulla da eccepire sul servizio di entrambe le parti, sennonché sulla sede di espletamento del servizio. Difatti, e come si legge nelle due note anzidette, il servizio sopra riportato è stato, e lo è tuttora, compiuto in edifici pubblici, nell’ex struttura della eclissata Comunità Montana, parte di proprietà della Regione Puglia. Ora, quei locali sono del Comune di Monte Sant’Angelo, ottenuti attraverso un atto pubblico tra Regione Puglia e Comune, cui una parte è rimasta regionale in utilizzo all’ARIF (Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali), mentre tutto il resto (parliamo di tanti metri quadrati) è in utilizzo e di proprietà comunale, tant’è che li si svolge anche il Consiglio comunale. Ebbene, alcune aree, ben divise dall’ARIF e con accesso interno separato, sono in dotazione alla Tecneco

Perché questa distinzione a premessa chiarificatrice? E ciò che le forze politiche di opposizione all’attuale governance montanara ha chiesto al Primo Cittadino, che conosce bene i dirigenti della Tecneco fin da quando (Pierpaolo d’Arienzo) era dipendente del comune di Mattinata, dove, appunto, la Tecneco esegue il servizio preposto.

In una nota stampa del gruppo politico “Verso il Futuro”, con titolo “DA CHI ARRIVA IL “REGALO DEI MORTI” ALLA TECNECO?”, si chiede apertamente e in modo legittimo come mai un “bene pubblico viene concesso ad un soggetto privato senza alcun atto della Giunta o del Consiglio comunale!”. La legge stabilisce che tali operazioni siano svolte attraverso un regolare atto legale, firmato, protocollato e poi reso pubblico sull’Albo Pretorio del Comune in oggetto. Prevede anche che in caso di più soggetti interessati a un locale pubblico vi sia un bando, ma non è il nostro caso. Il tutto previo compenso remunerativo, salvo che il destinatario svolga attività sociali, di volontariato, dove il comodato d’uso lo giustifichi. La Tecneco non fa volontariato, né tanto meno attività sociale, esegue un servizio strutturato contrattualmente. Dall’altra parte, dalla maggioranza comunale e precisamente dal gruppo CambiaMonte (costola attiva del PD) la risposta non s’è fatta attendere: con “VERSO IL FUTURO: DOLCETTO O SCHERZETTO, OVVERO L'ENNESIMA CONGIURA?” il gruppo di maggioranza montanaro innanzitutto precisa che non c’è stata “Nessuna concessione dunque, men che meno a soggetti privati!”, giustificandola come “unico e precipuo scopo di consentire il ritiro della fornitura presso locali più centrali e prossimi al cittadino, con l'idea di agevolare quanti avessero avuto serie difficoltà a raggiungere la sede CCR ubicata in zona cimitero”.

Risposta parziale quella di CambiaMonte, (oltretutto irridente e fuori luogo con un “Dolcetto o scherzetto…” se non per il periodo temporale) che rammenta il servizio ma tergiversa sulla richiesta di “Verso il Futuro” fatta sui locali in uso e con quali modalità alla Tecneco. Infatti, nella nota stampa non v’è traccia di una risposta sulle regole: in altre parole se in essere esiste una delibera o determinazione o contratto che giustifichi tal insediamento. “Il Comune di Monte Sant'Angelo, nei giorni 12.12.2017 e 21.12.2017 informava la cittadinanza, attraverso il portale istituzionale, circa le modalità di ritiro dei sacchetti biocompostabili e dei contenitori dapprima presso la Casa comunale, per poi spostare la distribuzione presso la sede dell'ex Comunità Montana del Gargano, indicando altresì i relativi orari” la giustificazione fornita da CambiaMonte, senza entrare nei meriti giurisprudenziali amministrativi contrattuali che devono esistere quando un bene pubblico è utilizzato da un’azienda privata.

Contra legem” è la risposta che viene alla mente a chi s’è posto il quesito, poiché in tutto l’Albo Pretorio non c’è un documento che disciplina quanto detto e, ancor più grave, nel contratto Comune Monte Sant’Angelo - Tecneco Servizi Generali Srl non c’è traccia di clausole concedenti i locali in oggetto. La Tecneco è un’azienda privata, seppur concessionaria di un servizio, che ha vinto un bando pubblico, che deve sostenere dei costi per una sede che ha, che utilizza e che paga regolarmente come da contratto, che non è quella in Via Sant’Antonio Abate, e che dapprima era in Corso Giannone e poi Via Manfredi, zone centrali dove davvero il cittadino si recava. C’è comunque da porre in evidenza che dalle testimonianze di molti cittadini recarsi presso la ex struttura Comunità Montana è disagevole; preferivano le due anzidette sedi più centrali. Voci parlano anche di alcune lamentele da parte dei dipendenti degli uffici Tecneco operanti presso l’oasi ecologica del C.C.R. sottoposti a temperature proibitive per mancanza di riscaldamento. Sono voci circolate in piazza, durante le testimonianze pocanzi dette, ma che lasciano quel retrogusto amaro su una verità da conoscere e probabilmente obliata.

“Il suo comunicato tenta maldestramente di evitare di rispondere alle nostre legittime domande” replica “Verso Il Futuro” nella successiva nota stampa “LA COALIZIONE “CAMBIAMONTE” CONFERMA IL PROPRIO COMPORTAMENTO ILLEGITTIMO”, ponendo in evidenza un importante tassello che regolarizza utilizzi pubblici con privati, sostenendo che “Quanto alle nostre legittime domande, CambiaMonte conferma, né può fare altrimenti, che la Tecneco sta lì dal mese di febbraio ad oggi senza alcun atto e soprattutto senza versare alcunché al Comune per l’uso dei locali, il consumo di energia elettrica e le spese di riscaldamento”.

Botta e risposta tra minoranza e maggioranza, dove concretezza diventa materia da chi chiede perché l’utilizzo personalistico del bene pubblico non è corroborato da giustificazioni che i cittadini hanno il dovere di conoscere, allorquando le spese sono a carico della comunità.

Precisiamo, ma lo riprenderemo dopo per tenerlo ben in vista, che il periodo concesso alla Tecneco dal Comune di Monte Sant’Angelo di occupare quei locali pubblici andava dal 12 dicembre 2017 al 13 gennaio 2018. Ciò per far fronte ai disagi che i cittadini avrebbero affrontato recandosi presso la struttura che la Tecneco regolarmente ha in uso, con un contratto, versando il fitto e tutto ciò che gli spetta. Di questo si da atto al Comune di Monte e le fa onore, ma protrarre il tempo oltre quello stabilito, con deroghe non regolate formalmente e senza documenti pubblici consultabili, va ben oltre il buon vicinato.

Ovviamente dallo scrivente son state chieste spiegazioni ai soggetti citati, chiamandoli in causa, contattandoli. La maggioranza, come per quasi tutti e come accade da mesi, non ha risposto, pubblicando una nota su facebook; diversamente la minoranza ha interloquito, ha risposto. Dettagli che rispecchiamo lo spessore politico e soprattutto umano di chi rifiuta il confronto con la stampa, che è al servizio della comunità, in modo, nel caso specifico, imparziale e garante di trasparenza, equilibrio e democrazia.

Andiamo avanti… Per Monte Sant’Angelo il servizio di raccolta rifiuti solidi urbani diventa una priorità giuridica, eco-sostenibile ed economica, con le indicazioni ministeriali sul conferimento del “porta a porta”. Con una Determinazione in pieno periodo di Commissariamento Straordinario Prefettizio, la n° 671 del 26/09/2016 "AMPLIAMENTO DEL SERVIZIO SPERIMENTALE DI RACCOLTA DOMICILIARE “PORTA A PORTA” NELLE ALTRE AREE STRETTAMENTE URBANE DI MONTE SANT’ANGELO ED AVVIO DELLA SPERIMENTAZIONE NELLA FRAZIONE MACCHIA" (presente sull’Albo Pretorio), cambiano i termini in materia, conferendo maggiore attenzione allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani che tradotto vuol dire differenziazione e ritorno economico per la città. Difatti con “Determinazione Gestionale n° 605 del 29/08/2016 con la quale è stata affidata alla Tecneco Servizi Generali Srl la gestione del Centro Comunale di Raccolta (C.C.R.) per i rifiuti urbani ed assimilati del Comune di Monte Sant’Angelo” Monte si correda di un servizio innovativo e formulato dalla stessa Tecneco. Fin qui va bene tutto. Il problema sorge quando la Tecneco, per distribuire gli strumenti per la raccolta (buste biocompostabili necessarie per il conferimento dell’umido e del contenitore da lt. 35 di colore grigio) avrebbe dovuto far giungere i cittadini presso il C.C.R., ubicato quasi fuori città, vicino al cimitero, e perciò scomodo. In favore di tal inconveniente il 27 dicembre 2017 interviene, giustamente, il Comune, spostando (temporaneamente) la distribuzione nella sede dell’ex Comunità Montana del Gargano, ubicata in pieno centro cittadino in via Sant’Antonio Abate, precisando che “Si comunica a tutte le utenze residenti nel centro abitato del Comune di Monte Sant’Angelo che dal 12 dicembre al 13 gennaio sarà possibile ritirare una fornitura di buste biocompostabili necessarie per il conferimento dell’umido per tutto il 2018. Per le sole utenze residenti nelle zone Piano regolatore, C1 – Stamporlando, Sant’Antonio Abate – Galluccio sarà consegnato anche un contenitore da 35 litri di colore grigio da utilizzare per il conferimento delle altre frazioni secondo le frequenze e le modalità indicate nel nuovo prontuario che vi verrà fornito. La distribuzione avverrà presso l’ufficio preposto nella Casa Comunale, in Piazza Municipio 2, nel periodo indicato e osserverà i seguenti orari: dal lunedì al sabato dalle ore 8.30 alle ore 13”.

Temporaneamente, come anzidetto, dal 12 dicembre 2017 al 13 gennaio 2018, e non come sta avvenendo ora, che quei locali pubblici del Comune, dell’ex Comunità Montana, sono ancora occupati dalla Tecneco senza versare un centesimo al Comune e tra l’altro senza pagare i consumi energetici, con un danno all'erario che si protrae da mesi. Ovviamente il problema non lo riversiamo all’azienda privata ma all’istituzione comunale. Insomma, i montanari con le tasse cittadine oltre a pagare il servizio di raccolta rifiuti, sono sobbarcati da altre spese finora tacitate dal suo stesso Comune. Un paradosso che va eliminato quanto prima, poiché la Tecneco nel contratto stipulato con il Comune di Monte Sant’Angelo “AFFIDAMENTO DEI SERVIZI DI RACCOLTA, TRASPORTO RIFIUTI URBANI ED ASSIMILATI E SERVIZI CONNESSI PER ANNI NOVE (9)”, Registrato a Manfredonia l’11/07/2011, n° 360 mod. 1 (cui abbiamo copia cartacea), all’art. 52 è ben specificato che la sede è a spese della Tecneco e non della popolazione. Una sede che per legge dev’essere presente in ogni comune dove l’azienda espleta il servizio, come avviene per gli altri comuni e dove (si riporta la parte in oggetto dell’art. 52, a pag. 21, del “CAPITOLATO SPECIALE D’APPALTO PER L’AFFIDAMENTO DEI SERVIZI DI RACCOLTA, TRASPORTO RIFIUTI URBANI ED ASSIMILATI E SERVIZI CONNESSI PER ANNI NOVE”) “L’impresa appaltatrice dovrà eleggere un domicilio nel Comune di Monte Sant’Angelo, facilmente raggiungibile dall’utenza, dove dovrà istituire la propria sede operativa ed un ufficio dotato di telefono e fax con obbligo di utilizzo stesso come punto di recapito per eventuali segnalazioni dell’Utenza e dell’Amministrazione Comunale, almeno dalle ore 8.00 alle ore 12.00 di tutti i giorni feriali”. Mentre nella sezione degli “Allegati Tecnici-Economici” del suddetto contratto è riportata la tabella che disciplina “Le spese per fitti – costi relativi ai fitti di locali per l’erogazione dei servizi”, ove è ben definito il costo affittuario annuale pari a € 28.200,00. La tabella riporta ben definite le voci: Capannone ricovero servizi, Area attrezzata per lavaggio mezzi, Locali spogliatoi e servizi igienici per maestranze, con Canone mensile pari a € 1.850,00 , per mesi 12, unità 1, costo annuo € 22.000,00; Uffici amministrativi con Canone mensile pari a € 500,00, mesi 12, unità 1, costo annuo € 6.000,00”. Un appalto che prevede tanti servizi e costi importanti, tant’è vien da chiedersi (senza approfondire sul fine poiché i contratti legalmente lo prevedono) se la spesa sostenuta dal Comune di Monte sia a totale copertura dei servizi forniti. Basta leggersi l’art. 1 e 2 del Capitolato suddetto.

Il documento in nostro possesso comprende più documenti, dal contratto stupilato alle determinazioni del caso, il capitolato, le specifiche dei servizi, le tabelle dei costi, il parco mezzi e suoi utilizzi e manutenzioni. Un file che per la verità non è stato facile recuperare e che, dopo ricerche approfondite, abbiamo scovato nel sito del comune di Monte Sant’Angelo: ecco il link:

http://www.montesantangelo.it/files/file/tecneco/contratto_raccolta_rifiuti3.pdf

Contestualmente per dover di cronaca, ovvero l’affidamento alla Tecneco, è giusto dire che tutto ebbe inizio con la Determinazione Gestionale n° 330 del 26/04/2011 “SERVIZIO DI RACCOLTA E TRASPORTO RIFIUTI URBANI ED ASSIMILABILI E SERVIZI CONNESSI. AFFIDAMENTO SERIVIZIO ALLA DITTA TECNECO SERVIZI GENERALI S.R.L. DI FOGGIA”.

Insomma, gli ancora oggi uffici occupati dalla Tecneco per volontà del Comune di Monte, nella struttura ex Comunità Montana, mancano di regolamentazione giuridica, mancano di un passaggio fondamentale quello dell’assise comunale. Tutto potrebbe essere oggetto di interessamento di organi istituzionali preposti affinché facciano chiarezza. La Prefettura di Foggia potrebbe chiedere spiegazioni, come pure la Procura e il ministero di riferimento. Mentre l’ANAC – l’Autorità Nazionale AntiCorruzione-, presieduta dal dott. Raffaele Cantone, potrebbe volere delucidazioni. Ma il vero dilemma che dovrebbe far alzare le antenne a chi oggi amministra Monte Sant’Angelo è la Corte dei Conti che potrebbe intervenire.

Se davvero il Comune vuole conferire quella sede in via definitiva fino alla fine del contratto in essere con la Tecneco abbia la bontà, e legalità, di farlo attraverso gli strumenti e mezzi giuridici che un’Amministrazione deve obbligatoriamente adempiere. Potrebbe ritener giusto che quella sia la sede più appropriata, soprattutto per facilitare i cittadini, ma che dia luogo a un documento che lo disciplini e che non metta ulteriormente le mani nelle tasche dei montanari. Ipoteticamente se un cittadino durante una visita in quegli uffici s’infortuna, chi lo paga, giacché non esiste contrattualizzazione? Sicuramente il Sindaco, come responsabile in capo al Comune. Perciò, il buon senso invita tutti a riflettere e rivedere posizioni, anche consiliari, che oggi dividono piuttosto di unire per affrontare un problema, che non è marginale. Il Comune volendo potrebbe anche rivedere, nel caso specifico, il contratto in essere, scorporare i costi per la sede prevista nel contratto e rimodularli con l’attuale. Ma tutto va fatto attraverso la struttura politica comunale, qual è la Giunta, poiché la volontà popolare va rispettata incondizionatamente se davvero siamo in democrazia.



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